Non una semplice finale, non una semplice partita, ma molto di più. L’ultimo atto di Wimbledon andato in scena questo pomeriggio è di una fattura al dir poco pregevole, inimmaginabile anche per il miglior drammaturgo in circolazione. Federer e Djokovic hanno portato il tennis a un livello mai visto: mai una finale era durata 5 ore fino ad ora. Mai come oggi sembra un sacrilegio dover dare il trofeo a uno solo di questi due immensi interpreti. Le regole sono regole e alla fine a sorridere è Novak Djokovic, al suo quinto successo in carriera in Inghilterra. Il serbo sale per la seconda volta consecutiva nel balcone che affaccia allo stadio, bissando il successo del 2018. Il tabellino finale: 7-6 1-6 7-6 4-6 13-12. Basta guardare l’ultimo incredibile set per descrivere la portata incredibile di questo match, al di fuori di ogni logica.
La finale più lunga, come abbiamo già detto. Ma anche quella più intensa e bella. 4 ore e 57, ad essere precisi: tanto è durata questa finale di Wimbledon senza precedenti. Il re dell’erba non scende dal trono e spezza il sogno dell’infinito Federer che contro ogni pronostico si trova contro il numero uno al mondo a giocare ad armi praticamente pari. Sfuma dunque il sogno di portare a casa il nono successo per lo svizzero, che però spella le mani dei reali d’Inghilterra per la classe infinita mostrata in campo.
Un tennis incredibile come dicevamo, figlio di due leggende viventi di questo sport. Federer con la finale persa di oggi manca il suo 21esimo titolo nei tornei del grande slam. Sale invece a 16 Djokovic, che con il successo di Wimbledon punta il re della terra rossa, Rafa Nadal, a quota 18. La portata di questa finale pazzesca, però sta anche nei numeri: Federer non ha solo emozionato i milioni di spettatori in tutto il mondo per quello che verrà definito “il match perfetto”. Lo svizzero ha vinto più game del serbo, ha fatto più punti, ma è caduto nell’atto finale. E proprio in questo piccolo dettaglio Djokovic dimostra ancora una volta perchè merita di stare ancora lì, sopra tutti: una freddezza senza precedenti, una solidità mentale capace di fare la differenza in una finale mai così equilibrata come oggi.
Francesco Mascali
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