Finisce una partita dall’intensità forsennata. Ed è la Lazio, tra le due grandi sorprese di quest’edizione della Coppa Italia, ad alzare al cielo il trofeo tanto ambito. L’impresa era stata solamente sfiorata nelle stagioni 2014-2015 e 2016-2017, dovendosi piegare allo strapotere Juventus (vincitrice delle ultime 4 edizioni). Dopo 6 anni, invece, è tempo di festa per il popolo biancoceleste, forte di una delle poche formazioni in Italia capace di vincere qualche trofeo al di fuori della Vecchia Signora.
Grande rammarico, invece, per l’Atalanta. La Dea ha dato vita, senza ombra di dubbio, a una Coppa Italia coi fiocchi, regalando ai propri tifosi una finale che mancava da ben 23 anni. Gli uomini di Gasperini, dopo aver incantato lo stivale per oltre 3 stagioni, sembravano ormai maturi per portare a Bergamo un agognatissimo trofeo. Pagano invece le incertezze e l’incapacità di imporre il proprio ritmo proprio nell’appuntamento più importante della stagione.
Finisce comunque tra gli applausi dei 21.000 tifosi giunti a Roma (ma anche e soprattutto tra le lacrime) l’esperienza dell’armata di Gasperini. Non chiamatelo più “miracolo Atalanta“, ma una solidissima realtà che sta facendo innamorare i tifosi del bel calcio di tutta Italia. Finisce tra gli applausi e la consapevolezza che la stagione non è ancora finita, ma anzi, la qualificazione in Champions è ormai ad un passo. Un trofeo sarebbe stato il degno modo di coronare il percorso straordinario intrapreso da una società solida come l’Atalanta. Ma l’impressione è che parleremo ancora per tante stagioni di questa meravigliosa realtà.
Si prende più di qualche rivincita, invece, Simone Inzaghi. Il tecnico biancoceleste è al secondo trofeo dall’inizio della sua gestione e sembra non volersi arrendere nella lotta senza fine per l’Europa. Il piacentino è ora il secondo allenatore più premiato nella storia della Lazio, portando la formazione capitolina al record di 7 vittorie in bacheca condiviso con l’Inter.
Fondamentale ai fini del risultato l’ingresso in campo di Sergej Milinkovic-Savic. Il Serbo, dopo aver guardato quasi tutta la partita in panchina, entra e sigla con un’imperioso colpo di testa all’81’, il goal dell’1-0. Un goal fondamentale non solo per essere arrivato a soli 10 minuti dalla fine, ma anche e soprattutto per aver sbloccato una partita che sembrava destinata ai supplementari. D’altronde, fin lì, tanto fisico e agonismo avevano una finale che sicuramente prometteva maggiori bellezze per gli occhi del tifoso medio italiano.
Nel primo tempo solo un’occasione degna di nota conclusa poi con un colpo di mano di Bastos che spedisce la palla sul palo. Poco prima del goal del vantaggio, invece, palo esterno del sempre presente Gomez, oggi meno lucido del solido. Questa la dice lunga sull’atteggiamento delle due squadre, mai troppo aperte per una partita che valeva anche più di una stagione. Arrivato il vantaggio biancoceleste, invece, gli spazi vengono inevitabilmente aperti e dopo soli 7 minuti arriva il raddoppio di Correa. Magistrale il contropiede messo in atto dalla Lazio, che si gode questo trionfo grazie a due dei suoi giocatori più talentuosi.
Sarà ancora una volta Lazio-Juventus, dunque, la prossima Supercoppa Italiana, con il ritrovato duello Inzaghi-Allegri tra due dei più talentuosi allenatori del nostro campionato.
Francesco Mascali
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