Corre l’anno 1910, il campionato Italiano è alla sua sedicesima edizione e tra le squadre dell’attuale Serie A è il Bologna a fare la sua prima apparizione. I Rossoblu, fondati l’anno prima in data 3 ottobre, prendono parte al campionato 1910-1911 a seguito dell’introduzione del campionato emiliano-veneto. Quella stagione, infatti, a seguito delle richieste di adesioni da parte delle principali squadre venete, venne inserito il girone nord-orientale dalla FIF, non senza qualche polemica.
I primi problemi furono di natura logistica: le risorse economiche per raggiungere le mete non erano sufficienti e la lunghezza delle trasferte poteva risultare troppo svantaggiose per le squadre del nord-ovest. La soluzione? Confinare le 4 squadre (oltre al Bologna anche Hellas, Venezia e Vicenza) in un campionato a parte, garantendo alla prima classificata la possibilità di giocarsi lo scudetto contro la prima dell’altro girone.
Il giusto mezzo, sembrerebbe, anche se la decisione presa non fu poi così felice, tanto da generare un altro problema: il calcio in Veneto e in Emilia non progredì in alcun modo a causa del confinamento, mentre i giornalisti dell’epoca diedero importanza solo al campionato del triangolo industriale. Il girone veneto-emiliano venne declassato dall’opinione pubblica a campionato di Serie B, mentre la stampa del tempo attenzionò solo le cronache del campionato ligure-lombardo-piemontese: era quello, per i più, il vero campionato italiano.
Nel campionato della c.d. “Prima sezione” trionfò a mani basse la Pro Vercelli: i bianchi leoni vendicarono il campionato precedente perso, a seguito di polemiche e colpi bassi, contro l’Inter, con il solo Milan (autore comunque di alcuni passi falsi) capace a metterli in difficoltà, ma senza successo. L’importanza di quel campionato fu tale che i giornali dell’epoca (su tutti La Stampa) assegnarono alla squadra piemontese il titolo prima ancora che venisse disputata la finale contro la vincente dell’altro girone.
Nel campionato della “Seconda sezione” il Bologna raccolse meno del previsto. All’esordio assoluto in una competizione ufficiale non ebbe scampo contro l’Hellas Verona, che dopo il 4-2 dell’andata si ripeté al ritorno con altri 4 goal. Sorte ben peggiore contro il Vicenza che, tra la terza e la sesta giornata rifilò ben 10 goal ai felsinei con uno solo subito. Gli unici 4 punti conquistati arrivarono alla seconda e alla quarta giornata, grazie alle vittorie conquistate contro il Venezia, unica squadra a concludere a quota 0. La finale venne conquistata dal Vicenza (12 punti contro gli 8 dell’Hellas) che dopo il netto 3-0 dell’andata riuscì a segnare almeno un goal nel ritorno conclusosi per 2-1 sempre a favore dei piemontesi. Per la Pro Vercelli fu dunque il terzo titolo della sua storia.
Il Bologna, invece, attese molti anni prima di accedere all’olimpo del calcio italiano (e non solo). Vero e proprio ago della bilancia fu Hermann Felsner: allenatore professionista ingaggiato durante la stagione 1920-1921. Fatto il definitivo salto di qualità, fu il 1925 l’anno del primo trionfo: gli emiliani sfidarono nella finale di Lega Nord il Genoa, battuto solo al quinto incontro, mentre fu quasi una formalità la finale contro la vincitrice della Lega Sud. Le due nette vittorie contro l’Alba Roma portarono il tricolore a Bologna: fu il primo di una serie di successi.
A cavallo tra gli anni 30 e gli anni 40 la squadra felsinea era tra le più forti in tutto il mondo: tra il 1929 e il 1946 conquistò 5 scudetti, due Coppe dell’Europa Centrale (prima italiana a vincere un trofeo internazionale), il torneo internazionale dell’EXPO a Parigi e una coppa d’alta Italia. Quel gruppo divenne noto come “lo squadrone che tremare il mondo fa” e non è un segreto che Benito Mussolini divenne uno dei tifosi più appassionati del Bologna, ammaliato dalla sua forza e dai suoi tanti successi.
Il settimo (e ultimo) scudetto venne conquistato nel ’64, anno in cui perse la vita lo storico presidente Renato Dall’Ara. Da lì in poi i decenni successivi furono un’altalena di successi e retrocessioni, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ad oggi il Bologna vanta ben 72 partecipazioni in Serie A su 87 e secondo l’IFFHS è l’ottava squadra di sempre nel calcio italiano. Grazie anche alle 2 coppe italia e all’Intertoto conquistato nel ’98 è una delle formazioni più blasonate nello stivale. Tra le sue file, inoltre, hanno anche militato delle icone del calcio italiano e mondiale come Mancini, Signori e Baggio, senza dimenticare l’eterno Di Vaio, oggi manager dei rossoblu
Di seguito il Parlmarès dei felsinei: 7 scudetti, 2 campionati di Serie B, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Interoto, 3 Mitropa Cup, 1 Coppa di Lega Italo-Inglese e il Torneo Internazionale dell’EXPO di Parigi.
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»