Dopo il fantastico tripudio tricolore in MotoGP grazie alla vittoria finale di Pecco Bagnaia, la Ducati trionfa anche nel mondiale Superbike. Stavolta, però, i meriti vanno divisi con la Spagna. È grazie alla sinergia con Alvaro Bautista se la casa di Borgo Panigale è riuscita a mettere in riga le corazzate giapponesi Yamaha e Kawasaki.
È il secondo titolo mondiale per Bautista, il primo in Superbike. Lo spagnolo pare abbia un feeling speciale con le moto italiane: nel 2006 in 125cc si laureò campione del mondo con l’Aprilia del Team Aspar.
Per la prima volta nella storia, Ducati detiene entrambi i titoli contemporaneamente. E lo fa grazie al talento di due grandissimi piloti dal calibro di Francesco Bagnaia ed Alvaro Bautista. Oltre una decade di attesa per la casa di Borgo Panigale: in MotoGP il titolo piloti mancava dal 2007 (con Casey Stoner); in Superbike dal 2011 (con Carlos Checa).
A Mandalika, in Indonesia, Alvaro Bautista sconfigge definitivamente Toprak Razgatlioglu, l’unico pretendente al titolo rimasto, con Jonathan Rea fuori dai giochi in anticipo malgrado abbia disputato una buona stagione. Nonostante il dominio assoluto con conseguente hat-trick di Toprak (vincitore di Gara 1, Superpole Race e Gara 2), Bautista diviene aritmeticamente campione del mondo grazie a due secondi posti ed un quarto posto.
I numeri parlano chiaro: Bautista annichilisce la concorrenza con i suoi 553 punti, frutto di 14 vittorie, 12 secondi posti, 3 terzi posti e due quarti posti. I podi complessivi sono 29 per Bautista, contro i 27 di Razgatlioglu (14 vittorie anche per il turco).
Dopo lo strepitoso avvio del 2019, nel quale il binomio Bautista – Ducati aveva collezionato 11 vittorie consecutive (record all-time), finalmente arriva il tanto atteso titolo. A differenza del 2019, Bautista non ha accusato nessun crollo prestazionale, cosa che tre anni fa gli costò il mondiale. Quel titolo fu conseguentemente vinto da un superbo Jonathan Rea.
Ducati torna a sorridere dopo anni bui, e lo fa grazie a due capolavori ingegneristici del made in Italy: la Desmosedici per la MotoGP e la Panigale V4 R per la Superbike. Tirando le somme risulta palese come questa stagione motociclistica per le case italiane sia stata una meraviglia, grazie ai due titoli Ducati e all’exploit di Aprilia in MotoGP. Solo una serie di coincidenze? L’Italia riuscirà a battere la concorrenza giapponese anche la prossima stagione?
Luca Lazzaro
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Nasce a Catania nell’ottobre del ’98. Muove i primi passi nello sport alla tenera età di 6 anni, iniziando a giocare a calcio. Abbandona successivamente il mondo del pallone intorno alla maggiore età per concentrarsi negli studi. Grazie alla complicità del padre e dei fratelli maggiori, inizia ad appassionarsi al motociclismo; ma è dalla mamma che prende la vocazione della scrittura. Diplomatosi al liceo linguistico Principe Umberto di Savoia, decide di proseguire la sua formazione frequentando il corso di laurea in Scienze e Lingue per la comunicazione Internazionale affinché possa realizzare il sogno di diventare giornalista sportivo. Amante del mondo hi-tech, della fotografia e della musica, senza distinzione di genere alcuno. Una sua peculiarità? Adora l’arancione. Un difetto? Il suo lieve disturbo ossessivo compulsivo, una lama a doppio taglio che lo conduce dritto al suo motto: «Una cosa o la fai bene, o non la fai.»