Le due operazioni al ginocchio, il pensiero del ritiro sempre più ingombrante, la decisione di saltare tutta la stagione 2020, fino al suo ritorno in campo oggi a Doha. Roger Federer, come spesso accade ai suoi avversari in campo, ha preso tutti in contropiede.
Roger Federer e il tennis un binomio inscindibile. Inscindibile perché quella “e” di congiunzione potremmo farla diventare tranquillamente verbo e nessuno avrebbe qualcosa da ridire. Infatti: Roger Federer è il tennis e il tennis è Roger Federer.
Non potevamo che iniziare così il nostro focus su uno dei migliori tennisti e sportivi di tutti i tempi, che come tutti d’altronde, ha passato un anno molto travagliato, contraddistinto: dalle due operazioni al ginocchio; dalla decisione di saltare tutta la stagione 2020 causa pandemia e tempi di recupero; ma anche dal pensiero di un ipotetico ritiro.
Purtroppo quel giorno arriverà ma King Roger, così come viene chiamato dai fans di tutto il mondo, ha deciso che ancora non è il momento di smettere. Anzi, proprio oggi fa il suo ritorno ai tornei dopo oltre un anno di assenza.
Ma andiamo per ordine e facciamo un salto indietro nel tempo, tornando a metà degli anni ’90 quando un giovanissimo svizzero si affacciava ai tornei internazionali juniores.
Come la carriera di ogni sportivo che si rispetti, l’inizio è sempre la parte più complicata.
In particolar modo nel tennis, uno sport solitario ma anche molto competitivo, è difficile emergere se non si hanno già in giovane età tutte le qualità di cui un tennista necessita. E accanto alle qualità, aggiungete anche un bel budget per finanziare i viaggi e i tornei in tutto il mondo.
“Il tennis è uno sport speciale. Ecco perché a volte ti ritrovi a parlare con te stesso“. Ma è anche lo sport del diavolo, per questo capita a volte di esagerare o di urlare contro se stessi. Ciò accadeva al Roger juniores, tantoché i genitori lo minacciarono dicendogli che non lo avrebbero più seguito nei tornei.
Come per ogni tennista promettente l’aiuto dei genitori è fondamentale, soprattutto dal punto di vista economico. Tra i 13 e i 17 anni il papà Robert e la mamma Lynette sborsavano circa 30.000 franchi all’anno per permettere al figlio di giocare i tornei, mentre quest’ultimo, grato dei sacrifici dei genitori, cercava di migliorare dal punto di vista mentale.
Ma è all’età di 16 anni che vi fu l’investimento più grosso e importante: Roger chiese con timore ai genitori di poter lasciare la scuola e dedicarsi completamente al tennis. “Ti concedo due o tre anni. Se non va bene, torni dritto a scuola“, fu la risposta del padre.
Dopo neanche un anno è già un giocatore professionista. Tre anni dopo gioca la sua prima finale ATP, l’anno successivo vince il primo torneo e a sei anni da quella richiesta di lasciare gli studi, all’età quasi di ventidue anni, vince il suo primo titolo a Wimbledon. Il miglior investimento che i suoi genitori abbiano mai fatto!
Da quel primo Wimbledon vinto nel 2003 in finale contro l’australiano Mark Philippoussis, i successi e i record sono diventati infiniti. Con 20 trionfi, insieme a Rafa Nadal, è il giocatore più vincente della storia nei tornei del Grand Slam.
Nel 2009 con la vittoria nel Roland Garros (suo unico trionfo a Parigi) ha completato il Career Grand Slam, ovvero la vittoria di tutti e quattro tornei del Grand Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, US Open) nello stesso anno.
Nel 2014 vincendo il singolare decisivo contro il francese Richard Gasquet porta la squadra svizzera a vincere la sua prima Coppa Davis. Nel 2017 battendo in finale Marin Čilić è diventato l’unico tennista ad aver vinto per ben otto volte Wimbledon, il torneo più importante e prestigioso al mondo.
È al secondo posto della classifica all-time di settimane (310) trascorse come numero uno al mondo, secondo solo a Novak Djokovic, che proprio lunedì ha spodestato lo svizzero di questo record, arrivando a 311.
Potrei continuare ancora a lungo, ma servirebbe scrivere un libro per parlare dei tanti successi dello svizzero.
Tornando ai fatti centrali di questo nostro focus, il 2020 è stato sicuramente l’anno più strano della carriera di Roger Federer. Le due operazioni, uno dietro l’altra, allo stesso ginocchio e la pandemia hanno costretto il tennista svizzero a saltare tutta la scorsa stagione. L’ultimo match ufficiale risale al gennaio dello scorso anno, quando perse in semifinale degli Australian Open da Djokovic in tre set.
Questo stop forzato ha fatto pensare molti (sportivi, giornalisti, tifosi, ecc.) a un suo possibile ritiro. Ma lo stesso Federer ha smentito queste voci, dichiarando la volontà di non voler ancora appendere la racchetta al chiodo. Nonostante il covid, le settimane in casa non sono state così terribili. Si è potuto godere la tranquillità della famiglia e causa l’infortunio, non è stato così triste per aver saltato gli allenamenti.
“Per la prima volta negli ultimi vent’anni sono stato nello stesso posto per 5 o 6 settimane. Naturalmente l’ho apprezzato”. Siamo stati molto attenti e non ho visto i miei genitori e amici per un sacco di tempo. Abbiamo preso tutto molto seriamente. Quando si ha un infortunio non si può fare molto comunque a parte rilassarsi a casa. Non c’è lo stress della competizione e si è molto tranquilli. Niente fatica da viaggio e jet leg. Ci si può godere la famiglia”.
“So di essere più vicino alla fine della mia carriera che all’inizio. Non so cosa succederà nei prossimi due anni. Per questo pianifico un anno alla volta”, ha spiegato. “Lo faccio insieme a Mirka (la moglie), tenendo in conto la mia famiglia, la mia carriera e la mia salute. Al momento mi diverto ancora a giocare e saprò rendermi conto quando il motore smette di girare e il fiato comincia a mancare troppo presto”.
Queste le parole rilasciate, qualche mese fa, dallo svizzero in un’intervista al settimanale tedesco Ziet Magazine.
Nel giro di questi mesi Federer ha seguito un programma di allenamenti per recuperare dall’infortunio al ginocchio e tornare in forma fisicamente, dal punto di vista della resistenza. Duro lavoro e voglia di dimostrare sempre qualcosa (unite al talento e all’eleganza smisurata) sono state le chiavi dei tanti successi in carriera dello svizzero. Queste stesse virtù hanno fatto sì che oggi, Roger, possa tornare a giocare un torneo ufficiale, dopo oltre un anno.
Lo si sapeva, l’aveva comunicato lo stesso giocatore qualche settimana fa, ma quel giorno è arrivato. La sua partecipazione al torneo ATP 250 di Doha, in Qatar, diventerà oggi pomeriggio realtà. La voglia di rivederlo in campo è davvero tanta. Le condizioni in cui verterà sono ignote allo stesso Federer, che ha dichiarato di non sapere cosa aspettarsi. L’appuntamento è oggi pomeriggio alle ore 16.00 circa, contro il britannico Daniel Evans (sarà possibile seguire la partita su Super Tennis canale 64 del digitale terrestre).
Sarà questo il primo banco di prova delle condizioni del tennista svizzero, il quale conta di essere in forma perfetta in estate per andare alla conquista del suo nono titolo a Wimbledon, quello che ormai da tempo è il suo torneo.
Saprà, oggi, ancora una volta stupirci? Parola al campo…ma attenzione a fare pronostici contro, Roger Federer è una carriera che prende in contropiede avversari e non. Bentornato King Roger!
Giuseppe Tosto
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
È entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva. Con il passare del tempo, è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale di VdC. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e scrive anche delle varie breaking news che concernono i tempi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti, centrali o divertenti del momento.
Il suo compito in sintesi? Cercare di spiegare, nel miglior modo possibile, tutto quello che non sa! (Semicit. Leo Longanesi).