Non solo Jamie Vardy. Tra le sorprese di questa Premier League c’è anche una vecchia conoscenza della nostra Serie A: Odion Ighalo, protagonista dell’exploit del neopromosso Watford con 14 gol in 20 gare di campionato.
Il fenomeno-Ighalo non è certo da sottovalutare. In molti lo paragonano a Pippo Inzaghi, per senso del gol e rapidità di esecuzione a tu per tu con il portiere. Ma forse, l’attaccante nigeriano, ricorda ancor di più il miglior David Suazo, quello visto a Cagliari: potente, veloce nel dribbling, imprendibile sullo scatto e letale sotto porta.
Ighalo, classe ’89, dopo gli inizi in patria, viene scoperto dal Lyn Oslo che lo mette su un aereo per l’Europa nel 2007. In Norvegia, grazia alla media di quasi un gol ogni due gare, finisce sul taccuino degli osservatori dell’Udinese, club in cui approda nell’estate del 2008 per 1,9 milioni di euro.
Ai friulani veste la maglia numero nove, ma è chiuso da Di Natale, Alexis Sanchez, Quagliarella e Floro Flores. L’ambientamento è difficile e Marino gli regala poco spazio. A fine stagione saranno solo sei le presenze (solo una partendo dal primo minuto), impreziosite da un unico gol, realizzato all’ultima giornata contro il Cagliari.
I Pozzo decidono di farlo maturare al Granada, club di terza divisione spagnola appena entrato a far parte della scuderia di famiglia. La stagione è un successo: con i suoi 16 centri in 26 gare, Ighalo contribuisce all’immediato salto di categoria degli andalusi. E, per l’annata successiva, arriva l’opportunità di tornare in Serie A. L’Udinese lo presta al Cesena, ma i piani non vanno come da programma. Il nigeriano non trova spazio e, dopo solo tre gettoni di gara, viene spedito di nuovo al Granada a titolo temporaneo. In Spagna gioca altre tre stagioni e mezzo, contribuendo alla promozione nella Liga e alla permanenza della squadra in massima divisione. Il nigeriano non segna tantissimo in questa seconda esperienza in maglia biancorossa, ma le sue reti sempre pesanti: come il gol de leyenda segnato il 18 giugno 2011 in casa dell’Elche, che consacra il ritorno in massima divisione dei Nazaríes. O ancora, la realizzazione con cui il Granà – così come lo chiamano i tifosi locali, “mangiandosi” le due lettere finali – supera il Barcellona il 16 febbraio 2013 tra le mura amiche.
La famiglia Pozzo non ha mai smesso di ritenerlo una risorsa, così, nell’estate 2014 lo porta a titolo definitivo al Watford, altra società gestita dal gruppo friulano. L’obiettivo? Portare il club dell’Hertfordshire in Premier League. Obiettivo raggiunto, grazie ai 20 centri in Championship di Ighalo che, intanto, si merita anche la chiamata della Nazionale nigeriana. E quest’anno, nonostante gli arrivi in avanti di Ibarbo e Diamanti, il suo posto al fianco di capitan Deeney è rimasto intoccabile.
E se, arrivati al giro di boa, la squadra allenata da Quique Sanchez Flores si attesta al nono posto, il merito è anche di Ighalo e dei suoi 14 gol. E il dicembre d’oro – in cui l’ex punta dell’Udinese ha messo a referto una doppietta al Liverpool e un gol per parte contro Chelsea e Tottenham – ha riaperto voci di un suo possibile ritorno in Italia, sponda Roma. Ma il nigeriano, a interrompere l’idillio di Vicarage Road, non ci pensa proprio. L’Italia, per due volte, non gli ha portato bene. Meglio rimanere in Inghilterra. E ascoltare il coro che ogni settimana gli dedicano i tifosi del Watford: Always believe in your soul… always believe in Ighalo!
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Nell’albo dei pubblicisti dal 2013, ha scritto un eBook sui reporter di guerra e conseguito due lauree. A Catania si è innamorato del giornalismo sportivo; a Londra si è tolto la soddisfazione di collaborare per il Guardian e il Daily Mail. Esperto di digital marketing e amante dei social media, nel 2017 ha deciso di tornare a collaborare con VdC di cui era già stato volto e firma nel 2012-2013.