L’Italia di pallanuoto conquista il suo quarto titolo mondiale, il primo dopo otto anni, battendo in finale la Spagna per 10-5 a Gwangju, in Corea del Sud. Il Settebello di Sandro Campagna domina in lungo e in largo, tagliando le gambe agli iberici tra secondo e terzo quarto. Un gol a testa per Echenique, Renzuto, Figlioli, Di Fulvio, Bodegas e Aicardi, mentre Luongo e Dolce realizzano entrambi una doppietta.
Per l’Italia non è stata affatto un’impresa semplice, anche e soprattutto considerando lo straordinario talento offensivo della Spagna, capace di segnare ben 90 reti nelle precedenti sei partite (esattamente 15 gol a gara), di cui 23 a Sudafrica e Nuova Zelanda, 11 all’Ungheria, 15 al Giappone, 12 alla Serbia e 6 alla Croazia. Gli iberici hanno dalla loro anche un reparto difensivo capace di incassare appena 19 reti, terza miglior difesa del torneo a pari merito proprio con l’Italia, dietro soltanto a Serbia (15) e Croazia (16).
Nell’equilibrato primo tempo, conclusosi sul 2-2 (Felipe Perrone risponde due volte ai gol azzurri di Stefano Luongo e dell’italo-argentino Gonzalo Echenique), il Settebello riesce a tenere a bada gli ostici avversari, con l’estremo difensore azzurro Marco Del Lungo che para anche un rigore ad Alberto Barroso. Nella ripresa, poi, vanno a segno Matteo Aicardi – uno dei tre reduci dai vittoriosi Mondiali 2011 a Shanghai, insieme a Niccolò Figari e Pietro Figlioli – e Vincenzo Dolce, che portano il risultato sul 7-3 e Francesco Di Fulvio si rende autore del +5 (8-3) nel terzo periodo. Blai Mallarach prova a tenere in gioco i suoi con la rete che accorcia le distanze (8-4), ma l’Italia non si sfalda ed è bravissima a gestire il vantaggio con grande esperienza e carattere, mettendo a referto due parziali di 3-1 in proprio favore negli ultimi due quarti.
Nell’ultimo quarto, Luongo firma la sua doppietta e porta gli azzurri sul 9-4, Mallarach risponde poco dopo con il quinto gol delle Furie Rosse a circa due minuti dal termine dell’incontro, ma per gli spagnoli ormai è troppo tardi. Negli istanti conclusivi, l’italo-francese Michaël Bodegas mette il punto esclamativo sul successo azzurro, inaspettato e storico allo stesso tempo, il quarto dopo quelli del 1978 a Berlino, del 1994 a Roma e del 2011 a Shanghai. L’Italia stacca dunque l’Ungheria nell’albo d’oro e diventa la seconda squadra più titolata di sempre nella storia dei Mondiali di pallanuoto, a un solo titolo iridato dalla Serbia, proprio come nel calcio (Italia 4, Brasile 5). A Gwangju finisce 10-5 per il Settebello ai danni della Spagna, stesso risultato con cui gli azzurri si imposero contro gli iberici nella finale di 25 anni fa a Roma, con Sandro Campagna, oggi allenatore di questo straordinario gruppo, tra i protagonisti del trionfo in acqua.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”