La stagione di NBA è ormai entrata nel vivo, anche se essendo ancora all’inizio le trenta squadre delle due Conference hanno ancora numerose partite da disputare prima che gli equilibri della regular season risultino più chiari e definiti. Nel frattempo, per tifosi e appassionati della lega cestistica made in USA il divertimento è garantito. Le sorprese non mancano davvero mai, tra contender che faticano e altre che si confermano ad alti livelli. Tra le tante gare in programma da stanotte alla notte tra venerdì e sabato (ben ventiquattro), diamo un’occhiata alle cinque sfide a dir poco imperdibili.
CAVALIERS-NETS – Il nostro cammino parte dalla Quicken Loans Arena, casa dei Cleveland Cavaliers. I vicecampioni in carica si sono riscattati alla grande dopo un avvio piuttosto deludente, come testimoniano i risultati recenti: otto vittorie nelle ultime nove sfide. Eccezion fatta per il ko in casa degli Houston Rockets (117-113 lo scorso 10 novembre), i Cavs le hanno vinte tutte nelle ultime due settimane, dal 130-122 rifilato ai Wizards a Washington grazie alla sontuosa prova di LeBron James (57 punti, 11 rimbalzi e 7 assist) al 116-88 ottenuto in casa dei Detroit Pistons. La risalita degli uomini di coach Tyronn Lue ha consentito loro di scalare numerose posizioni in classifica e l’attuale quarto posto ad Est rappresenta un piazzamento più che soddisfacente. L’obiettivo è inevitabilmente quello di continuare su questa strada, riducendo al minimo le sconfitte e gli errori difensivi e sfruttando al massimo il contributo offerto dalla panchina dai vari Frye, Green, Korver e Wade. Quest’ultimo ha scavalcato Vince Carter (811) nella classifica all-time delle stoppate per ciò che concerne le guardie, piazzandosi a quota 813 alle spalle del primatista Michael Jordan (893). In attesa dei rientri a pieno regime di Derrick Rose e Isaiah Thomas, i Cavaliers sembrano aver finalmente trovato il giusto assetto.
I Brooklyn Nets, dal canto loro, sono un cliente piuttosto scomodo e lo hanno dimostrato proprio in occasione del primo confronto stagionale con i Cleveland Cavaliers al Barclays Center lo scorso 26 ottobre, imponendosi per 107-102 in un match a dir poco sensazionale. L’assenza di D’Angelo Russell ha privato gli uomini di coach Kenny Atkinson di un giocatore indispensabile per la franchigia di New York, con il playmaker di Louisville che si è infortunato al ginocchio sinistro in occasione della gara persa per 114-106 in casa degli Utah Jazz lo scorso 12 novembre. Sabato scorso, sempre contro i Jazz, ci hanno pensato i vari Carroll, Booker, Dinwiddie e Crabbe a regalare la rivincita ai Nets, ma al contempo è chiaro che gli equilibri della squadra non siano gli stessi senza un giocatore del calibro dell’ex Los Angeles Lakers, prelevato la scorsa estate insieme al centro russo Timofej Mozgov in cambio di Brook Lopez e della ventisettesima scelta dello scorso Draft (i losangelini hanno deciso di puntare sul prodotto di Utah Utes Kyle Kuzma) . Per il suo rientro bisognerà aspettare ancora un po’, vedremo se Brooklyn sarà in grado di giocarsela ad armi pari nella tana dei Cleveland Cavaliers.
THUNDER-WARRIORS – La partita più imperdibile delle cinque scelte, quella da guardare a tutti i costi, è quella in programma questa notte, che vede contrapposti gli Oklahoma City Thunder e i Golden State Warriors alla Chesapeake Energy Arena. Un duello che offre tanti incroci emozionanti, con numerosi fuoriclasse pronti a darsi battaglia sul parquet. Uno su tutti, il più atteso, però, potrebbe non farcela: si tratta di Kevin Durant, il grande ex di turno. Le ferite provocate ai tifosi dal suo addio ad OKC per accasarsi ai Warriors non si sono ancora rimarginate del tutto dopo poco più di un anno dalla decision di KD, vincitore dell’MVP nel 2013-2014 e autentico punto di riferimento dei Thunder che raggiunsero le Finals nel 2011-2012, arrendendosi soltanto al cospetto dei Miami Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh. Alla sua prima stagione alla Oracle Arena, Durant ha trascinato Golden State alla vittoria dell’anello, aggiudicandosi anche il prestigioso riconoscimento di MVP delle finali vinte contro i Cleveland Cavaliers.
Autore di 27 punti nel successo per 124-116 al Wells Fargo Center con i Philadelphia 76ers, Durant non ha preso parte alla gara vinta per 118-111 al Barclays Center di New York contro i Brooklyn Nets, a causa di un forte dolore alla caviglia. Il suo impiego contro Oklahoma è in forte dubbio, ma i Warriors potranno comunque contare su tre fuoriclasse del calibro di Curry, Green e Thompson per mantenere il primato ad Ovest. OKC, dal canto suo, deve ancora trovare la continuità necessaria: attualmente a quota sette vittorie e nove sconfitte, la squadra di coach Donovan sembrava essersi rialzata definitivamente dopo i tre successi consecutivi con Los Angeles Clippers (120-111), Dallas Mavericks (112-99) e Chicago Bulls (92-79), ma il ko con i New Orleans Pelicans per 114-107 ha mostrato ancora una volta le evidenti lacune di una squadra cui non bastano la solita tripla doppia di Russell Westbrook (22 punti, 16 rimbalzi e 12 assist) e i 26 punti di Paul George per aggiudicarsi l’intera posta in palio. Specchio fedele della situazione in casa Thunder è Carmelo Anthony, autore di un avvio con tante ombre e poche, pochissime luci.
ROCKETS-NUGGETS – Insieme ai Golden State Warriors, in vetta alla classifica della Western Conference ci sono loro, gli Houston Rockets di Mike D’Antoni, che si stanno esprimendo ad altissimi livelli e pochi giorni fa hanno riabbracciato Chris Paul, innesto di sicura affidabilità in coppia con l’uomo franchigia James Harden. I razzi del Texas hanno vissuto un novembre fin qui a dir poco straordinario, vincendo ben otto partite su nove e perdendo soltanto in casa dei Toronto Raptors mercoledì scorso (129-113). Con il Barba che sta vivendo un’altra annata magica ed è al primo posto per punti e assist totalizzati (rispettivamente 538 e 168) e per media punti (31,6) e assist (9,9) a partita, Houston vola sulle ali dell’entusiasmo. Harden e CP3 hanno contribuito ai netti successi con Phoenix Suns (142-116) e Memphis Grizzlies (105-83) nelle ultime due partite, mettendo a referto insieme 105 punti, 30 assist e 13 rimbalzi (77 punti, 14 assist e 7 rimbalzi il primo, 28 punti, 16 assist e 6 rimbalzi il secondo) e sono pronti a collaborare ancora per regalare un sogno ai propri tifosi. Oltre a loro, i Rockets possono contare su una second unit tra le migliori della lega, con i vari Eric Gordon (detentore del Sixth Man of the Year), Luc Mbah a Moute, P.J. Tucker e Nenê, un giovane centro in progressiva crescita qual è Clint Capela (si parla di un possibile debutto all’All-Star Game per lui) e due ottimi tiratori del calibro di Trevor Ariza e Ryan Anderson.
Sulla strada dei Rockets ci sono i Denver Nuggets, reduci dal successo per 114-98 in casa dei Sacramento Kings e rivelatasi una squadra piuttosto temibile, capace di tenere testa ai Golden State Warriors (sconfitta per 127-108 al Pepsi Center lo scorso 5 novembre), di battere gli Oklahoma City Thunder (102-94 in casa lo scorso 10 novembre) e i Toronto Raptors (129-111 lo scorso 2 novembre) e di asfaltare per 146-114 i New Orleans Pelicans sabato scorso. Tutte queste nette affermazioni sono arrivate tra le le mura amiche, con il pubblico del Pepsi Center che spesso e volentieri risulta un alleato non di poco conto per gli uomini di coach Malone: basti pensare che i Nuggets hanno ottenuto sette delle loro dieci vittorie stagionali proprio in casa, dove peraltro hanno perso soltanto due volte su sette sconfitte raccolte fin qui, per una percentuale di successi a dir poco elevata (circa 77,7%). Con Nikola Jokić che al suo terzo anno nella lega sta proseguendo alla grande il suo percorso di crescita tanto ottimale quanto costante, non sono da meno il sophomore classe ’97 Jamal Murray, selezionato con la settima scelta assoluta al Draft del 2016, lo spagnolo Juan Hernangómez, i vari Gary Harris, Kenneth Faried e Will Barton, il giovane playmaker Emmanuel Mudiay e l’esperto Wilson Chandler, che stanno dando il massimo per sopperire alla pesante assenza di Paul Millsap, pezzo pregiato della scorsa free agency prelevato dagli Atlanta Hawks.
CELTICS-MAGIC – Quella che sta per concludersi è stata senza dubbio una grandissima settimana in casa Boston Celtics, con la franchigia del Massachusetts che sta viaggiando ad altissima velocità. Con sedici vittorie consecutive, i ragazzi di coach Brad Stevens occupano saldamente il primo posto della Eastern Conference e risultano, tra le trenta squadre militanti in NBA, l’organico con il minor numero di sconfitte (2) e il maggior numero di successi (16, appunto). Pur essendo privi di Gordon Hayward, i Celtics stanno dimostrando tutto il loro valore e, se dovessero continuare su questa strada, potrebbero dire la loro anche in ottica titolo. Affidandosi ad un Kyrie Irving in formato MVP (ben 47 punti nella vittoria per 110-102 con i Dallas Mavericks all’American Airlines Center) e ad un collettivo coeso e compatto, con Jaylen Brown, Al Horford, Marcus Morris e il rookie Jayson Tatum che stanno offrendo un apporto considerevole, al pari di Marcus Smart in uscita dalla panchina, Boston appare a dir poco indistruttibile. Il confronto al TD Garden con gli altalenanti ma tutto sommato ostici Orlando Magic, in programma nella notte tra venerdì e sabato e che seguirà quello in programma stanotte con i Miami Heat, promette spettacolo.
Reduci da cinque sconfitte consecutive, gli uomini di coach Frank Vogel hanno gettato alle ortiche un ottimo avvio stagionale (sei vittorie nelle prime otto partite di regular season), ma possono ancora dire la loro in ottica playoff, essendo appaiati attualmente al decimo posto (8-9). Prima di affrontare i Boston Celtics nella loro tana, gli Orlando Magic se la vedranno con un altro cliente scomodo, i Minnesota Timberwolves, al Target Center di Minneapolis. Dopo la bella vittoria per 128-112 contro i Phoenix Suns in Arizona, la franchigia della Florida si è arresa al cospetto di Denver Nuggets (125-107), Golden State Warriors (110-100), Portland Trail Blazers (99-94), Utah Jazz (125-85) e Indiana Pacers (105-97). Tra gare in cui Orlando fatica e non poco e altre in cui, invece, riesce a tenere testa ai propri avversari fino alla fine, non sono bastati i vari Gordon, Fournier, Vučević, Ross e Simmons per interrompere la striscia negativa. Al contempo, i Magic hanno tutte le qualità per venire fuori al più presto da questa situazione e presumibilmente proveranno a farlo sin da subito, contro i Minnesota Timberwolves, per poi volare a Boston e giocarsela contro gli inarrestabili Celtics.
CAVALIERS-HORNETS – Altro esame impegnativo per i Cleveland Cavaliers. Dopo la sfida di stanotte contro i Brooklyn Nets tra le mura amiche, infatti, i Cavs ospiteranno gli Charlotte Hornets nella notte tra venerdì e sabato, dopo averli già battuti allo Spectrum Center giovedì scorso (115-107). I calabroni sono reduci da due vittorie di fila, rispettivamente contro Los Angeles Clippers (102-87) e Minnesota Timberwolves (118-102), entrambe tra le mura amiche ed hanno tutte le carte in regola per giocarsi l’accesso ai playoff. L’arrivo di Dwight Howard a far coppia con la stella della franchigia della Carolina del Nord Kemba Walker ha senza dubbio rinforzato un roster ben assortito. Superman continua la sua personale collezione di doppie doppie: otto fin qui, di cui le ultime due proprio in occasione degli ultimi due successi (16 punti e 16 rimbalzi contro i Clippers, 25 punti e 20 rimbalzi contro i Timberwolves). Kemba Walker, dal canto suo, è il giocatore sul quale gli Hornets ripongono buona parte delle loro speranze di vittoria e si sta esprimendo su ottimi livelli, come testimoniano i 47 punti messi a referto nel ko per 123-120 contro i Chicago Bulls allo United Center sabato scorso. E, a proposito di Bulls, il proprietario degli Hornets è proprio il leggendario Michael Jordan, pronto a stupire anche in questa veste e a portare in alto Charlotte dopo numerose annate piuttosto deludenti, con sole tre qualificazioni ai playoff negli ultimi tredici anni (eliminazione al primo turno in tutti e tre i casi, una contro gli Orlando Magic e due contro i Miami Heat). Per aumentare di livello, sarà fondamentale mantenere una certa continuità di rendimento e mostrare le proprie qualità anche e soprattutto in sfide apparentemente proibitive come quella con i Cleveland Cavaliers.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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