Pochi giorni dopo la messa in onda su Netflix degli ultimi due episodi di The Last Dance, la docu-serie incentrata sullo storico percorso dei Chicago Bulls di Michael Jordan, in particolar modo sul sesto e ultimo titolo vinto da MJ al fianco di Scottie Pippen, Dennis Rodman e Steve Kerr e sotto la guida di Phil Jackson nella stagione 1997-1998, una brutta notizia sconvolge il mondo della NBA e non solo: Jerry Sloan è scomparso all’età di 78 anni, malato da tempo di morbo di Parkinson e di demenza a corpi di Lewy.
Storico allenatore degli Utah Jazz dal 1988 al 2011, negli anni ’90 ha reso la franchigia di Salt Lake City una delle principali spine nel fianco degli apparentemente inarrestabili e invincibili Chicago Bulls, capaci di far registrare l’allora miglior record di sempre in una singola stagione: 72-10, poi raggiunto e superato dai Golden State Warriors nel 2015-2016 (73-9). Quei Jazz, trascinati dalle prestazioni formidabili del duo stellare composto da John Stockton – miglior assistman e recuperatore di palloni della storia, rispettivamente con 15.806 assist e 3.265 palle rubate – e Karl Malone, secondo miglior realizzatore all-time con 36.928 punti totali, dietro al solo Kareem Abdul-Jabbar (primo a quota 38.387), riuscirono a mettere in seria difficoltà i Bulls negli ultimi due anni della dinastia Jordan, ossia nel 1997 e nel 1998, arrendendosi in entrambi i casi soltanto a gara-6 delle NBA Finals e dando filo da torcere a MJ e compagni in ogni partita.
Inserito nella Hall of Fame nel 2009, Jerry Sloan fu l’artefice di ben 20 qualificazioni ai playoff in 23 stagioni alla guida degli Utah Jazz. Il nativo di McLeansboro, in Illinois, occupa il terzo posto nella classifica degli allenatori più vincenti della storia della NBA, con ben 1221 successi in 2024 gare totali in regular season (di cui 1127 vittorie con un’unica squadra, gli Utah Jazz), e il sesto posto per numero di partite vinte ai playoff (98). Ironia della sorte, Sloan cominciò la sua carriera da allenatore proprio ai Chicago Bulls, dapprima come assistant coach (1977-1979), quindi come head coach dal 1979 al 1982. Da giocatore, inoltre, militò per dieci anni nella Windy City, dal 1966 al 1976, venendo inserito in ben sei occasioni nei quintetti difensivi. I Bulls hanno ritirato e appeso la sua maglia numero 4 al soffitto dello United Center, permettendogli così di risultare il primo giocatore di sempre nella storia della franchigia a ricevere quest’onore.
La notizia della sua scomparsa è stata resa nota dagli Utah Jazz, che hanno pubblicato un toccante messaggio di cordoglio sul proprio sito ufficiale, tributando uno dei personaggi più iconici e stimati della loro storia e di quella della pallacanestro e della cultura sportiva statunitense: “Jerry Sloan sarà sempre sinonimo di Utah Jazz e farà sempre parte della nostra storia. Ci uniamo al dolore di familiari, in particolare di sua moglie, amici, tifosi e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo per la sua scomparsa. Siamo infinitamente grati per quanto ha fatto qui a Salt Lake City con lealtà, dedizione e tenacia. Al fianco di John Stockton e Karl Malone c’è Jerry Sloan a incarnare lo spirito della nostra franchigia.”
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