In NBA, la lega dei fuoriclasse che si sfidano senza esclusione di colpi ogni notte, mettendo in mostra il meglio del proprio repertorio e regalando spettacolo a non finire, c’è un avversario comune che nemmeno il più arcigno dei difensori riesce a marcare, vale a dire il Covid. Sono ben 90, infatti, i giocatori attualmente inseriti nell’Health & Safety Protocol, il protocollo NBA per contrastare la diffusione del virus e impedire che il vento di una possibile sospensione a tempo indeterminato della stagione continui a soffiare sull’universo cestistico a stelle e strisce. Non di nuovo, non proprio ora, a un giorno dall’attesissimo appuntamento col Christmas Day, il tradizionale Natale targato NBA, con cinque sfide a dir poco intriganti da vivere tutte d’un fiato.
Nonostante più di cento giocatori siano risultati positivi al Covid nelle scorse tre settimane, il commissioner NBA Adam Silver ha escluso il rischio che la stagione si fermi sul più bello: “Al momento non stiamo vagliando alcun piano per sospendere la regular season. Stiamo lavorando per far sì che la stagione possa procedere in maniera regolare, non riusciamo a comprendere che senso avrebbe fermarci totalmente. I contagi stanno aumentando, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo, per cui non possiamo pensare di poter eliminare il virus nel giro di pochi giorni: dobbiamo semplicemente imparare a conviverci.”, le sue parole nel corso di un’intervista ai microfoni di ESPN.
“The show must go on”, dunque, è l’imperativo dell’NBA, che quest’anno è ripartita, come da tradizione, a ottobre. La stagione 2020-2021 cominciò invece a dicembre, dato che quella precedente, interrotta dal Covid, si concluse a ottobre. Attualmente sono nove le gare rinviate a data da destinarsi, tutte originariamente in programma nelle scorse due settimane: Detroit Pistons-Chicago Bulls (14-15 dicembre), Chicago Bulls-Toronto Raptors (16-17 dicembre e 22-23 dicembre), Denver Nuggets-Brooklyn Nets, Cleveland Cavaliers-Atlanta Hawks, New Orleans Pelicans-Philadelphia Sixers (19-20 dicembre), Orlando Magic-Toronto Raptors (20-21 dicembre), Washington Wizards-Brooklyn Nets (21-22 dicembre) e Brooklyn Nets-Portland Trail Blazers (23-24 dicembre).
Per sopperire alle numerose defezioni, la lega ha deciso di concedere alle squadre la possibilità di ricorrere al mercato, sostituendo i giocatori out per Covid con free agents da mettere sotto contratto con accordi della durata di dieci giorni (10-day contract, che solitamente si possono firmare soltanto a partire dal 5 gennaio e valgono per la sola regular season). Tra le squadre più colpite dal Covid, gli Atlanta Hawks, che hanno recentemente perso anche Danilo Gallinari, anch’egli positivo, hanno messo sotto contratto Lance Stephenson, che torna in NBA dopo due anni e un’esperienza in Cina, mentre i New York Knicks hanno ingaggiato Danuel House, recentemente tagliato dagli Houston Rockets, i Chicago Bulls hanno firmato il veterano turco Ersan Ilyasova, i Brooklyn Nets hanno preso James Ennis e Langston Galloway, i Boston Celtics hanno riportato a casa Joe Johnson dopo quasi vent’anni e i Los Angeles Lakers hanno deciso di puntare su Isaiah Thomas. Solo alcuni dei tanti movimenti di mercato effettuati ricorrendo ai contratti decadali.
Nel frattempo, la stagione NBA prosegue e dà indicazioni sempre più chiare. Tra le delusioni principali spiccano i Los Angeles Lakers, che ai nastri di partenza erano considerati da molti appassionati e addetti ai lavori tra le favorite per la vittoria finale, se non addirittura i favoriti assoluti. Se è vero che i gialloviola hanno tutto il tempo necessario per rimettersi in sesto e trovare la chimica giusta per tornare ai fasti di un tempo, è pur vero che la situazione attuale è abbastanza preoccupante, con il record traballante (16-17) che racconta di una prima parte di stagione da montagne russe.
Ben pochi i momenti in cui i Lakers hanno convinto, a fronte invece dei tantissimi risultati deludenti raccolti sin qui: al lungo elenco si aggiunge il pesantissimo ko per 138-110 incassato la scorsa notte al cospetto dei San Antonio Spurs (il quarto consecutivo), nonostante i 36 punti di LeBron James e i 30 di Russell Westbrook. Se negli scorsi anni i californiani primeggiavano nella classifica delle migliori difese, attualmente hanno il terzo peggior reparto difensivo dell’intera NBA, con 112 punti concessi a partita. Peggio, sin qui, hanno fatto soltanto Houston, Sacramento (114 per entrambe) e Charlotte (116.8).
Preoccupa anche l’età media elevatissima della squadra (37 anni per Carmelo Anthony e, tra pochi giorni, LeBron James, 36 per Dwight Howard e Trevor Ariza, 35 per Rajon Rondo, 34 per Wayne Ellington e 33 per Russell Westbrook e DeAndre Jordan), ma anche e soprattutto la continuità, sia fisica che in termini di rendimento, di Anthony Davis, protagonista sin qui di un’annata abbastanza in chiaroscuro e contrassegnata dagli infortuni. L’obiettivo dei gialloviola è risalire la china e tornare ai livelli della squadra che poco più di un anno fa trionfò nella bolla di Orlando. Tra le certezze, figurano i Phoenix Suns e i Golden State Warriors, mentre tra le sorprese è impossibile non citare i Cleveland Cavaliers, attualmente quinti a Est (19-13), mai così bene senza LeBron James. Di seguito il programma del Christmas Day NBA nel dettaglio.
18:00 New York Knicks – Atlanta Hawks
20:30 Milwaukee Bucks – Boston Celtics
23:00 Phoenix Suns – Golden State Warriors
2:00 Los Angeles Lakers – Brooklyn Nets
4:30 Utah Jazz – Dallas Mavericks
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: NBA.com
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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