Questa notte si disputerà gara-1 delle NBA Finals tra due delle più grandi rivelazioni della stagione, i Denver Nuggets e i Miami Heat, arrivate entrambe all’atto finale contro ogni pronostico. Denver non aveva mai disputato le Finals nel corso della sua storia, fermandosi alle Conference Finals in quattro occasioni (1978, 1985, 2009 e 2020) e invertendo la tendenza quest’anno grazie allo sweep rifilato ai Los Angeles Lakers (nei turni precedenti, i Nuggets avevano superato gli ostacoli Minnesota Timberwolves e Phoenix Suns, rispettivamente per 4-1 e 4-2), mentre Miami è riuscita nell’impresa di arrivare fino in fondo dopo essersi piazzata all’ottavo posto in classifica tramite il play-in, lo spareggio per accedere alla post-season, e aver battuto, nell’ordine, 4-1 i Milwaukee Bucks primi a Est col miglior record della lega, 4-2 i New York Knicks e 4-3 i Boston Celtics.
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Un traguardo a dir poco incredibile, centrato in precedenza soltanto dai New York Knicks nel 1999. Se l’anno scorso si affrontarono i Golden State Warriors, la più vincente dell’epoca attuale con quattro titoli in otto anni (2015, 2017, 2018 e 2022), e i Boston Celtics, la squadra con più anelli vinti di tutti i tempi, a pari merito coi Lakers (17), quest’anno si troveranno di fronte una squadra che non trionfa dal 2014 e che ha tre titoli in bacheca (2006, 2012 e 2013) e una che vuole provare per la prima volta l’ebbrezza di mettere le mani sul Larry O’Brien Trophy, il trofeo che si aggiudica chi vince le NBA Finals.
I riflettori saranno puntati anche e soprattutto su Nikola Jokić e Jimmy Butler, entrambi protagonisti dei migliori playoff in carriera. Il centro serbo classe ‘95, già due volte MVP della regular season, ha offerto prestazioni a dir poco sublimi sin qui, tra triple doppie, giocate d’autore e canestri che sfidano le leggi della fisica, mettendo a referto medie di 30 punti, 13.3 rimbalzi e 10.3 assist col 54% dal campo e il 47% da dietro l’arco (davanti a lui soltanto Devin Booker col 51%) in questi playoff, con ben otto triple doppie e una super prestazione da 53 punti, 4 rimbalzi e 11 assist in gara-4 contro i Phoenix Suns al secondo turno. Jokić, inoltre, è primo per assist a partita (10.3) e plus/minus (8.7, al pari del compagno di squadra Michael Porter jr.).
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Butler, dal canto suo, ha elevato il livello del suo gioco sin dalla palla a due di gara-1 del primo turno coi Milwaukee Bucks, rendendosi protagonista di partite epiche che hanno permesso ai suoi di estromettere la squadra vincitrice del titolo nel 2021 e capace di chiudere la stagione col miglior record della lega in tre delle ultime cinque annate, per poi sconfiggere anche la finalista della scorsa edizione dominando la decisiva gara-7 al TD Garden di Boston. A testimoniare l’efficacia del classe ‘89, oltre al consueto mix di grinta, personalità e carattere, soprattutto nei momenti decisivi, sono le ottime medie di 28.5 punti, 7 rimbalzi, 5.7 assist e 2.1 palle recuperate col 48% al tiro e il 36% da tre.
Tra le sue prestazioni migliori, spicca quella da 56 punti in gara-4 coi Milwaukee Bucks. Oltre ad essere il suo career-high, si tratta della quarta miglior prestazione di sempre ai playoff, dietro soltanto a quelle di Michael Jordan (63 punti in Chicago Bulls-Boston Celtics nel 1986), Elgin Baylor (61 punti in Los Angeles Lakers-Boston Celtics nel 1962) e Donovan Mitchell (57 punti in Utah Jazz-Denver Nuggets nel 2020). Oltre a ciò, Butler è primo per punti segnati nel clutch, palle recuperate e punti in isolamento. In virtù delle prestazioni offerte sin qui e dello stato di forma di entrambi, il duello tra Jokić e Butler sarà senz’altro spettacolare. I due sono molto diversi sia sul piano tecnico che su quello umano (più tranquillo e lontano dai riflettori il primo, decisamente più appariscente il secondo), ma hanno anche molti aspetti in comune: entrambi sono due leader veri, che antepongono sempre gli interessi delle rispettive squadre a quelli personali, non si tirano mai indietro nei momenti più importanti e preferiscono parlare coi fatti. Inoltre, entrambi hanno dovuto superare parecchi ostacoli per imporsi tra i grandi: Butler venne selezionato con la trentesima scelta al Draft 2011, Jokić con la quarantunesima nel 2014.
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Denver e Miami, però, possono contare anche su altri elementi di spessore che hanno contribuito e non poco al raggiungimento delle NBA Finals. Da un lato, un sontuoso Jamal Murray è tornato a esprimersi sui livelli messi in mostra ai playoff 2020 nella bolla di Orlando, mettendo a referto medie di 27.7 punti, 5.5 rimbalzi e 6.1 assist in questi playoff e risultando a dir poco determinante in tutto il percorso dei Nuggets dal primo turno alle Finals. Non sono da meno i vari Caldwell-Pope, già campione NBA coi Lakers nel 2020, Bruce Brown, solido in entrambe le metà campo, Michael Porter jr., Aaron Gordon e il veterano Jeff Green. Tra le file degli Heat, invece, menzione speciale per Caleb Martin, che in Finale di Conference contro Boston ha fatto registrare ben 19.3 punti di media col 60% dal campo e il 49% dalla lunga distanza, sfiorando la vittoria del premio di MVP della serie. Bene anche Bam Adebayo, Gabe Vincent, Max Strus e Duncan Robinson.
Anche la sfida tra i due allenatori è a dir poco intrigante. Da un lato, Michael Malone, alla guida dai Denver Nuggets dal 2015, dall’altro Erik Spoelstra, che approdò a Miami come video coordinator nel 1995 e divenne head coach degli Heat nel 2008. Il primo, che in passato ha allenato anche i Sacramento Kings, ha disputato i playoff in cinque occasioni, tutte coi Nuggets, raggiungendo due volte le Finali di Conference e una volta, quest’anno, le Finals. Prima del suo avvento in panchina, Denver era riuscita a superare il primo turno soltanto in un’occasione tra il 2003 e il 2015. Oltre a ciò, sotto la guida di Malone Jokić è dapprima diventato All-Star, poi ha vinto ben due premi di MVP consecutivi e la franchigia del Colorado si è piazzata quattro volte tra le prime tre della Western Conference in regular season, arrivando al primo posto in questa stagione.
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Spoelstra, invece, ha già vinto due titoli alla guida dei Miami Heat, battendo i San Antonio Spurs di Gregg Popovich nel 2012 e nel 2013, anni del Big Three formato da LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh (al loro fianco c’era anche Ray Allen), e ha disputato le Finals anche nel 2011, nel 2012, nella bolla di Orlando nel 2020, perdendo 4-2 coi Los Angeles Lakers, e, appunto, quest’anno, per un totale di ben sei apparizioni alle finali (meglio di lui soltanto Gregg Popovich, Red Auerbach e Pat Riley, attuale presidente dei Miami Heat e suo precedessore in panchina). Di seguito il programma dettagliato delle NBA Finals tra Denver Nuggets e Miami Heat, con le date e gli orari delle partite.
2/6 2:30 Denver Nuggets vs. Miami Heat (Pepsi Center di Denver, gara-1);
5/6 2:00 Denver Nuggets vs. Miami Heat (Pepsi Center di Denver, gara-2);
8/6 2:30 Miami Heat vs. Denver Nuggets (Kaseya Center di Miami, gara-3);
10/6 2:30 Miami Heat vs. Denver Nuggets (Kaseya Center di Miami, gara-4);
13/6 2:30 Denver Nuggets vs. Miami Heat (Pepsi Center di Denver, eventuale gara-5);
16/6 2:30 Miami Heat vs. Denver Nuggets (Kaseya Center di Miami, eventuale gara-6);
19/6 2:00 Denver Nuggets vs. Miami Heat (Pepsi Center di Denver, eventuale gara-7).
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: NBA.com
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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