L’esordio della nuova line-up MotoGP trova il proprio debutto a Doha, venerdì 26 marzo, attraverso le prove libere dominate da Ducati e Yamaha. Non al meglio Suzuki, con Honda e KTM che restano a guardare da lontano. Venerdì di prove che infiamma l’animo dei tifosi in vista della gara, alla quale, però, non prenderà parte Marc Márquez. Al suo posto torna in sella il collaudatore HRC, già suo sostituto durante la passata stagione, Stefan Bradl. Il pilota di Cervera, dunque, opta per una strategia conservativa, scongiurando gli errori passati, puntando al GP di Portogallo come plausibile rientro dall’infortunio.
Le qualifiche del sabato sottoscrivono il dominio delle prove libere. Un Pecco Bagnaia in grande spolvero abbatte il record della pista, conquistando la sua prima pole position in classe regina. A seguire troviamo un tris di piloti targato Yamaha: Quartararo 2°, Viñales 3° e Rossi 4°. Bene le altre Ducati: Miller 5° e Zarco 6°. Il francese della Pramac porta con sé un altro record: 362.4 km/h raggiunti in sella alla sua Desmosedici. È la velocità più elevata mai registrata su una pista MotoGP. A seguire troviamo la Yamaha di Franco Morbidelli che scatta dalla settima casella. Dietro l’italo-brasiliano troviamo l’Aprilia di Aleix Espargaró. Rins una spanna sopra il compagno Mir, rispettivamente 9° e 10°. Non esattamente la qualifica che il campione del mondo si auspicasse. Male Honda e KTM, il migliore per la casa nipponica è Nakagami in undicesima posizione; per il team austriaco è Miguel Oliveira, quindicesimo.
Pronti, partenza, via. Partenza stratosferica per le Ducati, prende subito il largo il tandem ufficiale Bagnaia-Miller seguito dai piloti del team Pramac. La foga dei primi giri della stagione tradisce la KTM di Danilo Petrucci, che si stende dopo solo due curve a causa di un contatto. Weekend poco fortunato per l’ex-ducati. Yamaha che perde qualche posizione, ma resta lì in agguato. Nel corso del sesto giro, Nakagami chiude troppo la traiettoria, colpisce il cordolo e perde l’avantreno, finendo sulla ghiaia. Nel frattempo, Quartararo e Viñales scalzano Miller e Martin, ponendo l’accento sul confronto Ducati-Yamaha che ci ha accompagnato per tutto il fine settimana.
Suzuki risale negli ultimi giri, con la bagarre Rins-Miller per il quarto posto ed una terza posizione ampiamente alla portata. Il gruppo è compatto, i punti in ballo sono tanti. A 7 giri dalla fine Viñales si fa vedere e supera Pecco Bagnaia, conquistando la testa della corsa. Pagano pegno le due M1 del team Petronas di Rossi e Morbidelli, le quali, sin dall’inizio, sono state risucchiate nel gruppone in fondo alla classifica. Joan Mir negli ultimi giri ci dimostra come non si diventi campioni del mondo per caso, recuperando fino alla terza posizione. Ultimo giro concitato: Mir sorpassa Zarco per la seconda posizione, ma all’ultima staccata l’iridato va largo. Zarco e Bagnaia ringraziano in sella alle loro Desmosedici, aggiudicandosi il podio. Miller perde colpi, chiudendo 9°. Bene i fratelli Espargaró, riescono entrambi a piazzarsi in top ten: Aleix 7°, Pol 8°.
I primi 10 classificati:
Luca Lazzaro
Fonte foto: pagina facebook ufficiale Monster Energy Yamaha
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Nasce a Catania nell’ottobre del ’98. Muove i primi passi nello sport alla tenera età di 6 anni, iniziando a giocare a calcio. Abbandona successivamente il mondo del pallone intorno alla maggiore età per concentrarsi negli studi. Grazie alla complicità del padre e dei fratelli maggiori, inizia ad appassionarsi al motociclismo; ma è dalla mamma che prende la vocazione della scrittura. Diplomatosi al liceo linguistico Principe Umberto di Savoia, decide di proseguire la sua formazione frequentando il corso di laurea in Scienze e Lingue per la comunicazione Internazionale affinché possa realizzare il sogno di diventare giornalista sportivo. Amante del mondo hi-tech, della fotografia e della musica, senza distinzione di genere alcuno. Una sua peculiarità? Adora l’arancione. Un difetto? Il suo lieve disturbo ossessivo compulsivo, una lama a doppio taglio che lo conduce dritto al suo motto: «Una cosa o la fai bene, o non la fai.»