La Ligue 1 dell’anno corrente è un vero spettacolo aperto a tutti. Tra i cinque campionati europei, compresa la nostra Serie A, quello francese sta diventando dopo anni di dominio PSG uno dei più avvincenti ed eccitanti del vecchio continente. In premier il nostro Antonio Conte è ad un siderale +9 dal Tottenham (anche quest’anno secondo), mentre in casa nostra Allegri sta ipotecando la fuga con 7 punti di vantaggio dalla Roma seconda. In Spagna e Germania, invece, la situazione è leggermente diversa: La Liga sembra un affare a tre con Real, Barcellona e Siviglia in soli tre punti, mentre il buon Carletto Ancelotti dopo aver colmato il gap con la neopromossa Lipsia è ora a +4 dalla seconda, che però si trova a una distanza di ben 7 punti dalla terza in classifica.
Allo stesso punto della stagione, durante gli anni precedenti, la terra di Napoleone e Carlo V veniva letteralmente conquistata dal PSG del miliardario Nasser Al Khelaifi, che con decine e decine di punti sulla seconda classificata già ipotecava l’ennesimo successo in campionato. Questo 2016/2017, invece, è iniziato con un copione insolito rispetto agli ultimi andati in scena nella Ligue 1: i parigini arrancano e non poco, senza conquistare mai la vetta in queste 24 giornate di gioco; di contro, Nizza e Monaco sono i super protagonisti di una partenza sprint, in cui più i secondi che i primi sembrano avere le forze necessarie per sostenere un ritmo forsennato per tutto il campionato.
La squadra del principato dalla terza giornata è stabile nei primi posti in classifica e dopo la sonora lezione impartita al Nizza una settimana fa sembra puntare senza freni al primo campionato dopo 17 anni dall’ultimo successo. Il Monaco della stagione attuale è una versione del tutto differente da quelle viste nei precedenti anni. È una macchina da guerra, capace di segnare 70 reti in Ligue 1 e mettere a segno ben 21 risultati positivi su 24. Una squadra capace anche di imporsi in un girone di Champions con Bayer Leverkusen e Tottenham e che dopo aver battuto in entrambi gli scontri l’altra grande rivelazione della scorsa Premier punta ad una nuova impresa contro il City di Pep Guardiola, negli ottavi della stessa competizione.
Cosa sta dietro all’enorme successo dei monegaschi? Un mix smisurato di tecnica e tattica, di qualità e quantità. Il 4-4-2 di Jardim manda totalmente in crisi ogni singola squadra avversaria, dalla più quotata alla meno prestigiosa. Il Monaco imposta la manovra offensiva come una squadra di scacchi, incastrando perfettamente ogni interprete al posto giusto. Sono ben 6 i giocatori offensivi a partecipare all’assalto della porta avversaria: i due attaccanti, i due terzini e i due esterni di centrocampo. Aggiungete a questi i mediani e i centrali, che spesso e volentieri fanno partire l’azione con passaggi a tagliare la trequarti avversaria o più semplicemente appoggiando al terzino più vicino. Avrete così una squadra interamente orientata all’attacco, che copre tutta l’ampiezza del campo, ma che riesce ad attaccare allo stesso modo la profondità di questo.
Le azioni del Monaco sono molto simili ad una tragedia ritmata da un’opera di Beethoven: belle, coinvolgenti e distruttive. Se il terzino riceve, l’esterno attacca lo spazio, se la sponda la fa l’attaccante vanno in profondità i due laterali e l’altra punta, se invece viene lasciato spazio al fantasista di turno in mezzo al campo apriti cielo, perché gli inserimenti sono talmente tanti e ingestibili da fare impazzire anche un computer. È un attacco totale, che manda in tilt anche la difesa più attrezzata. Il risultato finale, se non si concretizza prima dei 16 metri, è di un’area totalmente invasa da maglie bianco rosse, in cui la ribattuta del difensore o del portiere non presenta affatto un attacco sventato, bensì un’altra opportunità per sferrare un altro attacco. È un po come il terzo principio della dinamica: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Allo stesso modo ad ogni respinta corrisponde un altro attacco ancora più folto di uomini e più difficile da sventare.
Ma non è solo un fatto di quantità e tattica. È una squadra a cui non manca praticamente nulla, in cui le soluzioni per risolvere le partite sono delle più disparate. L’estro di Bernardo Silva e il ritrovato fiuto del goal di Radamel Falcao rappresentano solo i valori più pregiati di questa splendida squadra: il Monaco può poi vantarsi di geometrie di alto livello come quelle dei mediani Bakayoko e Fabinho, di movimenti da veterano come quelli di Germain, della straordinaria fisicità di Sidibè e Mendy, i terzini titolari, così come dell’incredibile velocità di Thomas Lemar, uno dei giovani più in vista nel panorama europeo. Aggiungete a questi l’attitudine al goal di Kamil Glik, che molti fantallenatori conosceranno bene e ad una panchina fatta di valori assoluti e giovani prestigiosi (vedi il giovanissimo Mbappè): avrete il mix perfetto di una squadra capace di spazzare via intere corazzate.
In Francia la lotta al titolo è ormai una questione a 3. Monaco, PSG e Nizza, a meno che una delle tre non cada prima del previsto, saranno protagonisti di una corsa d’altri tempi fino al rush finale. La squadra della capitale ha rafforzato senza molti indugi una rosa orfana del gigante Ibrahimovic, investendo pesantemente anche a gennaio, con gli acquisti di Draxler e Gonçalo Guedes; i rossoneri di Balotelli invece, sono senza ombra di dubbio la squadra rivelazione, grazie ad innesti pregiati quali quelli di SuperMario e dell’ex Bayern Dante ma anche al valore di giocatori dal prospetto interessante, come Pléa e Cyprien. Il Monaco di Falcao, che completa la triade delle meraviglie, è in corsa per tutti gli obiettivi stagionali, compresa una Champions che ad oggi non fa più tanta paura. Che sia Pep Guardiola, adesso, a doversi preoccupare degli avversari?
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»