La bomba che arriva dalla Spagna scuote il mondo del calcio: Lionel Messi ha comunicato al Barcellona la sua intenzione di lasciare il club dopo 16 stagioni in cui ha messo a referto 634 reti (miglior marcatore all-time dei blaugrana) in 731 presenze (secondo di sempre dietro al suo ex compagno Xavi, primatista a quota 767), vincendo ben 34 trofei.
La notizia era ormai nell’aria da mesi, ma in pochi avrebbero scommesso su un epilogo del genere. Se è vero che i rapporti tra Messi e la proprietà del Barcellona sono ormai ai minimi storici da troppo tempo, con il presidente Bartomeu che ha rifiutato le dimissioni e ha minacciato una battaglia legale col fuoriclasse argentino per impedirgli di lasciare la squadra a parametro zero (secondo i legali del Barça, infatti, la clausola è già scaduta lo scorso 10 giugno), è pur vero che in molti davano per scontato che Messi chiudesse la carriera in blaugrana.
Del resto, la Pulce è a detta di molti il miglior giocatore di tutti i tempi del Barcellona, con cui ha vinto dieci campionati, otto Supercoppe nazionali, sei Coppe di Spagna, tre Mondiali per club, tre Supercoppe europee e quattro Champions League. Il classe ‘87 non ha perso nemmeno una delle quattro finali della Coppa dalle grandi orecchie disputate in carriera, andando a segno nel 2009 e nel 2011 contro il Manchester United (rispettivamente 2-0 all’Olimpico di Roma e 3-1 a Wembley).
A livello individuale, Messi detiene il maggior numero di Palloni d’oro vinti, avendone conquistati ben sei (2009, 2010, 2011, 2012, 2015 e 2019), uno in più di Cristiano Ronaldo. In altrettante occasioni, l’argentino si è assicurato la Scarpa d’oro (34 gol nel 2009-2010, 50 nel 2011-2012, 46 nel 2012-2013, 37 nel 2016-2017, 34 nel 2017-2018 e 36 nel 2018-2019), mentre sette volte è stato capocannoniere del campionato spagnolo (le sei sopracitate, in cui ha vinto anche la Scarpa d’oro, più la stagione da poco conclusasi, chiusa con 25 reti) e nel 2012 fece registrare il record di gol in un anno solare, segnandone ben 91.
Dopo numerose annate magiche che rimarranno per sempre nella storia del calcio, gli attriti tra giocatore e club hanno preso il posto dell’entusiasmo e della spensieratezza con cui il Barça ha dominato in Spagna, in Europa e nel mondo per più di un decennio, disputando e vincendo tre finali di Champions League tra il 2009 e il 2015 e mettendo in bacheca otto campionati dal 2008-2009 ad oggi.
Messi sente di aver dato tutto per il Barcellona e dal canto suo sarebbe anche disposto a chiudere la carriera in blaugrana, intenzione che ha spesso e volentieri manifestato senza troppi giri di parole. I tifosi lo amano e lo ameranno per sempre, come dimostra la protesta di coloro che ieri si sono radunati all’esterno della sede del club per esprimere il proprio disappunto in merito all’operato della società, principale causa della decisione che ha spiazzato tutti.
33 anni compiuti lo scorso 24 giugno, Messi è ancora ampiamente in grado di fare la differenza e il suo nome è inevitabilmente sul taccuino dei maggiori top club al mondo, che aspettavano da tempo di avere una concreta possibilità di accaparrarsi un fuoriclasse del suo calibro. Tra questi, spicca il Manchester City, dove ritroverebbe Pep Guardiola, già suo allenatore al Barcellona dal 2008 al 2012, e i connazionali Agüero, suo partner d’attacco in Nazionale, e Otamendi.
I bookmakers considerano proprio il City la favorita numero uno, ma non è da sottovalutare l’interesse del Paris Saint-Germain, che dopo anni di delusioni in campo internazionale sogna il colpaccio per dare definitivamente l’assalto alla Champions League, già sfumata quest’anno (ko per 1-0 in finale col Bayern Monaco). Meno probabili, ma comunque suggestive e non del tutto impossibili, le ipotesi Inter, che spesso negli anni è stata accostata al numero 10 del Barça, Manchester United e Chelsea, con numerose indiscrezioni che sostengono che Frank Lampard voglia fortemente Messi.
Più complicato, invece, che quest’ultimo decida di tornare in patria a soli 33 anni (si è parlato tanto di un possibile futuro al Newell’s Old Boys, dove ha già giocato dal 1995 al 2000 nel settore giovanile) o che pensi seriamente a un approdo in MLS, scenario intrigante ma al tempo stesso non particolarmente allettante per un giocatore che ha ancora tanto, tantissimo da dire ad alti livelli.
Intanto, in casa Barcellona l’unica certezza è che il nuovo tecnico Ronald Koeman avrà l’arduo compito di riportare il sereno, sia in campo che fuori, dopo una stagione conclusasi con un campionato perso in favore degli acerrimi rivali del Real Madrid e un’umiliante sconfitta per 8-2 col Bayern Monaco nei quarti di finale di Champions League. A lasciare i blaugrana saranno i vari Rakitić, Umtiti, Vidal e Suárez, ma anche e soprattutto – com’è ormai noto a tutti – Messi. Il Barcellona, nel frattempo, fa muro e si ritiene certo del fatto che l’argentino rimarrà in Catalogna. Ma le strade sembrano ormai destinate a separarsi definitivamente: l’addio si concretizzerà già nel corso di questa sessione di mercato? Non è scontato che sia così, ma al tempo stesso vedere Messi con un’altra maglia non è più fantamercato.
Dennis Izzo
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