L’Italia torna finalmente a vincere, interrompendo un digiuno di successi che durava ormai da ben cinque partite. L’ultima vittoria per gli Azzurri, infatti, risaliva addirittura allo scorso 28 maggio, quando gli uomini di Mancini si imposero per 2-1 contro l’Arabia Saudita in amichevole.
Dopo tre pareggi e due sconfitte, dunque, la Nazionale si impone per 1-0 in casa della Polonia nella terza sfida di Nations League, confermando i notevoli passi avanti compiuti per quanto concerne il gioco, dopo aver già espresso un calcio piuttosto propositivo nell’amichevole pareggiata 1-1 contro l’Ucraina mercoledì scorso.
Dopo aver pareggiato al Dall’Ara (1-1) nella gara d’esordio in Nations League, l’Italia ritrova la Polonia sulla sua strada. Per la sfida in quel di Chorzów, Mancini conferma gli undici del test amichevole con l’Ucraina di Shevchenko: nel suo 4-3-3 trovano spazio Donnarumma tra i pali, Chiellini e Bonucci al centro della difesa, Florenzi e Biraghi sulle corsie esterne, Barella, Jorginho e Verratti in mezzo al campo e Bernardeschi e Chiesa a comporre il tridente d’attacco con Insigne.
La Polonia, dal canto suo, schiera ben cinque “italiani”, ossia Sczesny, Reca, Linetty, Zielinski e Milik, mentre si accomoda in panchina Piatek. L’Italia impiega ben poco tempo a prendere in mano il pallino del gioco e a mettere in apprensione la retroguardia polacca. Gli Azzurri dominano in lungo e in largo, ma la Polonia si salva in svariate occasioni, anche e soprattutto grazie alla fortuna e alla gran reattività di Szczesny.
Il portiere della Juventus si rende protagonista di tre interventi decisivi, sbarrando la strada del gol a Jorginho e ai suoi ex compagni di squadra Florenzi e Chiellini. Da segnalare anche le due traverse colpite, rispettivamente, dallo stesso Jorginho con un gran destro a giro e da Insigne su suggerimento di Chiesa.
Gli Azzurri impressionano per l’atteggiamento convinto e grintoso e la capacità di costruire azioni degne di nota dal primo all’ultimo minuto del primo tempo, mentre la Polonia fa fatica ad organizzare efficaci trame di gioco oltre la propria metà campo. Lo 0-0 con cui si conclude il primo tempo, dunque, non rende giustizia all’Italia, finalmente bella da vedere.
Nella ripresa, Brzeczek passa dal 4-3-1-2 al 4-4-2 per tenere testa alle sortite offensive degli ospiti, inserendo Blaszczykowski e Grosicki, rispettivamente in luogo di Szymanski e Linetty, ma il copione non cambia. Dopo poco meno di un’ora di gioco, proprio Grosicki chiama in causa Donnarumma con un tiro piuttosto insidioso da posizione ravvicinata, con la risposta del portiere del Milan che non si fa attendere. Poco più tardi, Chiesa si vede annullare un gol per fuorigioco: il classe ’97 insacca a tu per tu con Szczesny su assist di Insigne, con quest’ultimo in posizione irregolare.
Mancini inverte Insigne e Bernardeschi, con il primo che torna ad occupare la posizione di «falso nueve», come già avvenuto nell’amichevole con l’Ucraina, mentre l’esterno della Juventus si sposta sulla corsia di destra. Gli Azzurri rispondono con Chiesa, il cui tentativo viene respinto dalla retroguardia dei padroni di casa.
A poco meno di venti minuti dal fischio finale, il giovane talento in forza alla Fiorentina offre una ghiotta possibilità a Bernardeschi con un gran cross, ma l’ex viola manca clamorosamente la porta da pochi passi di testa. Rispetto al primo tempo, l’Italia soffre in qualche occasione, risultando però sempre brava ad opporsi con grande lucidità ai tentativi degli avversari. Nel finale, Mancini getta nella mischia Lasagna in luogo di Bernardeschi – che poco prima va vicino al gol con un destro da fuori area – e Piccini al posto di Florenzi.
Proprio quando la partita sembra ormai orientata a concludersi sullo 0-0, arriva il gol della vittoria: lo firma Biraghi, che con una gran conclusione di prima intenzione sugli sviluppi di un calcio d’angolo sfrutta al meglio la sponda di Lasagna e batte Szczesny. Primo gol in Nazionale per l’esterno della Fiorentina, con l’Italia che vince per 1-0 in terra polacca e può tornare a dire la sua in ottica qualificazione, ma soprattutto può porre le basi per una rinascita che sia effettiva e non fantasiosa.
Dennis Izzo
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