Con una lettera pubblicata nei profili Social, Roger Federer da il proprio addio al tennis. O, per lo meno, annuncia la propria decisione di ritirarsi definitivamente dopo la “Laver Cup“ in programma la prossima settimana a Londra.
Si sapeva che, prima o poi, sarebbe giunto questo momento ma credo che, nessuno di noi, fosse mai emotivamente pronto.
Negli ultimi tre anni, i tifosi dello svizzero…del tennis…dello sport in generale ci siamo abituati alla sua assenza ma l’addio definitivo spezza il cuore a tutti quanti.
D’altronde, certi personaggi li eleviamo ad eroi e come tali li crediamo “immortali“. Ma in realtà sono esseri umani come noi. Sono fatti di carne ed ossa come noi. E, soprattutto, le ossa della leggenda svizzera hanno cominciato a scricchiolare da un po’ facendo sentire il peso della sua immensa quanto pesante carriera.
Esempio di stile…eleganza…raffinatezza…disciplina…sportività, Federer ha incarnato quelli che sono i veri valori del tennis. Uno sport nobile che, “King Roger“, il Re, ha saputo rappresentare meglio di chiunque altro facendo appassionare, in giro per il mondo, milioni di spettatori. Anche quelli che del tennis non ne sapevano l’esistenza.
Dei suoi venti Grand Slams, dei centotre tornei ATP vinti, delle 310 settimane passate da numero uno della classifica mondiale, dei suoi match epici, delle sue innumerevoli vittorie e anche delle sue sconfitte, ci resteranno solo i ricordi e questa lettera (che vi proponiamo integralmente).
Una lettera che prende in controtempo tutti noi come “il giovane racchetta palle di Basilea” faceva con gli avversari in campo…una lettera che sembra una di quelle demi-volley che solo una mano come quella dello svizzero poteva eseguire…una lettera che assomiglia ad un “ace” piazzato dritto al cuore “della sua famiglia del tennis e oltre“…una lettera che ci lascia lo stesso pizzico di amarezza provato dopo la finale di Wimbledon 2019, persa al quinto set contro Djokovic.
“Alla mia famiglia del tennis e oltre,
Di tutti i doni che il tennis mi ha fatto negli anni, il più grande, senza dubbio, sono state le persone che ho incontrato lungo il percorso: i miei amici, i miei avversari e soprattutto tutti i tifosi che danno vita allo sport. Oggi, voglio condividere alcune notizie con tutti voi.
Come molti di voi sanno, gli ultimi tre anni mi hanno presentato sfide sotto forma di infortuni e interventi chirurgici. Ho lavorato duro per tornare al meglio fisicamente. Ma so anche le capacità e i limiti del mio corpo e, ultimamente, il suo messaggio è stato chiaro. Ho 41 anni. Ho giocato più di 1500 partite in 24 anni. Il tennis mi ha trattato più generosamente di quanto avrei sognato e devo riconoscere quando è il momento di finire la mia carriera competitiva.
La ‘Laver Cup’, prossima settimana a Londra, sarà il mio ultimo evento ATP. In futuro, senz’altro, giocherò ancora a tennis ma non nei Grand Slam o nel tour.
Questa è una decisione dolceamara perché mi mancherà tutto quello che il tour mi ha dato. Ma allo stesso tempo, c’è tanto da celebrare. Considero me stesso, una delle persone più fortunate al mondo. Mi è stato dato un talento speciale per giocare a tennis e l’ho fatto a un livello che mai avrei immaginato, per molto più tempo di quanto pensassi fosse possibile.
In particolar modo, vorrei ringraziare mia moglie Mirka che ha vissuto ogni minuto con me. Lei mi ha riscaldato prima delle finali, ha guardato innumerevoli partite anche quando era incinta di otto mesi e ha sopportato il mio lato ‘sciocco’ con la mia squadra per oltre 20 anni. Vorrei anche i ringraziare i miei quattro meravigliosi ragazzi per avermi supportato, sempre desideroso di esplorare nuovi posti e creare ricordi bellissimi durante il percorso. Vedere la mia famiglia che mi sostiene dalle tribune è una sensazione che conserverò per sempre.
Vorrei poi ringraziare i miei amati genitori e la mia cara sorella, senza loro nulla sarebbe stato possibile. Un grande grazie a tutti i miei ex allenatori che mi hanno sempre guidato nella giusta direzione…siete stati magnifici! E al tennis svizzero che ha creduto in me sin da quando ero un giovane giocatore dandomi una base di partenza ideale.
Voglio ringraziare davvero il mio fantastico team, Ivan, Dani, Roland, e in particolare Seve e Pierre, coloro che ci sono sempre stati e che mi hanno sempre dato i migliori consigli. Anche Tony per aver gestito il mio business per oltre 17 anni. Siete tutti incredibili e ho amato ogni minuto con voi.
Voglio ringraziare i miei sponsor fedeli che sono davvero come partner per me; e le squadre e i tornei dell’ATP Tour che ci hanno accolto costantemente con gentilezza e ospitalità.
Vorrei ringraziare anche i miei avversari. Sono stato fortunato abbastanza da giocare partite epiche che non dimenticherò mai. Ci siamo battuti lealmente con passione e intensità, ho sempre provato a fare il mio meglio per rispettare la storia del gioco. Mi sento estremamente grato. Ci siamo spinti gli uni con gli altri e insieme abbiamo portato il tennis a nuovi livelli.
Soprattutto, devo dire uno speciale grazie ai miei indescrivibili tifosi. Non potete mai sapere quanta forza e spinta mi avete dato. La sensazione ispiratrice di camminare dentro stadi e arene piene è stata una delle grandi emozioni della mia vita. Senza voi, questi successi si sarebbero sentiti soli anziché pieni di energia e gioia.
Gli ultimi 24 anni nel tour sono stati un’incredibile avventura. Anche se a volte sembra che siano passate 24 ore, questi 24 anni sono stati così profondi e magici che sembra di aver vissuto già una vita intera. Ho avuto la fortuna di giocare davanti a voi in 40 diverse nazioni. Ho sorriso e pianto, sentito pieno di gioia e dolore, e soprattutto mi sono sentito incredibilmente vivo. Attraverso i miei viaggi, ho incontrato tante persone stupende che rimarranno amici per tutta la vita. Persone, che si sono levate del tempo per loro per venire a guardarmi giocare e tifare in tutto il mondo. Grazie.
Quando è iniziato il mio amore per il tennis, ero un racchetta palle nella mia città natale a Basilea. Ero solito guardare i giocatori con una sensazione di meraviglia. Loro erano come giganti per me e allora ho iniziato a sognare. I miei sogni mi hanno portato a lavorare più duramente e ho iniziato a credere in me stesso. Un po’ di successo mi ha portato fiducia, mi ha portato sulla buona strada per il viaggio più incredibile che mi ha portato a questo giorno.
Quindi, voglio ringraziare tutti voi dal profondo del mio cuore. Chiunque, in giro per il mondo, ha aiutato a far diventare realtà i sogni di un giovane racchetta palle svizzero.
Infine, al gioco del tennis: ti amo e mai ti lascerò“.
A pochi giorni e nella stessa città dell’incoronazione di Carlo III, (King) Roger Federer abdicherà.
Da parte nostra: semplicemente GRAZIE di tutto sua maestà.
Fonte foto: flickr.com
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
È entrato a far parte di Voci di Città…prima come tirocinante universitario…poi come scrittore nella redazione generalista. Adesso si occupa della Serie A con la rubrica “top & flop” e delle breaking news grazie alle quali si occupa dei temi più svariati: dallo sport all’attualità, passando per le storie più importanti, centrali o divertenti del momento.
Il suo compito? Cercare di spiegare benissimo tutto quello che non sa! (Semicit. Leo Longanesi).