Chi è Jesper Karlsson, il talento svedese di cui si parla poco? Per chi segue il calcio olandese non sarà un nome nuovo, per chi segue il calcio in generale forse sì.
STORIA:
Jesper Karlsson nasce a Falkenberg, in Svezia, nel 1998 ed inizia la carriera proprio nella squadra del suo paese, nel Falkenbergs FF. Un anno dopo l’esordio in prima squadra, che vestirà 29 volte andando a segno sette volte e servendo due assist, Karlsson vestirà la maglia dell’Elfsborg.
Proprio all’Elfsborg arriva la consacrazione in Svezia. Karlsson mette in difficoltà le difese avversarie con i suoi rapidi movimenti e le sue finte di corpo trovando anche la via del goal, e prima di lasciare la Svezia per i Paesi Bassi, il talento svedese segnerà ventidue volte e serverà sedici assist in 94 presenze in tutte le competizioni.
I Paesi Bassi, appunto, o meglio, l’AZ Alkmaar. Le squadre olandesi sono sempre attente ai talenti scandinavi tanto da prenderne molti in giovanissima età e farli crescere in primavera, proprio come con Eriksen all’Ajax. Oltre ad approcciarsi ad un campionato più in auge, Karlsson nell’AZ Alkmaar troverà modo di giocare nelle competizione europee, Europe League lo scorso anno e quest’anno in Conference League, per mettersi in mostra agli occhi dell’Europa e dove finora il suo score è decisamente buono in base alle presenze.
CARATTERISTICHE TECNICHE:
Karlsson forse è il giocatore svedese più tecnico e fantasioso, e un talento così non si vedeva dai tempi di Ibrahimovic. Karlsson è un calciatore di fascia. Essendo destro è stato impiegato come centrocampista esterno nel 4-4-2 sia con il Falkenbergs che con l’Elfsborg, ma con l’approdo all’AZ Alkmaar il suo ruolo è diventato più offensivo, si è spostato sull’attacco della fascia sinistra per rendere al meglio con le sue doti.
Come mai però non abbia trovato molto spazio in nazionale maggiore prima del 2020 risulta alquanto strano dato che parliamo di una nazionale non conosciuta per l’alto tasso tecnico, e come sia stato facilmente escluso dai 23 convocati per l’Europeo del 2021 resta un mistero.
Vedere giocare Karlsson, però, è una gioia per gli occhi. Le sue movenze, i suoi tocchi sembrano frutto di anni a giocare per le strade sudamericane. I paragoni con Neymar si sarebbero sprecati se ad esempio avesse avuto una visione mediatica come capitò al coetaneo Ødegaard nel 2015.
Il bagaglio tecnico di Karlsson è ampio: colpi di tacco per liberarsi della marcatura e servire i compagni; rabone; l’uso abbastanza frequente della veronica; sombreri con l’esterno del piede o anche di tacco; tunnel; cambi direzionali imprevedibili; finte di corpo a disorientare gli avversari; il modo di stoppare la palla che vale il prezzo del biglietto, ma soprattutto una buona visione di gioco ed un potente tiro da fuori area permettendogli di centrare la porta dalla distanza. Insomma, Karlsson ha tutto per diventare un fenomeno.
La crescita nella squadra olandese non può far altro che rafforzare il suo talento e magari un giorno vederlo in un campionato più competitivo. Il Napoli lo ha cercato quest’estate come sostituto di Insigne, e su di lui c’è anche l’interesse del Bologna. Magari l’anno prossimo potremmo vederlo all’opera proprio qui in Italia.
Fonte statistiche goal e assist: trasfermarkt
Simmaco Munno
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Nato a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la letteratura, la linguistica, la musica, sa mettere le mani almeno su tre strumenti e i videogiochi, chiedendosi ogni giorno quale sia il suo scopo nella vita fingendo di essere un filosofo.