L’impresa è iniziata precisamente alle otto e quarantacinque minuti: Roose ha raggiunto il suo primo chilometro dopo tre quarti d’ora dalla partenza.
Nonostante la disfatta finale, è riuscito a concludere la sua camminata dopo 3.5 km a piedi, potendo raggiungere così almeno il record mondiale di stacklining, migliorando il primato precedente pari circa a un chilometro e raddoppiando il suo primato personale di 1.525m in Guadalupe Montserrat.
Jaan Roose alla vigilia dell’impresa
«É un’impresa speciale per l’unicità del posto. Mi sono preparato per un anno, da un punto di vista sia fisico, camminando per lunghe distanze, sia mentale focalizzandomi sulla capacità di restare concentrato per tre o quattro ore senza distrazioni. Fondamentale curare l’idratazione e trovare il modo di riposare le braccia» afferma il trentaduenne estone alla vigilia dell’impresa.
Sempre lo stackliner aveva affermato riferendosi alla forza che le braccia devono avere durante tutto il tragitto della camminata: “Per quello che dipende da me ce la faccio. Il vento non dipende dalla nostra volontà“
L’influenza del caldo pare essere un’altra delle componenti più compromettenti nel raggiungimento del traguardo che di sicuro appesantiscono la capacità di resistenza del giocatore.
Roose sulla caduta finale: “Mi sento Jaantastic!”
La scivolata non lo scoraggia dal desiderio di ottenere il record mondiale per il quale è pronto a riprovarci.
“É una delle mie piu grandi imprese”, afferma a questo proposito.
Alla fine del traguardo, con aria ancora speranzosa, dichiara: “É stata dura fin dall’inizio, sono felicissimo. Ho camminato per 3,6 chilometri sullo Stretto di Messina, è una grande impresa. C’era un po’ troppo vento, ma mi sento Jaantastic“.
Fonte immagine in evidenza: lastampa.it
Marina Zambito