È giunto il momento di fare sul serio: questa sera, infatti, parte la caccia al Mondiale da parte dell’Italia, che alle 20:45 sarà ospite della Svezia alla Friends Arena di Solna. Il match di ritorno, invece, si giocherà lunedì 13 novembre a San Siro. Le due squadre si sono affrontate 23 volte (11 vittorie dell’Italia, 6 pareggi e altrettanti successi scandinavi, di cui l’ultimo nel 1998 in amichevole a Göteborg), l’ultima in occasione dell’1-0 che permise agli azzurri di approdare agli ottavi degli Europei 2016 con un turno d’anticipo. Per gli uomini di Ventura, ma anche per l’intero movimento calcistico del paese, si tratta di due sfide a dir poco fondamentali, incroci che segneranno inevitabilmente il destino del calcio nostrano e della Nazionale, che non prendeva parte ai playoff dal 1998.
In quell’occasione, gli azzurri guidati dall’allora commissario tecnico Cesare Maldini ebbero la meglio nel doppio confronto con la Russia, pareggiando 1-1 a Mosca all’andata – gara in cui fece il suo debutto in Nazionale Gigi Buffon – e imponendosi per 1-0 al San Paolo al ritorno. Dopo vent’anni, dunque, l’Italia torna a disputare uno spareggio per accedere alla fase a gironi della Coppa del Mondo. Nel frattempo sono cambiate tante cose, tra i tanti nuovi arrivati tra campo e panchina e il titolo mondiale vinto nel 2006 in Germania. L’unica costante rispetto alla sfida con la Russia è proprio la presenza di Gigi Buffon, che a quarant’anni ha intenzione di giocare il suo sesto Mondiale.
Il numero uno azzurro rappresenta una vera e propria certezza per il commissario tecnico e per i tifosi della Nazionale, che si aggrappano soprattutto alle parate e al carisma del capitano per mettere in valigia il pass per andare in Russia a disputare i Mondiali. Oltre che su di lui, però, i riflettori saranno inevitabilmente puntati anche sul resto della rosa, in particolar modo sugli attaccanti Belotti, Zaza e Immobile. I primi due sono tornati tra i convocati rispettivamente dopo un infortunio che lo ha tenuto fuori per circa un mese e dopo un’assenza di poco più di un anno per scelta tecnica. Ventura, infatti, non ha potuto fare a meno di dare una chance all’attuale centravanti del Valencia, che in Spagna ha sorpreso tutti ed è secondo soltanto a Messi per reti messe a segno fin qui, con un bottino a dir poco impressionante: nove gol in undici partite.
Il terzo, invece, sta facendo un qualcosa di incredibile con la maglia della Lazio e attualmente guida la classifica dei marcatori di Serie A con ben quattordici reti in undici presenze. Spesso e volentieri decisivo anche in Nazionale, ci si attende una prova convincente dal centravanti biancoceleste, che ha sicuramente tutte le carte in regola per recitare un ruolo di primo piano in questa doppia sfida con la Svezia e risultare decisivo. Del resto, se la coppia d’attacco – che dovrebbe essere composta dallo stesso Immobile e da uno tra Belotti ed Éder (con quest’ultimo, a segno nel successo per 1-0 con gli svedesi agli Europei 2016, favorito sulla punta napoletana), in quanto Zaza ha accusato il riacutizzarsi di un dolore al ginocchio in allenamento e, almeno nella gara d’andata, non potrà dare il suo contributo, pur restando in gruppo – sarà in grado di offrire importanti garanzie, gli azzurri potrebbero addirittura chiudere la pratica all’andata.
Certo, la Svezia può vantare un reparto difensivo piuttosto solido e un gruppo compatto e coeso, ma dal punto di vista tecnico, soprattutto dopo l’addio di Zlatan Ibrahimovic, ha ben poche individualità degne di nota. Ciò detto, è bene però sottolineare che dispone di tutte le caratteristiche per far male ai nostri, anche perché spesso e volentieri l’Italia soffre parecchio con squadre di questo tipo, soprattutto in trasferta. Si tratta di una squadra molto fisica, che nelle qualificazioni ai Mondiali ha a lungo mantenuto la vetta nel girone con Francia e Olanda, bloccando quest’ultima sull’1-1 e battendo i Blues per 2-1 tra le mura amiche. E, come se non bastasse, hanno concluso il proprio percorso col miglior attacco del raggruppamento (26 reti) e la miglior difesa (soltanto 9 reti subite), facendo registrare inoltre un’ottima striscia interna, con un pareggio e quattro vittorie in cinque partite.
Il tandem d’attacco Berg-Toivonen rappresenta un pericolo non da poco per la nostra difesa, in quanto si tratta di due giocatori in grado di fare a sportellate e farsi valere nel gioco aereo e sulle palle inattive anche nei duelli contro difensori granitici come Barzagli, Bonucci e Chiellini. A centrocampo, invece, da segnalare la presenza di Forsberg, uno dei principali punti di riferimento del Lipsia e in possesso di un notevole bagaglio tecnico, mentre in difesa spiccano l’ex Genoa Granqvist e i talentuosi Lindelöf e Augustinsson, in forza rispettivamente a Werder Brema e Manchester United.
Insomma, l’armata svedese e coriacea e disposta a vendere cara la pelle e per l’Italia non sarà affatto una passeggiata. Se gli azzurri giocheranno come sono in grado di fare e faranno valere la propria indiscussa superiorità tecnica, arginando gli stratagemmi adottati da Jan Andersson, però, ci sarebbe ben poco da fare per i gialloblu. Si tratterebbe sicuramente di un bel balzo in avanti nella tortuosa strada verso la Russia, anche se è bene non fare calcoli e pensare soltanto al raggiungimento dell’obiettivo, anche perché gare del genere sono molto ostiche e non consentono cali di concentrazione in alcun caso.
I mesi scorsi non sono stati particolarmente floridi per l’Italia, sia dal punto di vista dei risultati che per ciò che concerne il clima generale attorno agli azzurri, con tifosi e addetti ai lavori perlopiù sfiduciati e quasi senza speranza circa il cammino verso la Russia. Sul banco degli imputati, in particolare, ci è finito Gian Piero Ventura, accusato di aver puntato su un modulo inadatto, il 4-2-4, e di non essere stato in grado di dare un’identità di gioco precisa e definita alla nostra Nazionale, contrapponendolo inoltre ad Antonio Conte, protagonista di un ottimo Europeo in Francia nel 2016 sulla panchina azzurra. In questo momento, però, anche i detrattori dell’attuale commissario tecnico hanno capito che la cosa migliore è focalizzare la propria attenzione al duello con la Svezia, evitando di rendere le cose ancor più difficili.
Forse è un’affermazione un po’ troppo brusca, ma è inevitabile dire che in queste due partite ci sia in ballo la credibilità dell’Italia calcistica e del ciclo di Gian Piero Ventura sulla panchina della Nazionale. Dopo l’emozionante trionfo ai Mondiali 2006, gli azzurri hanno ampiamente deluso le aspettative nel 2010 in Sudafrica e nel 2014 in Brasile, venendo eliminati in entrambi i casi al primo turno in due gironi più che abbordabili (nel primo caso con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia, nel secondo con Inghilterra, Uruguay e Costa Rica). Anche e soprattutto alla luce dei due precedenti a dir poco fallimentari, l’Italia è chiamata a riscattarsi sin da subito. L’eliminazione sarebbe una tragedia sportiva non di poco conto e un Mondiale senza gli azzurri (quattro titoli in bacheca) non avrebbe lo stesso fascino, ma la squadra ha rassicurato tutti: vietato sbagliare.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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