Se prima del calcio d’inizio dell’ultimo impegno dell’Italia nel gruppo J delle qualificazioni agli Europei itineranti in programma la prossima estate fosse stato chiesto ai giocatori, al commissario tecnico Roberto Mancini e a i tifosi di scegliere il modo ideale per concludere degnamente una cavalcata fantastica, probabilmente nemmeno il più ottimista tra questi avrebbe pensato a un risultato del genere per la nostra Nazionale.
Gli Azzurri, infatti, travolgono per 9-1 l’Armenia al Renzo Barbera di Palermo, chiudendo il girone in vetta alla classifica a quota 30 punti, con ben 37 reti segnate e appena quattro incassate in dieci partite. Il tutto pochi giorni dopo aver silurato la Bosnia di Pjanić e Dzeko con un secco 3-0 in quel di Zenica (reti di Acerbi, Insigne e Belotti). Mancini – che proprio in casa della Bosnia aveva battuto il record di vittorie consecutive di Vittorio Pozzo – lancia tra i pali Sirigu, con Di Lorenzo e Biraghi sulle corsie esterne e Bonucci e Romagnoli a comporre la coppia di centrali. In mezzo al campo, invece, spazio al trio Tonali-Jorginho-Barella, mentre Zaniolo e Chiesa supportano l’unica punta Immobile.
L’Italia parte col piede ben piantato sull’acceleratore e dopo nemmeno dieci minuti si porta sul 2-0: prima Immobile va a segno di testa sugli sviluppi di un cross dalla destra di Chiesa, poi Zaniolo raddoppia su assist di Immobile (primo gol in Nazionale per il giovane talento della Roma), che i gol sa segnarli ma sa anche farli segnare ai compagni. Sulle ali dell’entusiasmo, dopo circa 30’ di gioco arriva il terzo gol azzurro, siglato da Barella, innescato da Bonucci, e poco più tardi i padroni di casa calano il poker, con Zaniolo che ricambia il favore a Immobile: il bomber della Lazio tocca così quota dieci reti in Nazionale.
Con la pratica già archiviata nella prima frazione di gioco (4-0 all’intervallo), nella ripresa l’Italia non si accontenta di quanto fatto nel primo tempo e dilaga. Mancini getta nella mischia Orsolini (esordio in maglia azzurra per lui) in luogo di Barella, con Zaniolo che arretra il proprio raggio d’azione ma riesce comunque a centrare la doppietta personale con una rete da consumato goleador dopo poco più di un’ora di gioco.
Capitan Bonucci lascia poi il posto a Izzo, quindi il suo compagno di reparto Romagnoli va in gol da distanza ravvicinata a poco più di un quarto d’ora dal termine della gara, segnando la sua seconda rete consecutiva dopo quella messa a segno il mese scorso contro il Liechtenstein. Nei successivi cinque minuti, l’Italia trova altri due gol, il primo con Jorginho, sempre impeccabile dal dischetto (quattro rigori calciati in Nazionale, altrettanti segnati), il secondo con Orsolini, bravo a mettere dentro di testa un bel suggerimento di Chiesa: per il classe ‘97 in forza al Bologna un debutto da incorniciare.
Esordio anche per Meret, che subentra a Sirigu nel finale e subisce, pochi istanti dopo, l’unica rete avversaria della serata, firmata da Babayan con un gran destro da fuori area. A mettere il punto esclamativo su una serata destinata a rimanere nella storia è però Chiesa, che corona una grandissima prestazione con un meritatissimo gol, anche per lui il primo in Nazionale, cercato a più riprese (soltanto il palo l’aveva fermato precedentemente).
Era da tempo che gli Azzurri non avevano così tante certezze, soprattutto a livello mentale. Già, perché non è solo il livello tecnico dell’organico a disposizione di Mancini a far ben sperare, ma anche e soprattutto la forza caratteriale di un gruppo che non ha mai mollato di un centimetro nel corso di una stupenda cavalcata di cui si parlerà a lungo, non solo per gli impressionanti numeri fatti registrare dalla Nazionale. Undici vittorie consecutive (dieci nelle qualificazioni a Euro 2020) per l’Italia, come mai avvenuto prima d’ora, e se non fosse stato per il gol della bandiera di Babayan avremmo potuto parlare di vittoria più larga nella storia della Nazionale, che ha comunque eguagliato il massimo numero di reti segnate in una singola gara (9, appunto, nel 9-0 rifilato agli Stati Uniti nelle Olimpiadi di Londra del lontano 1948, ben 71 anni fa).
Se è vero che avevamo i favori del pronostico con l’Armenia, è pur vero che fino a pochi mesi fa facevamo molta fatica anche e soprattutto in partite del genere e non abbiamo mai avuto tanta esplosività e brillantezza in fase offensiva. Basti pensare che proprio l’Armenia abbia creato non pochi grattacapi all’Italia nel recente passato. Passato, appunto, perché il presente sorride a una Nazionale che sa mettersi in mostra al meglio e esibire un gioco corale e efficace. Sono questi i presupposti (ottimi) con cui ci apprestiamo ad affrontare gli Europei ed è inutile aggiungere che mai siamo approdati così in forma a una competizione così importante, forse nemmeno nel magico 2006.
Dennis Izzo
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