Ennesimo passo falso per l’Italia in un biennio quasi totalmente da dimenticare: dopo aver clamorosamente mancato l’approdo ai Mondiali disputatisi in Russia la scorsa estate, infatti, gli Azzurri non sono riusciti a rialzare immediatamente la testa e a scuoterli non sembra essere bastato nemmeno il cambio in panchina, con Gian Piero Ventura rimpiazzato da Roberto Mancini.
La Nazionale viene bloccata sull’1-1 dall’Ucraina in quel di Genova, non riuscendo a vincere ancora una volta: l’ultima vittoria, infatti, risale addirittura allo scorso 28 maggio (2-1 all’Arabia Saudita in amichevole). Da lì in poi sono arrivati tre pareggi e due sconfitte tra amichevoli (ko per 3-1 con la Francia, 1-1 con l’Olanda e, appunto, pareggio col medesimo risultato con l’Ucraina) e Nations League (1-1 con la Polonia e sconfitta per 1-0 col Portogallo).
Oltre a ciò, l’Italia ha pareggiato tutte e cinque le ultime gare disputate tra le mura amiche: non aveva una striscia così lunga di gare senza vittoria in casa addirittura dal 1925. Dalla bruciante eliminazione riportata nel doppio confronto con la Svezia ad oggi, inoltre, gli Azzurri hanno fatto registrare i peggiori risultati negli ultimi 38 anni.
Per la sfida con l’Ucraina di Andriy Shevchenko, vecchia (ma non troppo) conoscenza del calcio italiano (322 presenze e 175 reti con la maglia del Milan tra campionato e coppe in otto stagioni, con cinque trofei vinti), Mancini rivoluziona i suoi, cambiando ben otto undicesimi rispetto al recente flop in terra portoghese: tra i pali spazio a Donnarumma, con Florenzi e Biraghi sulle corsie esterne e Bonucci e Chiellini al centro della difesa. In mezzo al campo, trovano posto Verratti, Jorginho e Barella, con Bernardeschi e Chiesa a supportare l’unica punta Insigne.
La Nazionale parte col piede giusto, proponendo un gioco efficace e mettendo alle corte il reparto arretrato degli ucraini, tenuti in piedi da un super Pyatov: l’estremo difensore dello Shakhtar Donetsk si supera sui tentativi di Bernardeschi, Bonucci e Biraghi. Poco prima della mezz’ora di gioco ci prova anche Insigne, ma il suo tiro a giro su suggerimento di Chiesa termina a lato.
Tre minuti più tardi ci prova ancora Barella, quindi tocca a Chiesa nel finale della prima frazione di gioco, ma in entrambi i casi Pyatov è attento. Al 43’ la partita si ferma per ricordare le 43 vittime in seguito al tragico crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto lo scorso 14 agosto.
Dopo un primo tempo in cui l’Italia prende in mano il pallino del gioco con autorevolezza e personalità e sfiora più volte il gol, la rete siglata da Bernardeschi (la seconda per lui con la maglia della Nazionale) dopo dieci minuti della ripresa è la logica conseguenza della notevole mole di gioco prodotta dagli Azzurri fino a quel momento. Il sinistro dalla distanza dell’esterno della Juventus – sostituito due minuti dopo da Immobile – è vincente e Pyatov non può far nulla per impedire al pallone di entrare in rete, pur toccando il pallone.
Il vantaggio sembra rappresentare l’ideale per l’Italia, che dopo aver dominato in lungo e in largo raccoglie i frutti del proprio impegno, ma dopo pochi istanti arriva il pareggio ospite con Malinovskyi, con una girata di sinistro che sorprende Donnarumma, quindi il centrocampista del Genk colpisce anche la traversa a poco meno di 20’ dal fischio finale.
Nel finale si registra un tentativo di testa di Bonucci, con Mancini che cerca di scuotere i suoi, gettando nella mischia i vari Bonaventura, Pellegrini, Berardi e Criscito, rispettivamente in luogo di Verratti, Barella, Insigne e Biraghi, ma non basta: a Marassi finisce 1-1 e, nonostante i passi in avanti per quanto concerne il gioco, resta l’amarezza per l’ennesima vittoria sfumata. Domenica appuntamento con la Polonia in quel di Chorzów, sfida valevole per la terza gara della Nations League.
Dennis Izzo
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