L’eliminazione subita dall’Italia con la Macedonia nel playoff valevole per l’accesso ai Mondiali di quest’anno rappresenta una ferita ancora aperta. “Un rimpianto che avremo fino a dicembre”, come dichiarato da Roberto Mancini dopo la vittoria in amichevole con la Turchia.
Il Mancio ha recentemente confermato che onorerà il contratto con l’Italia fino al 2026. Sarà fondamentale iniziare a programmare il futuro sin da subito, per non farsi trovare impreparati nel momento della verità.
Molti dei giovani lanciati negli ultimi quattro anni da Mancini rappresentano indubbiamente giocatori su cui l’Italia spera di poter contare nei prossimi anni, ma non di certo gli unici.
All’elenco vanno aggiunti i talenti che non hanno ancora avuto modo di imporsi in Nazionale. Alcuni di questi sono stati già convocati per lo stage pre Macedonia e fanno parte dell’Under-21 di Paolo Nicolato (Carnesecchi, Okoli e Fagioli della Cremonese, Frattesi del Sassuolo, Ricci del Torino).
Con Gigio Donnarumma destinato ad essere il numero uno azzurro per molti anni, alle sue spalle in molti si contendono il ruolo di dodicesimo. Sin qui, a ricoprirlo, è stato Salvatore Sirigu (28 presenze e sei competizioni con l’Italia).
Da tenere d’occhio Marco Carnesecchi, protagonista di un’ottima annata in B con la Cremonese e finito nel mirino di numerosi club di primo piano. Tra questi, Juventus, Lazio e Fiorentina. Di proprietà dell’Atalanta, il classe 2000 è l’attuale titolare dell’Under-21.
Potrebbero aspirare alla maglia azzurra anche Stefano Turati, 20enne in prestito alla Reggina dal Sassuolo, e Alessandro Plizzari, 22 anni da poco compiuti, attualmente in prestito dal Milan al Lecce.
Tanti dubbi riguardano il reparto arretrato del futuro prossimo. I leader Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, rispettivamente quasi 38 e 35 anni, a breve lasceranno la Nazionale.
Bastoni ha già dimostrato di poter essere una risorsa importante per ripartire. Ci sarà però bisogno di altri elementi affidabili per ricostruire il pacchetto difensivo.
Alcuni di questi si stanno mettendo in mostra, chi più chi meno, in Serie A quest’anno. Il classe ‘98 Nicolò Casale è titolare nel sorprendente Verona, che ha lanciato anche il 2003 Diego Coppola. Andrea Carboni (2001), Giorgio Altare (‘98) e Matteo Lovato (2000) sono fondamentali per il Cagliari. Gasperini ha fatto debuttare il 2003 Giorgio Scalvini e il 2002 Giorgio Cittadini. L’Empoli punta sul 2002 Mattia Viti, mentre Milan e Torino possono contare sui ‘99 Matteo Gabbia e Alessandro Buongiorno.
Per ciò che concerne le corsie esterne, in A militano il ‘99 Gabriele Zappa (Cagliari), i 2000 Raoul Bellanova (Cagliari), Fabiano Parisi (Empoli), Andrea Cambiaso (Genoa), Alessandro Zanoli (Napoli), i 2002 Riccardo Calafiori (Genoa, in prestito dalla Roma) e Destiny Udogie (Udinese).
In Serie B, invece, tra i centrali più interessanti da segnalare Federico Gatti (1998), acquistato dalla Juventus a gennaio e lasciato in prestito al Frosinone fino a giugno, e Caleb Okoli (2001, in forza alla Cremonese in prestito dall’Atalanta).
Intrigano anche i profili di Davide Bettella (2000, Monza in prestito dall’Atalanta), Lorenzo Pirola (2002, Monza) e Simone Canestrelli (2000, Crotone).
Tra i terzini, invece, spiccano il classe ‘99 Samuele Birindelli del Pisa, figlio dell’ex bandiera della Juventus Alessandro Birindelli, e Antonino Gallo (2000) del Lecce.
In mezzo al campo, abbondano i nomi tra cui scegliere per imbastire il reparto del futuro. Questo può essere senz’altro ritenuto un aspetto positivo, soprattutto in un periodo complicato in cui i giovani italiani faticano a emergere.
Tra i volti noti, già affermatisi in Serie A quest’anno, figurano Davide Frattesi del Sassuolo, Tommaso Pobega e Samuele Ricci del Torino, Nicolò Rovella (di proprietà della Juventus) e Manolo Portanova del Genoa. Ci sono anche giocatori entrati da poco nel giro della Nazionale maggiore (Tonali e Locatelli) e altri che potrebbero entrarvi presto.
Nicolò Fagioli e Gianluca Gaetano della Cremonese a fine stagione potrebbero rientrare alla base (Juventus il primo, Napoli il secondo). Edoardo Bove e Cristian Volpato, prodotti del vivaio della Roma (così come il 2002 Tommaso Milanese dell’Alessandria), sono stati lanciati quest’anno in prima squadra da Mourinho. Allegri ha fatto lo stesso con Fabio Miretti (2003) della Juventus Under-23.
Tutti giocatori che hanno tutte le carte in regola per fare una grande carriera. Non sono da meno i 20enni Filippo Ranocchia (Vicenza, in prestito dalla Juventus), Emmanuel Gyabuaa e Alessandro Cortinovis (in prestito rispettivamente a Perugia e Reggina dall’Atalanta) e il 2000 Mattia Viviani del Benevento, già 8 presenze in Serie A col Brescia.
L’attacco è il reparto che fa più discutere. Da anni, appassionati e addetti ai lavori evidenziano la mancanza di centravanti affidabili e prolifici. Non è un caso che il miglior realizzatore di tutti i tempi della nostra Nazionale sia ancora Gigi Riva (35 gol). L’ultimo numero nove a segnare più di due gol in una competizione, inoltre, risulta Christian Vieri ai Mondiali 2002 (4 reti).
Tra i possibili centravanti del futuro, molti sono ancora in attesa del debutto. Tra questi, Andrea Pinamonti, che a 23 anni non compiuti sta vivendo la sua miglior stagione in Serie A con l’Empoli (9 gol in 24 presenze).
Lorenzo Lucca, invece, ha iniziato alla grande col Pisa in B, per poi perdere continuità d’impiego e di rendimento (6 gol nelle prime 7 giornate prima dell’inatteso digiuno). Situazione simile per Samuele Mulattieri, in prestito dall’Inter al Crotone, e Lorenzo Colombo (SPAL, di proprietà del Milan).
Kelvin Yeboah, dopo un’ottima parentesi in Austria allo Sturm Graz (20 reti in 38 gare) non si è ancora affermato nel Genoa, così come il suo compagno di squadra Roberto Piccoli (in prestito dall’Atalanta), Eddie Salcedo (Spezia) e Sebastiano Esposito (Basilea).
Promettono molto bene il 18enne Wilfried Gnonto dello Zurigo, scuola Inter, già in doppia cifra quest’anno, e il 21enne Luca Moro del Catania, autore sin qui di ben 21 gol in 24 presenze in Sicilia e passato al Sassuolo a gennaio. Interessante anche il profilo di Giuseppe Di Serio, 20enne del Pordenone, già 16 presenze in A col Benevento lo scorso anno.
Sulle fasce, invece, si segnalano i due 2002 prodotti del vivaio della Roma Matteo Cancellieri (Verona), che la scorsa settimana si è sbloccato in Serie A con un gol da incorniciare, Riccardo Ciervo, in prestito al Sassuolo, il classe ‘98 Luca Zanimacchia della Cremonese, di proprietà della Juventus e il 2000 Nicolò Cambiaghi del Pordenone (in prestito dall’Atalanta).
Una delle poche note liete nella travagliata stagione dei friulani. Completano la lista il classe ‘99 Riccardo Sottil della Fiorentina e il 20enne figlio d’arte Daniel Maldini (Milan).
Per loro potrebbe arrivare presto un’occasione in azzurro, ma potranno giocarsi le loro carte anche Brian Oddei (2002, in forza al Sassuolo) e i fratelli Emanuel (2000, Bologna) e Samuele Vignato (2004, Monza).
Molti dei nomi sopracitati per ogni reparto sono ancora parecchio giovani e inesperti. Alcuni, peraltro, militano in campionati inferiori o in Primavera. Non è assolutamente scontato, dunque, che una buona parte di loro riesca ad affermarsi.
Tuttavia, è importante tenere a mente che il materiale tecnico e umano per ripartire e sperare in un futuro radioso per l’Italia calcistica non manca. Molti dei nostri giovani talenti sono prigionieri di una mentalità sbagliata e controproducente, che finisce col porre fine alle loro carriere ancor prima che sboccino.
Molti prospetti interessanti sono spesso e volentieri finiti nel dimenticatoio a causa della scarsa fiducia nei loro confronti. Tutt’oggi molte squadre italiane preferiscono affidarsi a giovani inesperti pescati un po’ ovunque in giro per il mondo piuttosto che permettere ai talenti nostrani di mettersi in mostra.
La clamorosa eliminazione negli spareggi per Qatar 2022 non è certo (solo) frutto dello scarso impiego dei giovani italiani in Serie A, anche perché Roberto Mancini in veste di ct dell’Italia ha invertito sensibilmente questa tendenza, ma non può bastare.
Un uomo solo al comando non può fare miracoli. È necessario il contributo di tutto il sistema per cambiare radicalmente le cose e far sì che l’Italia torni ad essere un paese per giovani, in tutti i sensi. Perché giovani, nel calcio e non solo, fa rima con speranza e futuro.
(4-4-2): Carnesecchi; Udogie, Lovato, Okoli, Cambiaso; Fagioli, Frattesi, Ricci, Pobega; Moro, Pinamonti.
Dennis Izzo
Fonte immagini: Profilo Twitter Nazionale italiana
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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