Debutto agrodolce per l’Italia nella Nations League, con gli azzurri che non vanno oltre l’1-1 contro la Polonia al Dall’Ara di Bologna, davanti a circa 22.000 tifosi, alternando buone cose ad errori grossolani che una delle Nazionali più importanti al mondo non può certamente permettersi, soprattutto un impegni ufficiali e prestigiosi. L’avversario, spesso e volentieri sottovalutato, si rivela piuttosto in salute e mette in difficoltà più volte la retroguardia nostrana, incerta e debole in tante, troppe occasioni.
Dopo un avvio abbastanza propositivo dell’Italia, la Polonia prende le misure e risponde con l’arma del contropiede, sul proficuo asse Lewandowski-Zielinski: il centrocampista del Napoli è uno dei più pericolosi e incontenibili nella prima parte di gara e conferma il suo ottimo inizio stagionale. Dopo la doppietta al Milan, il classe ‘94 prima impensierisce Donnarumma da posizione ravvicinata, trovando sulla strada del gol la risposta attenta dell’estremo difensore rossonero, quindi lo batte per la terza volta nelle ultime due gare tra club e Nazionale, cogliendo impreparata la difesa azzurra su un cross dalla sinistra di Lewandowski e andando in gol con un gran destro di prima intenzione.
Il centravanti del Bayern Monaco è un attaccante completo e lo dimostra anche nella sfida con l’Italia al Dall’Ara: nel suo repertorio non c’è solo il fiuto del gol, ma anche e soprattutto la capacità di non dare punti di riferimento alle difese avversarie e di caricarsi la squadra sulle spalle. A ciò si aggiunge la spiccata abilità nel gioco aereo, marchio di fabbrica dei giocatori polacchi. Il numero nove degli ospiti, insomma, fa ciò che non riesce a Balotelli, limitato da una condizione fisica tutt’altro che ottimale ed apparso piuttosto evanescente.
L’Italia prova a rispondere con tanta forza di volontà, ma le manca quel pizzico di cinismo e cattiveria di cui necessiterebbe per raccogliere i frutti di una manovra che non porta i risultati sperati. Nella prima frazione di gioco, infatti, si rende pericoloso soltanto Bernardeschi, vicinissimo al gol con un sinistro a giro che termina di poco sul fondo. Nel secondo tempo gli azzurri continuano a faticare parecchio e rischiano di subire il gol del 2-0, con un sinistro di Lewandowski su assist di Blaszczykowski. Ci riprova quindi Bernardeschi, uno dei pochi a non sfigurare in quel di Bologna.
Deludono, invece, due dei tre principali punti di riferimento della nuova era Mancini, ossia Balotelli e Insigne: i due vengono sostituiti rispettivamente da Chiesa e Belotti. Il giovane talento della Fiorentina è l’arma in più nella ripresa e dai suoi piedi partono le azioni più pericolose degli azzurri. Proprio il figlio d’arte guadagna il calcio di rigore che Jorginho segna a poco più di dieci minuti dal termine, firmando il suo primo gol con la maglia della Nazionale.
Nel finale, l’Italia cerca il sorpasso, ma è ormai a corto di energie e la Polonia regge bene, portando a casa un pareggio prezioso. Bicchiere mezzo pieno per gli uomini di Mancini, che avrà sicuramente tanti aspetti su cui riflettere. Di certo, ci si aspettava un esordio diverso e i due punti persi tra le mura amiche non possono bastare per essere soddisfatti. In attesa di considerazioni ben più ampie, per le quali ci sarà tempo in seguito, l’Italia è chiamata a reagire fra due giorni, quando affronterà il Portogallo in trasferta.
Mancini avrebbe sicuramente desiderato un debutto migliore, ma il suo primo match alla guida della Nazionale ha offerto anche tanti spunti di riflessione interessanti ed elementi positivi da affinare con lavoro e perseveranza. Il pareggio maturato al Dall’Ara con la Polonia ricorda, per numerosi punti in comune, la gara pareggiata, sempre per 1-1, contro la Spagna a Torino quasi due anni fa: anche in quel caso, infatti, l’Italia fece fatica ad imporre il proprio gioco e passò in svantaggio, per poi rialzarsi grazie ai cambi, trovare il pareggio (su rigore nel finale, proprio come con la Polonia) e sfiorare il 2-1 dopo un intenso forcing finale.
Dennis Izzo
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