La battaglia al coronavirus non è ancora terminata, ma il mondo comincia a ripartire, tra paesi che fanno passi da gigante ogni giorno e altri che provano a procedere gradualmente verso il ritorno alla normalità. Per quanto concerne l’Europa, la situazione migliora lentamente in numerosi paesi, tra cui Regno Unito, Spagna, Francia, Germania e Italia, con la curva dei contagi e dei decessi in netta flessione. La pandemia ha influito pesantemente su ogni sfera della società pubblica e privata, incidendo sulle abitudini e sulla vita quotidiana di ogni singolo individuo.
Le misure di contenimento hanno riguardato anche la sospensione degli eventi sportivi, con numerosi paesi in cui il campionato di calcio è stato interrotto definitivamente, ad esempio in Francia, Belgio e Olanda, seppur con delle differenze: se in Ligue 1 e in Jupiler League sono stati premiati i vincitori del torneo basandosi sulla classifica parziale (Paris Saint-Germain, primo con dodici lunghezze di vantaggio e una partita in meno rispetto al Marsiglia secondo, e Club Brugge, in vetta con quindici punti in più del Gent in ventinove giornate), infatti, in Eredivisie il titolo non è stato assegnato. Il duello tra Ajax e AZ Alkmaar, dunque, si è concluso senza vincitori né vinti. Entrambe hanno fatto registrare 56 punti in 25 partite di campionato, con i Lancieri in vantaggio per quanto riguarda la differenza reti (+45 contro +37) e le Teste di formaggio capaci di aggiudicarsi entrambi gli scontri diretti, imponendosi per 1-0 in casa il 15 dicembre e per 2-0 all’Amsterdam Arena il 1 marzo.
Il sipario sulla stagione si è chiuso definitivamente anche in Scozia, Galles e Cipro: quest’ultimo ha seguito il modello dell’Olanda, non decretando il vincitore del braccio di ferro tra Omonia e Anorthosis (entrambe in vetta alla classifica a pari merito, con la squadra di Nicosia in vantaggio per quanto riguarda gli scontri diretti), mentre nei primi due casi il Celtic e i Connah’s Quay Nomads, rispettivamente, hanno festeggiato la vittoria del campionato, proprio come avvenuto alle sopracitate PSG e Club Brugge in Francia e Belgio.
Tutt’altra musica in Germania, dove la Bundesliga è ufficialmente ripartita lo scorso 16 maggio, poco più di due mesi dopo la sospensione del torneo, naturalmente senza tifosi e continuando a rispettare le norme igieniche per contenere la diffusione del virus. Niente sputi, abbracci o esultanze di gruppo, utilizzo della mascherina obbligatorio per i giocatori in panchina, gli allenatori e gli addetti ai lavori, conferenze stampa online e divieto di bere da bottiglie altrui: queste e tante altre regole da rispettare sono state inserite in un documento di 35 pagine redatto dalla Bundesliga.
Seppur in un’atmosfera completamente diversa rispetto al solito, il calcio è tornato a riempire i cuori e le giornate dei tifosi e degli appassionati tedeschi, deliziati nuovamente dai gol di Erling Braut Håland e Robert Lewandowski, entrambi protagonisti nelle vittorie di Borussia Dortmund e Bayern Monaco, rispettivamente contro lo Schalke 04 nel derby della Rühr (4-0) e sul campo dell’Union Berlino (2-0), e le prodezze di Kai Havertz e Jadon Sancho. A otto giornate dal termine, i campioni in carica sono primi a +4 sui gialloneri, a +6 sul Borussia Mönchengladbach, a +7 sul Lipsia e a +8 sul Bayer Leverkusen. Quella per il Meisterschale sarà una lunga e affascinante lotta che coinvolgerà almeno quattro squadre da qui al termine del campionato tedesco, coronavirus permettendo.
In Inghilterra, su una prima serie di 748 test sono risultati positivi al coronavirus sei tra giocatori e membri dello staff tecnico. Due giorni fa, numerose squadre hanno ripreso ad allenarsi, ma non manca certo chi storce il naso di fronte alla possibilità di ricominciare a giocare: tra questi, spicca Troy Deeney, esperto attaccante e capitano del Watford. Quest’ultimo, infatti, ha espressamente rifiutato di allenarsi per non mettere in pericolo la salute del figlio di appena cinque mesi, che ha problemi respiratori. L’ipotetica data di ripartenza della Premier League era stata fissata al 12 giugno, ma quasi sicuramente i tempi si prolungheranno di almeno una settimana. Non sono da meno Danny Rose, terzino trasferitosi dal Tottenham al Newcastle in prestito nella scorsa sessione di mercato invernale, che ha dichiarato di non avere intenzione di rischiare la sua salute per far ripartire il mondo del calcio, e il campione del mondo N’Golo Kanté, cui il tecnico del Chelsea Frank Lampard ha dato il permesso di restare a casa e non presenziare al centro sportivo per l’allenamento.
Situazione simile in Spagna, dove il campionato di calcio potrebbe ricominciare a fine giugno, con partite tutti i giorni della settimana e anche in orari inusuali (ad esempio le 23), per far fronte al caldo. In questo modo, la Liga potrebbe concludersi entro il 29 luglio. Poco meno di due settimane fa, sono risultati positivi al coronavirus tre giocatori del Betis, che vanno ad aggiungersi ai tre risultati positivi nelle settimane scorse: il portiere della Real Sociedad Álex Remiro, il centrocampista messicano del Granada (di proprietà del Manchester City) Yangel Herrera e il difensore brasiliano dell’Atlético Madrid Renan Lodi.
Per quanto concerne il campionato di Serie A, invece, il 28 maggio è in programma un vertice tra il ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, che farà le veci del premier Giuseppe Conte, e i vertici del mondo del calcio. Ogni stadio verrà suddiviso in tre zone: area tecnica, spalti e area esterna. Verranno ammesse, in totale, non più di 300 persone (di cui, sul campo, i ventidue giocatori, le ventidue riserve e gli allenatori delle due squadre e massimo 4 raccattapalle), che dovranno misurare la temperatura corporea e munirsi di autocertificazione per poter accedere all’impianto sportivo. Oltre a ciò, i giocatori dovranno cercare di evitare di protestare con l’arbitro, dal quale dovranno tenersi a distanza di almeno un metro e mezzo. Le conferenze stampa verranno quasi sicuramente svolte telematicamente, via WhatsApp o Skype: in alternativa, si valuta la possibilità di aprire la zona mista a poche persone, massimo tre.
Si ipotizza una possibile ripresa il 13 o il 20 giugno, mentre nel caso in cui almeno un giocatore tra le venti squadre di Serie A dovesse risultare positivo, si potrebbe procedere con i playoff, per i quali bisogna però definire le modalità nel dettaglio, oppure concludere anticipatamente la stagione e stabilire la vincitrice del campionato in base alla classifica. Aspetti, questi ultimi, su cui il summit della settimana prossima tra il sopracitato Spadafora, il presidente della FIGC Gabriele Gravina – il cui protocollo è stato approvato dal Comitato tecnico scientifico – e il presidente della Lega Serie A Paolo Del Pino dovrà necessariamente fare chiarezza, onde evitare polemiche e discussioni superflue e fare in modo che il calcio riparta nelle migliori condizioni possibili e senza mettere a rischio la salute di giocatori, allenatori, drigenti, arbitri e addetti ai lavori.
Dennis Izzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
“Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.”