Il divorzio annunciato tra Vettel e Ferrari ha scatenato un vero e proprio domino in Formula 1. Le ipotesi legate al futuro di Maranello, nonchè di grandi piloti come Ricciardo, Sainz e lo stesso tedesco, si sono susseguite di ora in ora. Fino a stamattina: “Stagione 2021: Carlos Sainz in Ferrari, Ricciardo in McLaren“. Una notizia un po’ nell’aria, che vi avevamo anticipato già nel giorno della separazione tra il 4 volte campione del mondo e la Rossa. Una notizia che, alla lunga, potrebbe accontentare praticamente tutti (con qualche riserva sul futuro di Vettel).
Partiamo dalla notizia più importante – senza che ce ne vogliano i tifosi papaya: Carlos Sainz affiancherà Charles Leclerc nel 2021. Una scelta che accontenta tutti? Sì, tra gli addetti ai lavori. Non pochi, infatti, i tifosi Ferrari con un desiderio comune: vedere Daniel Ricciardo in Rosso per i prossimi anni. Qualora si fosse concretizzata tale ipotesi staremmo parlando della coppia potenzialmente più forte dell’intero circus. Eppure il volere a Maranello era un altro e per una volta, pare, ci abbiano visto giusto.
Due galli in un pollaio non possono stare: questa l’idea alla base della scelta fatta. Quando ciò accade uno dei due soffre l’altro, mentre i danni maggiori li paga la scuderia. Esempi storici ne abbiamo a bizzeffe, anche se quelli recenti non mancano (Hamilton-Alonso; Hamilton-Rosberg; gli stessi Vette-Leclerc). Ogni fenomeno ha bisogno di un suo scudiero. Ogni squadra necessita di una seconda guida, una vera seconda guida.
Ricciardo in Ferrari Sarebbe stato un atto delegittimante per Leclerc, inutile girarci intorno: parliamo di un top driver a tutti gli effetti. Uno che con la macchina giusta è capace di impensierire chiunque (Hamilton compreso). L’australiano avrebbe visto la Rossa come l’ultima vera opportunità di lottare per un mondiale, rifiutando di farsi da parte per il fenomeno emergente (gli attriti con Verstappen non sono certo un vecchio ricordo). L’addio di Vettel alleggerisce le casse di Maranello e la testa di Binotto: quale sarebbe stata l’utilità nel riportare un altro fenomeno dall’ingaggio pesante?
Ecco perchè la scelta di Sainz è la migliore possibile. Parliamo di un classe 94, con alle spalle, però, quasi 6 stagioni nella classe regina. Toro Rosso, Renault e McLaren. Ovunque è andato ha dimostrato di essere veloce, costante e affidabile. Con Verstappen e Hulkenberg ha dimostrato di potersela giocare ad armi pari. Il confronto con Norris sul passo gara è stato imbarazzante per il giovane (seppur eccellente) inglese. Lo scorso anno è stato il primo “degli altri“, giungendo sesto in classifica subito dietro i top team e avanti ad Albon e Gasly, che per metà stagione ciascuno hanno guidato una Red Bull. Non dimentichiamoci inoltre del podio a Interlagos, il primo dopo oltre 5 anni di digiuno per la McLaren.
Arriverà da seconda guida, per portare quei punti mondiali che nell’ultimo decennio non sono stati garantiti dai precedenti scudieri. Le occasioni per avvicinarsi a Leclerc andranno sfruttate a dovere, ma finora ha dimostrato di essere un ragazzo molto intelligente: poche parole, tanti fatti. Lotterà per dimostrare di essere degno di quei pesanti colori. Fiducia porta fiducia.
Passiamo dunque a Ricciardo in McLaren. Come abbiamo detto la notizia va in secondo piano, quasi ingiustamente. Per la scuderia di Woking si tratta di una svolta non indifferente. L’austrialiano in Renault è il grande deluso dello scorso anno: il miglior risultato è stato un 4° posto, finendo solo nono in campionato. La voglia di riscatto è tanta, così come quella della McLaren: una scuderia in ascesa dopo tante stagioni di anonimato. Al pari dell’ormai ex Sainz, si è laureata “prima degli altri” nello scorso campionato. Motorizzata Renault ha battuto proprio la casa Francese, contro le aspettative di tutti.
Non dimentichiamoci inoltre dell’immediato futuro a Woking: dall’anno prossimo si passerà alla motorizzazione Mercedes. Un binomio più che felice, verrebbe da dire: 78 vittorie complessive in 19 anni di servizio, senza dimenticare i 3 titoli iridati di Hakkinen e Lewis Hamilton. Da non mettere in secondo piano il cambio di regolamento del 2022, che potrebbe cambiare le carte in tavole e agevolare particolarmente la stessa McLaren, qualora il nuovo progetto sia valido.
Ricciardo guiderà (si spera) un’auto finalmente competitiva. Seidl sostituirà il partente Sainz con un pilota oggettivamente più forte con già 7 vittorie alle spalle. Un passo in avanti per entrambi.
Passiamo infine al gran deluso della giostra: Sebastian Vettel. Quella del 2020 sarà la sua ultima stagione in Rosso. Il messaggio è stato chiaro: il futuro della Ferrari è Charles Leclerc, con tanti saluti alle 14 vittorie conquistate in 5 stagioni dal tedesco. Dalle stelle alle stalle, verrebbe da dire: dal sedile più importante di tutta la Formula 1 a un futuro senza certezze.
Le voci che volevano uno scambio equo tra Sainz e Vettel sono svanite con l’annuncio di Ricciardo. Le porte in Red Bull non dovrebbero aprirsi (si punta tutto su Verstappen) mentre quelle in Renault non sarebbero all’altezza del 4 volte campione del mondo. Cosa rimane dunque? La Mercedes e Toto Wolff, giocano un ruolo fondamentale, a tal proposito. Lo stesso direttore esecutivo ha dichiarato “Non possiamo ignorare Vettel” e sembra ormai scontato che Bottas saluterà il team di Brackley a fine 2020. A quel punto si dovrà decidere: spazio al nuovo? O si punta (dopo Rosberg e Schumacher) a far tornare un tedesco in Mercedes?
I giovani per un posto in Mercedes scalpitano. Norris, Russel e Ocon hanno dimostrato di potersi giocare le loro carte per il secondo sedile. Per Vettel quella in argento sarebbe l’ultima avventura di una grandissima carriera (33 anni da compiere il 3 luglio). Strade diverse? In Formula 1 praticamente nessun’altro sedile è alla sua altezza e qualora non si concretizzasse il matrimonio teutonico il ritiro sarebbe tutt’altro che un’ipotesi. Con nostro enorme dispiacere.
Francesco Mascali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»