Si torna a Spa un anno dopo e il primo pensiero è per Anthoine Hubert, scomparso durante gara 1 di F2 la scorsa stagione. Fatta questa premessa, la gara in sè non ha dato molto di cui parlare se non il solito dominio della Mercedes e di Hamilton, Verstappen che prova a dare un senso al mondiale e le singole gare e la Ferrari che oltre ai problemi di velocità ha pure problemi di affidabilità.
Spa molto sfortunata anche per Antonio Giovinazzi che colleziona solo ritiri nel Gp del Belgio. Che senta pressione dei giovani cavallini rampanti della FDA che scalciano per avere un posto il prossimo anno? Intanto lui non si aiuta con questi errori grossolani. Bene le Renault, malino le Racing Point. Gasly eroico, ma da quando è tornato in Toro Rosso (o Alpha Tauri, fate voi) ha dimostrato di essere un gran pilota. Che sia la Red Bull, invece, una macchina poco adatta a piloti diversi da Verstappen?
I fatti da raccontare son cominciati ben prima dello spegnimento dei semafori. Una Williams va per prati nel giro che porta allo schieramento della vettura. Sainz perde potenza e fumo dal retrotreno della sua MCL35. Una volta tornato ai box si toglie la tuta: salta questa edizione del GP del Belgio. Poi il via, e l’MVP della partenza è sicuramente Leclerc che, con gomme soft, guadagna subito 4 posizioni ed effettua un sorpasso monstre su Perez alla Bus Stop.
Davanti non succede niente, con le Mercedes che difendono di squadra le prime due posizioni e con Ricciardo che non riesce a superare Verstappen. La Ferrari numero 16 accusa problemi e pian piano viene recuperata e sorpassata, facilmente, da tutte le vetture dietro.
Prima Safety Car al giro 11 quando Giovinazzi perde la sua Alfa Romeo, va a muro e i detriti centrano Russell. Ne approfittano tutti per fare pit stop tranne Gasly che si ritrova quarto. Si riparte al giro 15 e come all’inizio le due Mercedes scappano via mentre nel mid-group c’è parecchia attività. Prima Perez subisce due sorpassi, dunque Kimi Raikkonen aggancia e sorpassa Vettel sul rettilineo del Kemmel.
Ferrari clamorosamente in difficoltà anche dopo il pit stop, tanto che il tedesco è costretto a far andare via prima il finlandese dell’Alfa Romeo e qualche giro più tardi anche Perez. Al giro 36, il messicano fa un sorpasso clamoroso su Kvyat e conquista la nona posizione. Ultimi giri che non regalano nessuna emozione e Hamilton conquista agilmente una vittoria mai messa in discussione. I recordi di Schumi si avvicinano.
Antonio Maimone
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