Doveva essere la gara più imprevedibile dell’anno, ma il Gp di Miami ha raccontato una storia fin troppo chiara: la McLaren domina, la Ferrari affonda e la Williams risale.
In un Gran Premio che ha messo a nudo le vere forze in campo, Oscar Piastri ha colto la sua terza vittoria consecutiva, davanti a Lando Norris. I due piloti McLaren confezionano una doppietta imperiosa, che quasi sa già di mondiale costruttori.
Alle loro spalle, il vuoto. Mentre Red Bull e Mercedes faticano a tenere il passo (terzo Russell a 37 secondi dalla vetta e quarto Verstappen a circa 40 secondi dalle Papaya), i due piloti Ferrari finiscono per litigare via radio per un misero settimo posto, incalzati da una Williams in grande forma.
Sulla pista dell’Hard Rock Stadium che esalta equilibrio, efficienza e trazione, la McLaren ha dato una vera e propria lezione alla concorrenza. Piastri ha superato Verstappen al 14° giro senza mai voltarsi indietro, mentre Norris (vincitore della Sprint), penalizzato all’inizio da un ennesimo contatto con Max in curva 1, è risalito in fretta fino alla seconda posizione, tentando poi inutilmente di andare a riprendere il compagno.
Il successo di Miami è figlio di un progetto tecnico ormai maturo: la MCL39 ha una finestra di funzionamento ampia, un bilanciamento impeccabile e la miglior gestione gomme del circus. L’unica incognita per il team papaya resta la qualifica, in cui la piattaforma rigida della vettura limita la sensibilità dei piloti: un fattore che potrebbe pesare su piste come Imola o Monaco, in cui superare è molto difficile. Al momento, l’impressione è che la lotta al titolo sia un affare interno tra Piastri e Norris. Con l’australiano, fino ad adesso, inaspettatamente (prima di inizio stagione) in vantaggio.
Alle spalle delle papaya, George Russell conquista un buon podio, massimizzando per l’ennesima volta il pacchetto a sua disposizione. Il pilota britannico, che non ha ancora rinnovato con la Mercedes, si trova “al posto giusto al momento giusto”, azzeccando il timing ideale del pit stop in regime di Virtual Safety Car, per poi resistere nell’ultimo stint alla risalita di Verstappen.
Andrea Kimi Antonelli, autore di una storica pole nella Sprint, va un po’ in difficoltà in gara. Il giovanissimo pilota italiano, terzo sulla griglia di partenza, ha sopravanzato Norris al via, cercando addirittura di insidiare Verstappen nelle prime curve. Tuttavia, con il passare dei giri, ha dovuto arrendersi alla risalita delle due McLaren, per poi “subire” la Virtual Safety Car appena dopo la sosta e chiudere, con buona dose di sfortuna, in sesta posizione. Rimane un weekend da sogno quello del rookie Mercedes, che ha stupito il mondo al venerdì con una pole per la Sprint Race e battuto Russell nelle qualifiche del sabato.
Lotta come un leone Max Verstappen, solo quarto con una Red Bull ancora lontana dalla forma migliore. Se il nuovo fondo della RB21 aveva dato segnali incoraggianti il sabato, in gara la mancanza di passo è stata evidente. Il pilota olandese, scattato dalla pole, ha resistito tenacemente agli attacchi degli alfieri McLaren nella prima parte di gara, cedendo poi di schianto, sia ai piloti papaya, sia a George Russell, che ha gestito magistralmente l’ultimo stint di gara.
Per Verstappen, dunque, un amaro quarto posto e la speranza di rimanere aggrappato al Mondiale, in attesa di Barcellona, vero e proprio crocevia della stagione.
Il compagno di box, Yuki Tsunoda, chiude in decima posizione e riesce dunque a strappare un punticino, dopo una pessima qualifica. Il giapponese si sta comportando meglio dei suoi due predecessori (Perez e Lawson), ma il gap da Verstappen resta enorme.
Ancora benissimo la Williams, vera e propria sorpresa di questo primo scorcio di stagione. Alex Albon (quinto) e Carlos Sainz (nono) regalano 12 punti pesantissimi alla scuderia britannica, che allunga sulla Haas in classifica e quasi può pensare di mettere la Ferrari nel mirino.
Il tanto criticato approdo di Sainz in Williams potrebbe tramutarsi in un clamoroso jolly in vista del 2026, a patto che riesca quantomeno a pareggiare le prestazioni di un Albon tirato a lucido.
E la Ferrari? A Miami si consuma l’ennesima crisi tecnica e identitaria.
Dopo una pessima qualifica (quinta forza dietro la Williams), Charles Leclerc e Lewis Hamilton – settimo e ottavo al traguardo – chiudono con distacchi imbarazzanti dalla vetta: 57 secondi per il monegasco, oltre un minuto per il britannico.
La SF-25 è una macchina difficile da leggere e settare. Il suo limite non è solo nelle curve lente o nella gestione gomme, ma nella sua imprevedibilità strutturale.
Vasseur, team principal della scuderia italiana, continua a predicare calma e ottimismo per un grande potenziale da liberare, ma i piloti raccontano un’altra verità: una vettura instabile, sempre al limite, con una finestra di utilizzo ristrettissima. Nulla a che vedere con la solidità McLaren.
A questa desolante fotografia si è aggiunto uno spiacevole teatro di team radio e ordini di scuderia.
Il battibecco tra i due piloti Ferrari si è consumato a tre quarti della distanza di gara, quando sembrava fosse possibile andare ad acciuffare Antonelli (sesto), che precedeva Leclerc e Hamilton di 5-6 secondi. In quel momento Hamilton aveva le Medie e Leclerc le Hard. Dunque, per logica, il pilota monegasco avrebbe goduto di più grip nelle ultime tornate del Gran Premio.
Tuttavia, sotto ripetuta richiesta del nervosissimo britannico, dal box è partito l’ordine di invertire le posizioni. Charles si è fatto da parte ma è, prevedibilmente, rimasto negli scarichi di Hamilton, perdendo ulteriore tempo. A quel punto, ha cominciato a reclamare la restituzione del settimo posto (!) usurpato, visto che Lewis non riusciva ad avvicinarsi a Kimi. Nuovo “swap” e polemica innescata da Hamilton: “Devo far passare anche Sainz?”. Un disastro.
In attesa di eventuali aggiornamenti, la stagione della Rossa è fin qui pessima. Nel giro di un inverno, la Scuderia di Maranello è passata da sfiorare il Mondiale a galleggiare a margine della top 5. In vista del cambio di regolamenti del 2026, il quadro non può che essere inquietante.
Con i risultati di Miami, la McLaren prende il largo nel campionato costruttori: 105 punti di vantaggio sulla Mercedes, mentre la Red Bull incassa solo 11 punti, uno in più della Ferrari. A sorridere è la Williams, che sale a +17 sulla Haas e consolida il ruolo di leader di metà classifica e mina vagante in vetta.
Nel campionato piloti, Piastri (131 punti) prova ad allungare in classifica su Norris (115 punti), ma le distanze sono ancora molto ridotte. Provano a rimanere aggrappati al sogno mondiale Verstappen (99) e Russell (93). Ormai fuori dai giochi Leclerc (53), Antonelli (48) e Hamilton (41), rispettivamente quinto, sesto e settimo. Fantastico ottavo posto per Albon (30), mentre Sainz (7) scala due posizioni ed è tredicesimo.
Chiudono la top ten Ocon (14) e Stroll (14), oggi a secco di punti.
Fonte Foto in Evidenza: Formula 1 (X)
Angelo Pennisi
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