La Mercedes si aspettava di soffrire il caldo, e invece si è esaltata: con 50 gradi sull’asfalto, la W16 ha dominato il GP del Canada, regalando a George Russell il primo successo stagionale e alla squadra un inaspettato ritorno al vertice.
Il britannico ha firmato una prestazione impeccabile, completando il weekend con pole position, vittoria e giro più veloce. Una risposta importante, quella di Russell, alle crescenti indiscrezioni che vedrebbero Verstappen prendere il suo sedile in Mercedes.
Sedici anni. Tanto abbiamo atteso per rivedere un italiano sul podio di F1. Ed eccolo, Kimi Antonelli, vent’anni non ancora compiuti. A Montreal, ha corso come un veterano: la partenza fulminea, la gestione della pressione, la lucidità nel finale. Ha superato Piastri come se fosse routine, ha insidiato Verstappen per gran parte della gara e ha respinto l’assalto finale del leader del mondiale nel finale.
La Mercedes esce dal Canada con 40 punti, un bottino che le permette di scavalcare la Ferrari e tornare seconda nel mondiale Costruttori, a 16 lunghezze di vantaggio sui rivali di Maranello.
Alle spalle di Russell, Max Verstappen ha vissuto un GP faticoso: partito bene, è rimasto sempre in scia del leader ma non ha mai trovato lo spazio per attaccare. In una stagione segnata dalla tensione e con un solo punto rimasto sulla patente prima di incorrere in una squalifica, l’olandese non ha voluto rischiare. Il campione del mondo ha vissuto momenti difficili sul finire dei primi due stint, in cui è stato attaccato da Antonelli, ma la strategia efficace della squadra gli ha permesso di tenere la posizione.
Il ritiro di Lando Norris ha permesso comunque a Verstappen di avvicinarsi al secondo posto nel mondiale, ora distante solo 21 punti.
Weekend difficile per la McLaren, che ha deluso le aspettative. Oscar Piastri, partito terzo, è stato beffato da Antonelli in partenza, senza mai riuscire a restituire il sorpasso. Il pilota australiano ha dunque chiuso quarto, rimanendo comunque saldamente in testa al Mondiale Piloti.
Il Gran Premio del Canada ha segnato la prima vera battaglia interna tra i due piloti “papaya”: Norris, impaziente e sotto pressione, ha tamponato il compagno nel finale, finendo contro le barriere. Un errore costoso, che ha rafforzato la percezione che il team debba puntare su Piastri per il titolo.
La Ferrari torna a essere la quarta forza in pista. Charles Leclerc chiude un weekend pieno di errori in quinta posizione, dopo aver a lungo discusso con il muretto sull’eventualità di una strategia a una sosta. A dire la verità, queste discussioni sembrano fumo negli occhi: la Ferrari non aveva passo, con qualunque strategia.
Lewis Hamilton, in sesta posizione, ha corso con una SF-25 danneggiata: ha perso 20 punti di carico aerodinamico dopo aver colpito una marmotta. La sua gara si era già complicata dopo il primo pitstop, che lo aveva scaraventato nel traffico di diverse vetture in lotta tra loro.
Nel dopo-gara, Hamilton ha ancora una volta ribadito la necessità di aggiornamenti sulla vettura del 2025, per poi spostare tutte le risorse sul 2026. L’esperienza dell’inglese sarà fondamentale per districarsi in un cambio regolamentare così rivoluzionario.
Splendida prestazione per Fernando Alonso, settimo con una Aston Martin finalmente competitiva, tanto in qualifica quanto in gara.
Continua il rilancio della Kick Sauber, portata ancora una volta a punti da un ottimo Nico Hulkenberg. Mattia Binotto gongola, aspettando anche lui un 2026 da protagonista.
Nono posto per Esteban Ocon con la Haas, premiato dalla strategia a una sosta che invece non ha funzionato per Leclerc.
Ultimo punto per Carlos Sainz, decimo al traguardo. A dire la verità, la Williams, che tanto aveva stupito fino a qualche gara fa, pare in caduta libera. Che sia stata penalizzata dalle DT della FIA su ali flessibili e fondo?
Fonte foto in evidenza: Formula 1 (X)
Angelo Pennisi
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