Gara maiuscola di Max Verstappen in quel di San Paolo. L’olandese materializza la sua seconda pole position in carriera in una grande vittoria. Non solo per aver confermato il risultato del sabato, ma per averlo fatto con una grinta da leoni, passando ben 2 volte Lewis Hamilton, recentemente laureatosi campione del mondo per la sesta volta (tanto per non dimenticarsi mai di chi stiamo parlando). Una gara molto piacevole, non solo per la lotta tra i primi 2 classificati ma anche e soprattutto per ciò che è successo dietro. Leclerc dopo una rimonta paurosa (da 14esimo a quarto) arriva a contatto con Vettel (autore non proprio di una grande gara): il monegasco fora l’anteriore destra, il tedesco la posteriore sinistra. Entrambi non le mandano a dire in radio, entrambi avranno molto da chiarire nel post gara.
Una gara folle negli ultimi giri e il risultato finale ne è l’immagine perfetta. Dopo la safety car causata dai ferraristi Albon è secondo ma la sua gara viene rovinata da Hamilton che lo tocca dopo aver superato Gasly che ripartiva da terzo. Gasly dunque ripassa Hamilton che è sotto investigazione con l’ala danneggiata: l’inglese non riesce a passare e il pugno al cielo lo alza il numero 10. Il francese fa segnare il primo podio in carriera con un secondo posto da sogno. Il suo team radio è da brividi e racchiude tutta la frustrazione accumulata nel periodo in Red Bull. Bene anche Sainz, quarto in attesa dell’investigazione su Hamilton. Applausi anche per la nostra Alfa Romeo in quinta e sesta posizione con Raikkonen e Giovinazzi.
Grande partenza di Lewis Hamilton, che brucia un Vettel in difficoltà. Tanta, tantissima roba Leclerc: da 14 esimo fa un balzo in avanti davvero importante, tanto da giungere al secondo giro già 11esimo. All’ottavo giro il primo contatto, che avviene tra Ricciardo e Magnussen, con quest’ultimo che rischia di rovinare la gara dopo una buona qualifica. Dopo dieci giri la situazione è la seguente: Verstappen, Hamilton, Vettel, Bottas, Albon e un Leclerc strepitoso capace di raggiungere in un nulla la top 6. Poi a chiudere la top 10 Gasly, Raikkonen, Grosjean e Giovinazzi, autore anche lui di una buona partenza.
Non molte emozioni nelle prime curve, con tempi cristallizzati. Al giro 20 il primo colpo di scena con Hamilton che anticipa la sosta ma monta rossa: da regolamento dovrà effettuare un’altra sosta. Non attende Verstappen che si ferma un giro dopo ma viene bloccato da un non curante Kubica in pit-lane. L’olandese è dunque dietro Hamilton ma dopo un solo giro lo passa con una manovra da fenomeno alla prima curva. Tra il giro 24 e il 30 tutti gli altri piloti della top 6 si fermano con le posizioni che rimangono più o meno tutte invariate. Tutti e 6 sono su strategie diverse e il risultato finale diventa così impronosticabile, con i tempi che cambiano molto in base alla temperatura in pista e la mescola montata.
Ancora poco da vedere in gara, tanto da catapultarci al giro 41, quando si ferma Bottas. Il finlandese effettua appena 15 giri con gomma bianca, segno che la mescola era davvero poco performante. Al giro 43 tocca ad Hamilton e così come nel primo stint replica Verstappen un giro dopo. Al giro 45 Vettel è momentaneamente in testa. Poi i due reali leader della corsa, Albon, Leclerc e quindi Bottas. Top 10 quindi completata da Gasly, Raikkonen, Giovinazzi, e Perez.
Al giro 51 il crocevia della gara, che da lì fino alla fine diventa divertente e piena di sorprese. Bottas si ferma a causa del motore, parcheggia la vettura e chiama in causa la Safety Car. Verstappen decide di approfittarne ed entra a montare la rossa. Hamilton invece rimane fuori. Alla ripartenza al giro 60 il capolavoro è del 33: prima supera con una mossa da campione chi campione lo è di fatto, poi mantiene la posizione con grande caparbietà. Nel frattempo Albon supera Vettel che non riesce a rimontare ma anzi, perde molto. Tantissima roba per il thailandese di casa Red Bull: giro dopo giro si materializza sempre più il primo podio in carriera, un modo niente male per festeggiare la riconferma in RB. Sesto dietro i top team sempre lo strepitoso Gasly, poi Sainz, Raikkonen, il nostro super Antonio Giovinazzi e Ricciardo.
Al giro 66 il fattaccio: Leclerc approccia Vettel e lo supera dopo il rettilineo del traguardo, il tedesco non molla e si fa sotto al secondo dritto, ma i due si toccano sancendo un altro 0 per il cavallino. I team radio di entrambi sono abbastanza eloquenti. Vettel dopo essere sceso si ferma davanti alla macchina, riflettendo e vivendo un vero e proprio deja-vù: le dinamiche, infatti, sono molto simili all’incidente con Webber in Turchia nel lontano 2010. Che sia la fine della pace tra i due scudieri della Ferrari? Il dopo gara sarà fondamentale per Binotto, che certo non vorrà una situazione scomoda in vista del 2020.
Si riparte al giro 70 con una situazione surreale: Verstappen in testa, poi Albon, Gasly, Hamilton, Sainz, Raikkonen, Giovinazzi, Ricciardo, Norris, Perez e Magnussen. Gli ultimi due giri, dal rientro della Safety Car alla fine, sono da vivere tutto d’un fiato. Hamilton supera subito Gasly (quest’ultimo non molla il passo) ma arrivato al tratto guidato tocca Albon, che si gira e dice addio al primo podio in carriera ad un passo dalla fine. L’inglese ha l’ala anteriore danneggiata e viene superato di nuovo da Gasly.
Il Francese è arcigno come non mai e durante l’ultimo giro vede e rivede il film del suo 2019: dall’approdo in un top team per sostituire Ricciardo al declassamento in Toro Rosso, passando poi per le ultime gare, in cui ha ritrovato il sorriso, la serenità e soprattutto delle prestazioni da campione, come ci aveva abituato nel 2018. Alla bandiera a scacchi alza il pugno e si lascia ad un urlo liberatorio. Questi ultimi mesi nella squadra satellite non metteranno in ombra le buone prove di Albon, che merita la riconferma. Ma la domanda sorge spontanea: Marko e Horner forse sono stati troppo precipitosi? O ancora la RB è una macchina cucita addosso a Verstappen, a discapito degli altri?
Applausi anche per Sainz, che potrebbe festeggiare il primo podio in carriera qualora penalizzino Hamilton. Anche in questo caso sarebbe un risultato più che meritato, dato che lo spagnolo è senza ombra di dubbio il migliore “degli altri” in questa stagione e un podio sarebbe la giusta ricompensa per un manico solido come il suo. Bene, benissimo anche la Alfa: Raikkonen da vecchio continua a dare la paga ai tanti ragazzini in griglia, il nostro Giovinazzi, invece, dimostra ancora una volta di avere la pasta adatta per guidare una F1 e quando la macchina gira è sempre lì, a punti. Da segnalare, qualora ve lo foste scordati, che la Toro Rosso fa segnare il secondo podio stagionale: un risultato maiuscolo per una squadra al di fuori della top 3. Insomma Ferrari a 0, vero. Ma la bandiera italiana è stata portata in alto oggi.
Aggiornamento: Arrivata la penalità di 5 secondi per Hamilton. Dunque Sainz al prima podio in carriera mentre Raikkonen sale al quarto posto e Giovinazzi al quinto.
Francesco Mascali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»