Hamilton umilia tutti in Ungheria, doppia i piloti fino al sesto posto e demolisce gli avversari in questo appuntamento magiaro. Non sappiamo più cosa aggiungere a un pilota e una scuderia che stanno riscrivendo la storia recente di questo sport.
C’è chi, invece, la storia la sta scrivendo in negativo: la Ferrari Non vogliamo sparare sulla Croce Rossa come si dice in questi casi, ma è necessaria una profonda analisi interna. La F1 non è il calcio, dove basta cambiare l’allenatore per ottenere una scossa dalla squadra. Tuttavia sembra che qualcosa bisogna pur farla. Piani alti permettendo.
Menzione speciale alla Haas, la chiamata ai box è stata geniale e particolarmente redditizia.
Lewis Hamilton, voto 10 e lode: Disarmante. Non ha lasciato ai suoi competitors nemmeno le briciole. Distrugge psicologicamente gli avversari, i record di Micheal Schumacher sono a portata di “piede”.
Max Verstappen, 9: Dalle stalle alle stelle in questo caso. Prima l’errore durante il giro di schieramento con rottura di alettone e braccetti della sospensione, poi i meccanici(voto 10 e lode) compiono un miracolo e in soli 20 minuti sistemano la RB16. Dunque la gara: partenza super che dalla settima piazza lo porta dietro Stroll e Hamilton. Nel finale non ne ha per impensierire Lewis ma resiste molto bene al ritorno di Bottas nel finale. Concentrato.
Valtteri Bottas, 6: Arriva terzo ma con questa astronave è forse il minimo sindacale, non basta se vuol lottare contro Hamilton per il mondiale.
Lance Stroll, 7 : Giudichiamo il risultato, buon quarto posto con una vettura che è migliorata tantissimo, forse troppo, rispetto allo scorso anno. Quarto posto che inietta tanta fiducia sul canadese visto che fino all’appuntamento magiaro era uscito con le ossa rotte contro il più quotato Perez. I dubbi sulla pink Mercedes restano
Alexander Albon, 6.5: Giudizio condizionato inevitabilmente dalla pessima qualifica del sabato. Si riscatta alla grande facendo vedere pure degli ottimi sorpassi e una grinta che poche volte ha spiccato in lui. Questo è il modo per rispondere alle tante chiacchiere da paddock che stanno girando circa il suo futuro. Bravo, bravo.
Sebastian Vettel, 7.5: Considerato il mezzo meccanico di cui dispone il tedesco ha fatto un miracolo in Ungheria. Menomale che dovrebbe essere “quello senza stimoli”. Monoposto ai limiti dell’indecenza del nome che porta, sul dritto non va, sull’asciutto non va, sul bagnato idem. Insomma aver ottenuto un sesto posto è un ottimo risultato ma ci rattrista dover quasi gioire di ciò per una Ferrari (voto 0)
Sergio Perez, 5: Voto gravemente insufficiente per il messicano. Qualifica importante ma poi sparisce. Gara sottotono. Non a caso, forse, visti i rumors che lo vorrebbero fuori dalla scuderia per far posto a Vettel. Animo Checo, con una macchina così il podio è possibile.
Daniel Ricciardo, 6.5: Lo abbiamo visto solo nella classifica dei distacchi che compare sulla sinistra, poi mai uno spunto. Arriva ottavo, not bad!
Carlos Sainz, 6: Weekend complicato in Ungheria. lo avevamo notato già dal venerdì ma salva il salvabile mentre Norris sprofonda nelle retrovie. Arriva nono grazie alla squalifica di Magnussen.
Kevin Magnussen, 8.5: Vogliamo toglierci il cappello di fronte alla chiamata ai box per mettere le slick, mentre tutti avevano le intermedie. Lui e Grosjean si sono ritrovati nelle prime posizioni facendo sognare i tifosi della Haas. Poi, le difficoltà della monoposto emergono ma lui riesce a portarla a punti. Chapeau Kevin!
Charles Leclerc, 5,5: Onestamente non riusciamo a dargli la sufficienza. Sia chiaro: pure lui guida un mezzo non all’altezza del nome e come aggravante gli “strateghi” in Rosso non lo aiutano con la strategia di gara. Dopo il secondo posto in Austria sembra essersi spento (quasi sempre dietro al compagno in Ungheria).
Daniil Kvyat, 5 – Fa meno del compitino, non va bene cosi!
Lando Norris, 4.5 : Non è il solito Lando che siamo abituati a vedere. Gara mediocre ma non è solo colpa sua: la sua Mclaren ha sofferto tanto durante il weekend. Lo aspettiamo in Gran Bretagna fra due domeniche.
Esteban Ocon, 4: Male la sua gara, imbarazzante il confronto con il compagno di squadra. Deve fare molto di più.
Kimi Raikkonen, 6 di stima – Ma cosa vogliamo giudicare in un pilota che guida una monoposto piena di difetti e senza un punto forte? Ok, sbaglia e prende penalità a inizio gara per essersi posizionato fuori dalla piazzola, ma sarebbe davvero cambiato poco.
Romain Grosjean, 5: Non ha il passo del compagno di squadra e dopo l’inzio emozionante torna nelle retrovie, avrebbe dovuto far meglio.
Antonio Giovinazzi, 5: Anche lui risente della vettura, ma fa una gara pietosa e non all’altezza. Può e deve fare molto più.
George Russell, 5.5: Emozionante qualifica, mentre in gara sbaglia troppo spesso. Il desiderio di vederlo in una macchina più competitiva è svanito per il 2021.
Nicholas Latifi, 5,5: Bravo a mettere la vettura in Q2 così come in partenza. Sfortunato quando i meccanici lo fanno ripartire mentre transitava Sainz in pit lane. Da lì penalità e poi il lungo calvario fino alla bandiera a scacchi.
RITIRATO:
Pierre Gasly, 6: Complicato giudicare il suo weekend in Ungheria, venerdì non gira, sabato piazza l’Alpha Tauri in Q3 (davanti ad Albon) ma dopo pochi giri il suo motore va in fumo. Un giretto a Lourdes in questi giorni no?
Antonio Maimone
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Classe 1990, fin da piccolo viene soprannominato “Attila” per la sua vivacità. Si laurea in Comunicazione Pubblica e Giornalismo e collabora “Sicilians” da qualche anno. Si narra che la prima parola che il piccolo Antonio abbia detto non sia stata papà o mamma, ma Ayrton Senna. Amante di tutti gli sport ma le quattro ruote sono il suo primo grande amore. La sua frase? “Dammi 3 parole: freno frizione acceleratore”