Vince Hamilton in Cina, con la Mercedes che segna la terza doppietta stagionale su tre gran premi (due vittorie Hamilton e una Bottas). La Ferrari, invece, è lontana e vanifica i passi avanti fatti in Bahrain. Vettel sale per la prima volta in stagione sul podio, ma arriva sotto la bandiera a scacchi dieci secondi dopo le stelle d’argento. Il campionato costruttori recita già +57 per la Mercedes, mentre Hamilton sale a quota 68 punti, superando il compagno di squadra a 62. Per il terzo posto piloti ben 3 nel giro di 3 punti: Verstappen (39), Vettel (37) e Leclerc (36). Un avvio al dir poco inaspettato (e deludente) per Maranello.
Al via, dopo un’altra pole position di Bottas, è Hamilton a dare la zampata vincente. L’inglese parte come un razzo e sfreccia davanti al compagno di squadra, inerme e incapace di rispondere. Da lì in poi, di fatto, è un dominio durato 56 giri. Parte bene anche Vettel, costretto però a rallentare in curva 1 e farsi sorpassare anche dal compagno di squadra. La VSC causata da Kvyat congela già al giro 2 distanze e posizioni. Poi alla ripartenza è lotta interna sia tra le rosse che tra le Mercedes. Al giro 11, per evitare qualunque rischio, arriva il team-order per Leclerc “Fa andare Sebastian“.
Il tedesco non riesce a colmare i 4 secondi di distacco da Bottas, mentre Verstappen continua a tenere il ritmo. Le conseguenze, poi, vengono pagate durante la prima tornata di pit-stop. Al giro 19, dopo un buon rientro dell’olandese, arriva l’attacco proprio del 33. Le similitudini con il GP cinese dello scorso anno sono tante, ma stavolta è bravo Vettel a dare spazio alla Red Bull per poi ripassare in uscita di curva. Il 5 scappa, mentre il compagno di squadra perde tanto e continua ad essere molto distante dalle Mercedes. Al giro 23, dopo che Hamilton, Bottas e lo stesso Leclerc rientrano, la situazione è quanto mai rassicurante per i tedeschi: Hamilton primo a 2 secondi dal compagno, a 7 secondi Vettel poi Verstappen e quinto Leclerc a oltre 10 secondi dal coetaneo olandese.
Il dominio Mercedes poi si concretizza al giro 37. Il distacco tra i due piloti è sufficiente per farli rientrare nello stesso giro. Entrambi riescono a fare il pit-stop senza perdere tempo, ma al rientro Leclerc è secondo, con il compito di bloccare Bottas per far sopraggiungere il compagno di squadra. La strategia di montare la gomma bianca sul ferrarista, però, non paga. Il finlandese in soli 2 giri supera il baby prodigio che curva dopo curva vede sopraggiungere anche Vettel. Al giro 42 Seb passa, mentre al 43 Leclerc rientra ai box, maturando una distanza siderale da Verstappen (oltre 15 secondi).
Più dietro strappano applausi Raikkonen e Perez, partiti 13esimo e 12esimo e adesso in zona punti dopo una buona prova. Ma più di tutti stupisce Alexander Albon. Il Thailandese parte dal fondo della griglia per il brutto incidente in FP3. Al giro 52 lotta addirittura per la decima piazza, vincendo alla fine su Grosjean. Per i fan da casa è lui il pilota del giorno e non c’è alcuna necessità di motivare un premio del genere. Delude invece il nostro Giovinazzi, ancora troppo lontano dal compagno di squadra, che grazie ai suoi punti sta portando l’Alfa Romeo Racing alla quinta piazza costruttori.
Poche emozioni negli ultimi 10 giri tra i primi cinque. Le distanze enormi portano dunque Gasly (sesto) a rientrare e provare il giro veloce con la gomma rossa. Il Francese conclude comunque davanti Ricciardo (primo dietro i top 6) portando anche il punto in più grazie a un tempo da qualifica. Alla bandiera a scacchi esulta, ancora una volta, Toto Wolff, stavolta al dir poco soddisfatto di una gara dominata in lungo e in largo dai suoi piloti. Male, anzi peggio di prima, le Ferrari. Le buone speranze maturate durante le libere deludono al dir poco e spaventano visto il dominio mostrato dalle frecce d’argento. Appuntamento dunque al GP di Baku, in programma tra due settimane.
Una chicca per gli amanti delle statistiche: l’ultima volta che un team ha fatto segnare tre doppiette nelle prime tre gare era il 1992: campionato poi vinto da Williams nei costruttori e con Nigel Mansell e il nostro Riccardo Patrese nelle prime due posizioni del campionato piloti. L’auspicio, per la rossa, è che tale paragone non si concretizzi a fine stagione, anche se le speranze sembrano scemare gran premio dopo gran premio.
Francesco Mascali
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