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Diamanti merita un’altra chance?
17 Gennaio 2018
CalcioPersonaggiVoci di Sport

Diamanti merita un’altra chance?

Home » Voci di Sport » Calcio » Diamanti merita un’altra chance?

Il mondo del calcio viaggia alla velocità della luce, non c’è tempo per fermarsi a pensare. Tra trattative a suon di milioni, giovani potenziali campioni che scatenano aste a cifre da capogiro, campionati esotici che attirano sempre più nomi di rilievo (su tutti la Super League cinese), è davvero complicato avanzare a passo spedito se non si hanno le risorse giuste. In un contesto del genere, un ruolo decisamente di primo piano lo rivestono i procuratori, che in base alle proprie abilità e conoscenze riescono ad offrire il meglio ai propri tesserati, spesso e volentieri a prescindere dal reale valore dei propri assistiti.

E così, se alcuni giocatori riescono a trovare un’opportunità allettante anche quando il loro rendimento non è dei migliori, altri finiscono nel dimenticatoio in seguito a un’annata non particolarmente esaltante, ed emergere dal fondo è un’impresa tutt’altro che semplice. Lo sa bene Alessandro Diamanti, attualmente senza contratto e desideroso di tornare al più presto in pista. Il fantasista toscano, del resto, ha ancora la carta d’identità dalla sua. Non è più un ragazzino, ma a 34 anni ha ancora qualche colpo in canna e non intende lasciare nulla al caso.

La sua è stata una carriera particolarmente affascinante sin qui, non certo costellata da trionfi degni di nota o da squadre prestigiose, ma tutto sommato infarcita di esperienze che lo hanno arricchito da innumerevoli punti di vista, portandolo a giocare in palcoscenici sempre più rilevanti, in linea con una costante crescita sul piano tecnico. Dopo aver mosso i primi passi nella sua Prato, nel 2007 compie il doppio salto dalla C2 alla Serie A e passa al Livorno, quindi scende in B e riporta i labronici tra i grandi, risultandone l’autentico trascinatore con 20 reti in 39 presenze in stagione e una rete nella finale playoff di ritorno vinta per 3-0 contro il Brescia.

Proprio Brescia sarà una delle tappe principali della sua carriera, ma solo dopo un anno con la maglia del West Ham, in Premier League, con cui ha modo di confrontarsi con uno dei tornei più ambiti e intriganti del variegato panorama calcistico europeo. In quel di Londra, disputa appena una stagione con gli Hammers, quanto basta per lasciare il segno oltremanica (29 presenze e 8 reti), prima di tornare in Italia per trasferirsi al Brescia, neopromosso in Serie A. Nel frattempo conquista anche la maglia della Nazionale maggiore, convocato dal commissario tecnico Cesare Prandelli: è l’ennesimo segnale del fatto che la sua carriera sia in un’ascesa costante, di pari passo con i suoi progressi esponenziali dal punto di vista tecnico.

Dopo aver cambiato tre città nel giro di un anno (Livorno, Londra e Brescia tra il 2009 e il 2010), trova una certa stabilità e continuità al Bologna, che rappresenta presumibilmente l’esperienza migliore della sua carriera. All’ombra delle due torri, Diamanti risulta il perno della formazione rossoblu per due anni e mezzo, incantando i tifosi felsinei a suon di giocate di pregevole fattura e perle di rara bellezza.

Il suo talento sconfinato fa comodo anche alla Nazionale, con cui partecipa agli Europei in Polonia e Ucraina nel 2012 (tre presenze e il rigore decisivo nella lotteria dagli undici metri contro l’Inghilterra nei quarti) e alla Confederations Cup l’anno seguente in Brasile (un gol su calcio di punizione nel 2-2 con l’Uruguay in semifinale): in queste due manifestazioni, gli azzurri raggiungono rispettivamente il secondo e terzo posto. Nella sessione di mercato invernale del 2014 lascia l’Italia e accetta la corte del Guangzhou Evergrande di Marcello Lippi, dove ritrova anche l’amico Alberto Gilardino, suo compagno di squadra al Bologna e in Nazionale.

In Cina, Alino non ha problemi di adattamento e lo dimostra facendo registrare 35 presenze e 8 reti, numeri decisivi ai fini della vittoria del titolo nazionale. La Chinese Super League risulta il secondo trofeo della carriera del classe ’83 di Prato, che fino a quel momento aveva vinto soltanto un campionato di Serie C2 con la Florentia Viola nel 2003. In Cina, dunque, Diamanti lascia il segno, ma come spesso gli era capitato in carriera, fa ben presto le valigie e torna in Italia, stavolta alla Fiorentina, con cui trova appena il tempo di segnare due gol nel finale di stagione, quindi tenta nuovamente l’esperienza in terra inglese, stavolta al Watford della famiglia Pozzo, senza però riuscire ad imporsi e a ritagliarsi uno spazio importante.

Dopo una fugace esperienza con la maglia dell’Atalanta, con cui ha disputato la seconda parte della stagione 2015-2016, l’anno scorso ha avuto l’opportunità di vivere un’intera stagione con un’unica squadra, ma in quel di Palermo le cose non sono andate benissimo. Arrivato in rosanero con l’obiettivo di risultare uno di quelli in grado di fare la differenza e di trascinare la squadra siciliana al raggiungimento del proprio obiettivo, ossia la permanenza in massima serie, forte di un curriculum più che rispettabile, il fantasista toscano non è riuscito a ripetere quanto di buono aveva fatto vedere negli anni precedenti, soprattutto con Livorno, West Ham, Brescia e Bologna, finendo per essere soltanto una copia sbiadita del giocatore in grado di risolvere una sfida e di infiammare le platee semplicemente con una giocata.

163048065-f39778f1-cacc-4535-93bd-33cd47155941Nonostante figuri spesso tra i titolari e la squadra faccia molto affidamento su di lui, infatti, la fiamma della fantasia e del talento non si accende praticamente mai e Diamanti si rende protagonista di prove opache che tradiscono le aspettative che tifosi e addetti ai lavori avevano riposto in lui al momento del suo arrivo. Un solo gol – su calcio di punizione, specialità della casa, nella vittoria per 2-0 contro la Fiorentina, sua ex squadra, in uno dei rari momenti positivi della stagione del club rosanero – in 31 presenze e, soprattutto, una serie enorme di prestazioni deludenti e negative, in linea con l’andamento da film horror di una squadra mai capace di invertire la tendenza e dare l’impressione di poter inseguire concretamente la salvezza.

A conti fatti, l’annata deludente col Palermo ha influito e non poco sulla carriera di Diamanti, che al termine della stagione è rimasto senza contratto e non ha trovato nessuna squadra. Le offerte di certo non sono mancate, anche perché non tutte le società hanno la memoria corta ed hanno bene a mente le prodezze degli anni passati del talentuoso ed esperto trequartista toscano, ma nessuna proposta si è rivelata quella giusta e il classe ’83 si è ritrovato a guardare il calcio in tv per ben sei mesi, cosa che non gli era mai capitata prima d’ora in carriera. Nel frattempo, però, ha continuato ad allenarsi e lavorare duramente per farsi trovare pronto e attende freneticamente una nuova avventura, un’occasione stimolante che gli consenta di dire la sua e sparare le tante cartucce ancora a sua disposizione.

Dennis Izzo

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Dennis Izzo

About Dennis Izzo

Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.

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