La Champions League entra nel vivo con scontri già importanti per le qualificazioni alla fase finale. Il big match di questa giornata è stato senza dubbio Juventus contro Barcellona: due grandi squadre protagoniste di una ricostruzione simile basata su svecchiamento, rinnovazione delle rose e stravolgimenti tattici. Non meno importante la sfida dell’Inter contro lo Shaktar Donetsk visto il solo punto nella prima giornata contro il Borussia Monchengladabch. Prove importanti anche per Lazio e Atalanta, entrambe le squadre chiamate a confermare il primo successo.
La fredda Ucraina ospita una partita importante, già quasi decisiva, del girone B. L’Inter affronta lo Shaktar Dontesk, una squadra dimostratasi alquanto insidiosa, tanto da essere reduce da una clamorosa vittoria in casa del Real Madrid.
La squadra di Conte parte subito bene, guidando il gioco e il ritmo della partita. Al 16’ arriva la prima occasione: Vidal lancia Lukaku: l’attaccante belga, prima si fa ribattere il tiro da Trubin e, poi, serve un pallone a Barella, il quale “spacca” la traversa con un bel tiro al volo d’esterno. Appena sessanta secondi dopo, sempre il centrocampista della nazionale conduce un’ottima azione personale, conclusasi con un’altra parata del portiere della squadra di casa. L’inter non demorde e ci riprova ancora al 23’ con un lancio per Lautaro Martinez, l’argentino salta l’estremo difensore ma poi finalizza male non centrando la porta.
L’ultima occasione del primo tempo arriva, da calcio piazzato, al 42’, quando Lukaku tira un siluro che, grazie al tocco strepitoso di Trubin, si stampa nuovamente sulla traversa.
Nel primo tempo De Vrij e compagni hanno veramente poco da rimproverarsi, è mancato solo il gol.
Nella seconda trama di gioco la musica non cambia: i nerazzurri avanti e lo Shaktar Donetsk dietro a difendersi. Al 54’ il tiro di Brozovic viene respinto non perfettamente dal numero uno ucraino e Lautaro Martinez sbaglia un tap-in tutt’altro che impossibile! Non un grande momento per il numero 10 argentino, che, non a caso, verrà sostituito successivamente.
Al 76’ sponda aerea di Hakimi per Lukaku, che viene strattonato da Bondar. L’arbitro e il Var non giudicano il contatto da calcio di rigore.
Da questo momento in poi l’Inter perde lucidità e forza e neanche gli ingressi in campo di Perisic ed Eriksen porteranno nuova linfa.
Si conclude, così, senza reti la seconda partita della Champions League per la squadra di Conte, che, nelle due partite, pur non soffrendo particolarmente l’avversario, ha raccolto solamente due punti. Nonostante ciò, il discorso per la qualificazione, visto il pareggio tra Real Madrid e il Borussia Monchegladbach, è ancora tutto aperto.
Dopo tanto tempo, l’Atalanta torna a giocare una competizione europea nel suo stadio.
Si affrontano due squadre molto simili, per cultura calcistica e stile di gioco, l’obiettivo per entrambe è quello di vincere ben giocando.
Mister Gasperini si affida dal primo minuto a Ilicic. Proprio il centrocampista serbo, al 14’, ricevuta la palla da Djimsiti, sbaglia un rigore in movimento. Chi il rigore lo provoca davvero, al 28’, è Gosens, il quale entra in maniera fin troppo irruente sul petto di Traorè. Dal dischetto il capitano olandese Tadic segna il gol del vantaggio. Al 39’ azione personale di Neres che mette in mezzo un passaggio apparentemente di facile lettura da Sportiello, il quale, in realtà, sbaglia e regala il raddoppio in spaccata di Traorè.
Come da previsione, L’Ajax gioca a campo aperto: ogni anno cambiano gli interpreti, ma non muta il modo di interpretare il match.
Nel secondo tempo, però, l’Atalanta esce più convinta e mette in difficolta gli olandesi. Al 50’, Ilicic, da punizione, trova prontissimo Onana. Al 54’, Papu Gomez con un cross serve a pennello Zapata, il colombiano, di testa, permette alla squadra di casa di accorciare le distanze. Passano appena cinque minuti e Pasalic sfonda centralmente nella giovane difesa ospite liberando Zapata che, con una conclusione potente, realizza il gol del pareggio. Rimessa in equilibrio la gara, l’Ajax ci riprova: sponda di tacco di Traorè e Anthony cerca il colpo di biliardo, respinto però efficacemente da Sportiello.
Al 90’ una palla proveniente dalla destra rimbalza sui piedi di Malinovsky, il quale, dai sedici metri, spara alto. Il centrocampista ucraino, durante la passata stagione, ci ha fatto vedere cose egregie, avrebbe potuto fare meglio…
La partita si conclude con un pareggio giusto e spettacolare. L’Atalanta mantiene il secondo posto nel girone f della Champions League.
A Torino si scontrano due tra gli organici più forti al mondo. Da una parte, il “nuovo” Barcellona di Koeman, che cerca di tornare al tipico stile di calcio catalano, lontano ormai dai tempi di Luis Enrique. Dall’altra, la Juventus di Andrea Pirlo, il quale, orfano di Ronaldo, punta tutto sul tridente composto da Kulusevsky, Morata e Dybala.
I blaugrana partono subito fortissimi: al 2’ Pjanic, dentro l’area, pesca Griezmann, che spara sul palo. Al 14’ un cambio gioco volante di Messi trova Ousmane Dembelè, il quale salta un uomo e, complice la deviazione di Chiesa, trova il gol del vantaggio.
Nell’azione successiva Cuadrado inventa per Morata, che mette la palla in porta, ma l’attaccante spagnolo era in fuorigioco.
Al 23’, ancora calcio spettacolo del Barcellona con uno scambio monstre tra Messi e Griezmann. L’asso argentino, però, tira incredibilmente fuori.
Al 30’, la Juve realizza nuovamente un gol ancora con Morata, ma l’ex Atletico Madrid si trova di nuovo con un piede più avanti rispetto a Ronaldo Aurajo.
A poco a poco, gli ospiti prendono il controllo del gioco grazie ai suoi funamboli e lo si percepisce, in particolare, al 35’, quando Dembelè, dopo una bellissima trama di gioco, si trova nuovamente in avanti; solo un duplice intervento di Szczesny evita il raddoppio del francese.
La fine del primo tempo salva i bianconeri, apparsi in netta difficoltà per questo secondo appuntamento di Champions League
La squadra di Agnelli cerca una reazione nei secondi quarantacinque minuti. Reazione che sembra arrivare al 55’: una sforbiciata di Cuadrado trova la deviazione e la rete di Morata, Il quale, però, si fa trovare, per la terza volta, in fuorigioco. Ennesimo gol annullato al numero nove spagnolo, che rimane, comunque, tra i migliori dei suoi. Quest’episodio sembra dare nuovamente forza e coraggio al Barcellona, che, al 62’, sfiora il raddoppio con una conclusione velenosissima di Messi. Quest’ultimo sale d’intensità e, al 75’, trova un pallone filtrante per Griezmann, che, con la sua conclusione, scheggia il palo. L’incapacità di reagire provoca il nervosismo dei bianconeri e lo si vede, in modo evidente, quando Demiral entra con i tacchetti sull’ex Pjanic prendendo il secondo giallo. Al 90’, Ansu Fati, steso in area dal neoentrato Bernardeschi, conquista un calcio di rigore. Dagli undici metri Messi spiazza l’estremo difensore bianconero e regala i tre punti alla sua squadra.
Il Barcellona vince e convince giocando alla sua maniera. Da incorniciare la prestazione di Pedri, il centrocampista minorenne ha dimostrato una classe e una intelligenza tattica non comune per la sua età. Serata da dimenticare, invece, per la squadra di Pirlo, quasi mai in partita. Era lecito aspettarsi qualcosa di più da Dybala, ma anche l’argentino è apparso in netta difficoltà.
In Belgio test importantissimo per gli uomini di Simone Inzaghi dopo il grande debutto in Champions League contro il Borussia Dortmund. A complicare le cose è il focolaio presente attualmente in casa Lazio che coinvolge alcuni dei giocatori mpiù importanti della rosa, come Immobile e Luis Alberto.
Al 4’ la Lazio ci prova subito con un tiro di Correa dal limite d’area ben parato da Mignolet. L’argentino ci prende gusto e al 14’, su suggerimento di Marusic, trasforma in rete con una bella conclusione a giro.
Al 23’ la squadra di casa si porta in avanti e un rinvio sbagliato della difesa biancoceleste darebbe una buona possibilità a De Katelaere che svirgola malamente dentro aerea. Continua ad attaccare il Club Brugge e al 33’ si lamenta per un contatto in area di rigore tra Patric e Bonaventure. Il direttore di gara Taylor inizialmente lascia giocare, ma grazie all’intervento del var viene fischiato il calcio di rigore. Dagli undici metri Vanaken si dimostra freddissimo e segna la rete del pareggio.
Nel secondo tempo la Lazio sembra calare fisicamente e soffrire maggiormente le avanzate continue della squadra belga, la quale al 52’ sfiora il gol del raddoppio con una bella azione conclusa da un tiro di Dennis fuori di poco. Dieci minuti più tardi ci riprovano i padroni di casa con un altro bel cross di Vormer e un grande colpo di testa di Ritz, il quale viene ben parato da Reina.
Al 65’ la squadra di Clement insiste e resta pericolosa, quando dall’esterno Diatta arriva un cross insidioso sul quale l’estremo difensore spagnolo esce a vuoto e Sobol spara fuori incredibilmente.
Non ci sta la Lazio a guardare e al 75’ Acerbi trova un bellissimo lancio per Milinkovic Savic, il centrocampista serbo prima aggancia deliziosamente e poi sfodera il tiro addosso a Mignolet.
La partita termina in pareggio regalando un punto prezioso in Champions League alla squadra di Lotito
Toti Pulvirenti
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Salvatore Pulvirenti, chiamato da amici, parenti e animale domestico più semplicemente “Toti” nasce a Catania il 17/05/97. Passa l’infanzia a rincorrere un pallone e tra un’interrogazione e l’altra continua a farlo anche al Liceo Scientifico Boggio Lera di Catania, dove si diplomerà nel 2016. Lo stesso anno inizia l’avventura universitaria presso la facoltà di Scienze Politiche a Catania. Oggi, a oltre 20 anni, Continua a vivere tra un esame e quel pallone che non abbandonerà mai.