La Champions League è arrivata ad un punto cruciale, ormai solo altri 90 minuti ci separano dalla finale.
L‘Ajax era ospite di un Tottenham decimato, che recuperava però Sissoko dopo l’infortunio ai quarti di finale. Il Liverpool gioca bene, confermato anche da Klopp nell’intervista dopo gara, ma esce con le ossa rotte dal Camp Nou. Solito protagonista di serata Leo Messi, il quale raggiunge un record importante a livello personale.
Al Tottenham Hotspur Stadium si scontravano le due sorprese di questa edizione della Champions League. Gli inglesi, pur avendo faticato a passare il girone, si ritrovano clamorosamente tra le prime d’Europa, dopo aver eliminato il Manchester City. Gli olandesi, ancora più sorprendentemente, sono entrati tra le grandissime d’Europa tagliando fuori due veri e propri colossi quali il Real Madrid e la Juventus.
Se Ten Hag conferma i soliti undici, Pochettino deve fare i conti con due assenze pesantissime: Kane e Son, rispettivamente per infortunio e squalifica.
Nei primi 30 minuti dell’incontro domina il calcio spettacolo dell’Ajax, che, al 15’ trova il gol di Van De Beek dopo un assist geniale di Ziyech. Pochi minuti dopo, gli olandesi sfiorano il secondo gol, sempre col forte trequartista, il quale, a conclusione di un’azione incredibile (comprensiva di “velo”), si fa ipnotizzare da Lloris.
A fine primo tempo, piove sul bagnato in casa Tottenham: Onana, in uno scontro aereo, travolge Vertonghen. Attimi di paura per il difensore centrale, costretto a lasciare il campo.
Nella seconda frazione di gioco, la sfida raggiunge un maggior equilibrio per merito degli inglesi, che migliorano decisamente la fase di costruzione e concedono meno spazi agli “indemoniati” avversari. Al 55’ Alli, dopo un assist di Trippier, sbaglia un colpo di testa potenzialmente decisivo. Complessivamente, però, il secondo tempo è meno spettacolare del primo; degno di nota solo il palo di Neres al 77’, questione di centimetri che avrebbero potuto cambiare le sorti di questa semifinale.
Importante successo per i tulipani, ma guai a sentirsi già in finale. C’è da credere che all’Amsterdam Arena gli Spurs daranno battaglia e venderanno cara la pelle.
Curioso notare come questa sia la prima vittoria in un’andata delle fasi ad eliminazione diretta dell’Ajax, che prima aveva perso col Real Madrid e pareggiato con la Juventus, in entrambi i casi tra le mura amiche.
Il confronto fra queste due squadre era, a detta dei più, un preludio alla finale. Si affrontavano due tra gli organici più forti al mondo: da un lato, la grande tecnica dei catalani, dall’altro, l’inesauribile intensità degli inglesi.
Valverde, dopo le tante critiche gli sono piovute addosso per la “gestione” della passata edizione (quanto pesa ancora la disfatta di Roma!), questa volta è indiscusso protagonista, per l’acume con il quale ha preparato la partita sia sotto il profilo tattico che sotto quello caratteriale. Nel primo tempo, il Barcellona aspetta e lascia palleggiare gli uomini di Klopp, con lo scopo di ripartire velocemente, una volta recuperata la palla, e sfruttare la grande qualità del proprio tridente d’attacco. Ciò nella consapevolezza che i Reds, molto abili nel “controllo della palla” (come ama dire il tecnico tedesco), lo sono ancor di più proprio nell’intercettare l’azione altrui ed arrivare, con pochi passaggi, dinanzi alla porta avversaria. Al 26’ la partita si sblocca: ci pensa il Pistolero – ed ex di turno – Suarez, rompendo finalmente un digiuno in Champions che cominciava a diventare troppo pesante. L’urugaiano, con uno splendido guizzo, anticipa in scivolata Alisson, sugli sviluppi del solito assist di Jordi Alba.
Nel secondo tempo, il Liverpool cerca il gol ancora con maggiore insistenza e riesce a centrare la porta due volte, prima con Milner e poi con Salah, ma entrambi trovano sulla propria strada uno straordinario Ter Stegen. Il portiere del Barcellona, forse uno dei meno “acclamati” dal punto di vista mediatico, negli ultimi due anni è cresciuto tantissimo, entrando di prepotenza nella hit parade del suo ruolo.
Al Camp Nou si respira un’atmosfera di paura, perché gli attacchi del Liverpool si fanno sempre più insistenti, non sapendo che da lì a poco quella sarebbe diventata l’ennesima “notte magica” di Leo Messi.
L’argentino prima raddoppia con un facile tap-in che chiude un’azione rocambolesca in area, poi trova la rete del 3-0 con una punizione tanto chirurgica quanto bella a vedersi. Alisson vola, ma non può nulla. Arrivano così i gol numero 599 e 600 di Messi col Barcellona, il numero 10 continua a battere record su record.
Il Liverpool, tuttavia, non demorde e potrebbe accorciare le distanze, rendendo più realistica la prospettiva di una rimonta all’Anfield, ma Salah, da posizione ravvicinata e a colpo sicuro, “incoccia” il palo. Nei minuti di recupero (con gli inglesi tutti sbilanciati in avanti alla ricerca del 3 a 1) il rammarico arriva anche per il Barcellona, quando il subentrato Dembélé non sfrutta un altro splendido passaggio di Messi (a conclusione di un velocissimo contropiede), appoggiando letteralmente il pallone al portiere brasiliano degli inglesi (pur essendo completamente solo e in posizione da rigore in movimento).
Ai voti, per quello che si è visto in campo, non può negarsi che il risultato finale penalizzi troppo il Liverpool, ma si sa che la Champions League, specie nelle fasi finali, non ti permette nessuna distrazione, non ti perdona nessun errore. Suarez e compagni hanno un piede in semifinale, ma faranno bene a tenere bene in mente la disavventura romana della scorsa edizione, anche perchè all’Anfield li attende un vero e proprio “inferno”.
La notizia è che dopo 90′ abbiamo già due squadre favorite per arrivare in finale. Barcellona e Ajax sono due squadre che seguono la stessa filosofia di gioco, sarebbe uno scontro davvero spettacolare. Ma attenzione al ritorno, anche e soprattutto perché le squadre inglesi sono imprevedibili.
Toti Pulvirenti
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Salvatore Pulvirenti, chiamato da amici, parenti e animale domestico più semplicemente “Toti” nasce a Catania il 17/05/97. Passa l’infanzia a rincorrere un pallone e tra un’interrogazione e l’altra continua a farlo anche al Liceo Scientifico Boggio Lera di Catania, dove si diplomerà nel 2016. Lo stesso anno inizia l’avventura universitaria presso la facoltà di Scienze Politiche a Catania. Oggi, a oltre 20 anni, Continua a vivere tra un esame e quel pallone che non abbandonerà mai.