È la Champions League delle grandi sorprese, soprattutto dopo la ripresa con le gare secche in quel di Lisbona: dall’eliminazione della Juventus e del Manchester City per mano del Lione al clamoroso 8-2 con cui il Bayern Monaco ha annichilito il Barcellona, fino al successo del Lipsia con l’Atlético Madrid, non si può certo che la Coppa dalle grandi orecchie abbia dato una mano agli amanti dei pronostici.
Tra tante novità e pericoli dietro l’angolo, c’è però una squadra che sa sempre farsi trovare pronta e non ha intenzione di lasciare nulla al caso: è il Bayern Monaco, che a differenza delle sopracitate Juventus e Manchester City non si fa beffare dal Lione e vola in finale, dove affronterà il Paris Saint-Germain, capace di battere 3-0 il Lipsia nell’altra semifinale.
I bavaresi superano i francesi col medesimo punteggio, archiviando la pratica in poco più di mezz’ora di gioco con una doppietta di Serge Gnabry e mettendo il punto esclamativo sulla netta vittoria grazie al solito, implacabile Robert Lewandowski. Il Lione esce a testa altissima dalla Champions, riuscendo nell’impresa di eliminare ben due tra le favorite per la vittoria finale (Juventus e Manchester City, appunto) e arrendendosi soltanto al cospetto di un Bayern schiacciasassi.
Flick dà ancora fiducia a Perišić, che con Gnabry e Müller compone il tridente offensivo alle spalle di Lewandowski, e punta sull’insostituibile jolly Alphonso Davies. Rudi Garcia, dal canto suo, si affida al talento di Memphis Depay, capocannoniere dei suoi in Champions con 6 reti, e alla classe di Hassem Aouar, ma soprattutto alla voglia di un gruppo che crede ciecamente nella possibilità di giocarsi la vittoria finale.
Proprio Depay va vicinissimo al gol in apertura di gara, non trovando lo specchio della porta dopo aver saltato Neuer, mentre Toko Ekambi viene fermato dal palo. La reazione del Bayern non si fa attendere e i tedeschi prendono in men che non si dica il controllo della gara: prima un tentativo di Goretzka impegna Lopes, poi Gnabry si rende autore di una potentissima conclusione che non lascia scampo all’estremo difensore portoghese. A circa dieci minuti dall’intervallo, l’esterno tedesco raddoppia con un tap in da pochi passi sugli sviluppi di una respinta di Lopes su un tentativo di Lewandowski, che spreca una ghiotta occasione da gol.
25 anni compiuti lo scorso 14 luglio, il prodotto dell’Academy dell’Arsenal è semplicemente devastante in quella che è la sua miglior stagione in carriera, numeri alla mano: 23 reti in 45 presenze stagionali, di cui 9 gol in altrettante partite disputate in Champions League, e quarta annata consecutiva in doppia cifra tra Werder Brema, Hoffenheim e, appunto, Bayern Monaco.
Il Bayern va negli spogliatoi con un confortante doppio vantaggio, ma i tedeschi sanno bene che il Lione non ha nulla da perdere e rientrano in campo con l’obiettivo di chiudere la gara il prima possibile. Nella ripresa, i francesi provano a riaprire la contesa con alcuni tentativi che però non impensieriscono la retroguardia del Bayern, sempre attenta a non mollare la presa.
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Nessun pericolo degno di nota per Neuer e compagni, che rimangono concentrati fino alla fine. Il Bayern amministra con personalità ed esperienza il 2-0, per poi chiudere definitivamente il discorso con Lewandowski a due minuti dal fischio finale: il bomber polacco batte Lopes con un colpo di testa sugli sviluppi di un cross di Kimmich su calcio di punizione, portandosi a quota 15 gol – di cui 9 consecutivi (eguagliato Ruud Van Nistelrooy) – in appena 9 presenze in quest’edizione della Champions League.
Già capocannoniere per distacco della Coppa dalle grandi orecchie targata 2019-2020 (tra i giocatori ancora in gara per raggiungerlo o superarlo, il più vicino è il suo compagno di squadra Gnabry, a quota 9), l’ex attaccante del Borussia Dortmund supera Leo Messi (14 gol nel 2011-2012) nella classifica dei giocatori con più reti in una singola edizione del torneo ed eguaglia le 15 marcature di Cristiano Ronaldo nel 2017-2018.
Proprio il fuoriclasse portoghese della Juventus è l’unico giocatore nella storia davanti a Lewandowski, grazie ai 16 gol messi a referto nel 2015-2016 e alle 17 realizzazioni della stagione 2013-2014. Al numero 9 del Bayern, dunque, servirà una doppietta in finale per raggiungere CR7, mentre una tripletta gli permetterebbe di salire al primo posto in solitaria. Naturalmente, il vero obiettivo di Lewandowski è la vittoria del trofeo, che riuscì soltanto a sfiorare nel 2013, arrendendosi in finale proprio col Bayern.
Il gol arriva dopo una serie di errori non da lui, in una serata tutt’altro che perfetta. Anche quando le cose non sembrano andare nel verso giusto, però, il classe ‘88 lascia il segno, alla sua maniera. La favola del Lione finisce così, a un passo dal sogno. I francesi ce la mettono tutta, ma contro un Bayern del genere c’è davvero poco da fare. I bavaresi hanno il miglior attacco del torneo con ben 42 reti in dieci gare (terrificante media di 4.2 gol a partita, la migliore della storia). Meglio soltanto il Barcellona, autore di 45 gol nel 1999-2000, ma in sedici partite (media di 2.8 reti per match).
Allo stadio José Alvalade finisce esattamente come si era conclusa l’ultima sfida tra le due compagini in una semifinale di Champions League, nella stagione 2009-2010: 3-0, risultato con cui il Bayern in quell’occasione, grazie all’1-0 in suo favore all’andata, approdò in finale, perdendo per 2-0 con l’Inter di José Mourinho.
I bavaresi disputeranno dunque l’undicesima finale di Champions League della loro storia, agguantando il Milan al secondo posto nella classifica delle squadre con più finali della Coppa dalle grandi orecchie giocate, alle spalle del solo Real Madrid (12).
L’avversaria sarà un’altra francese, l’ambizioso Paris Saint-Germain che arriva all’appuntamento più atteso dopo aver mancato sempre mancato l’approdo in semifinale (quattro eliminazioni ai quarti e tre agli ottavi negli ultimi sette anni). Impossibile fare pronostici: la Champions League non lo permette. Quel che è certo è che all’Estádio da Luz di Lisbona non mancherà lo spettacolo.
Dennis Izzo
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