«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano», recitava così la canzone “Amici mai” di Antonello Venditti, mai così calzante come nel caso del ritorno nella panchina del Real di Zinedine Zidane. L’ex giocatore della nazionale francese aveva dato l’addio ai blancos il 31 maggio del 2018, pochi giorni dopo la vittoriosa finale a Kiev. Le sue dimissioni sono state seguite poi dall’annuncio di Lopetegui, mai in sintonia con l’ambiente e poco convincente in termini di risultati, tanto da chiudere la sua avventura già il 28 ottobre, per lasciare il suo posto al traghettatore Solari, esonerato a sua volta per il ritorno di Zizou.
Una decisione del genere, del resto, era davvero nell’aria. Il tecnico argentino ha sì portato un trofeo in bacheca, a differenza del suo predecessore – vincendo la Coppa del mondo per club -, ma non ha mai dato l’impressione di poter dare la svolta ad una stagione al dir poco nefasta per gli spagnoli. A far saltare il banco, molto probabilmente sono stati due fattori. Il primo è, come di consueto per casi del genere, la mancanza di risultati: i 13 volte campioni d’europa, specie nell’utima settimana, hanno incassato una delusione dietro l’altra. Prima la roboante sconfitta contro il Barcellona in Coppa del Re, poi l’umiliante debacle in casa patita contro l’Ajax per 1-4 (con le relative esclusioni dalla Coppa spagnola e dalla Champions). Secondo fattore, forse davvero fondamentale (e conseguente al primo) è stato il complicato rapporto con i giocatori: Isco, Bale e Marcelo sono solo i nomi più altisonanti di una cerchia che, secondo la stampa spagnola, remava contro l’allenatore ad interim. E la corda è stata tirata fino a spezzarsi del tutto.
Dalla clamorosa esclusione dai quarti di Champions le voci sul possibile sostituto si sono susseguite di giorno in giorno. La pista Conte, percorsa e ripercorsa già prima dell’esonero di Lopetegui, sembrava ormai improbabile vista la mancata approvazione dei senatori del gruppo (Sergio Ramos su tutti); le voci che invece volevano un come-back di Josè Mourinho sembravano ben più insistenti e fondate, visto anche il gradimento di buona parte della tifoseria. Vuoi per il carattere, le recenti delusioni professionali del tecnico e il difficile rapporto con buona parte dello spogliatorio (anche in questo caso è il nome di Sergio Ramos a farla da padrone) anche questa pista sembrava avere i suoi punti deboli. Per un ritorno mancato, infatti, ne è seguito uno concretizzatosi in davvero poco tempo. Il ritorno di Zinedine Zidane, qualche giorno fa, sembrava al dir poco un’utopia. Già nella mattinata di oggi, invece, la notizia si è fatta sempre più concreta, fino al comunicato ufficiale del club.
Torna dunque uno degli allenatori più amati della storia del club. Zidane in soli due anni e mezzo è stato capace di vincere un campionato spagnolo, due Supercoppa Uefa, una Supercoppa di Spagna, due Mondiali per Club e ben tre Champions League. In merito a quest’ultima competizione è l’unico allenatore francese ad averne mai alzata una, l’unico ad averne vinto tre consecutive e il primo ad entrare in così poco tempo in quella cerchia ristretta di tecnici capaci di vincerne più di 2 (condividendo lo scettro con Carlo Ancelotti e Bob Paisley).
Il contratto che lo legherà (nuovamente) al ruolo di allenatore dei blancos avrà una durata fino al 2022. Il lavoro di Solari, invece, è stato ampiamente apprezzato dalla dirigenza, sia per le scelte di questi mesi orientate su un cambio generazionale, sia per la lealtà nei confronti del club. Solari e Zidane, pare, siano molto amici e il primo, con molta probabilità, ricoprirà il ruolo di dirigente del settore giovanile. L’ultima parola spetterà comunque all’ormai ex tecnico del Real, che potrebbe voler continuare la sua avventura in panchina in qualche altra squadra. Per quanto riguarda Zizou, invece, sembra chiaro che gli obiettivi sul breve periodo siano garantire l’accesso alla prossima Champions e colmare il gap con i rivali del Barcellona. Sarà poi dalla prossima estate che si materializzerà il vero Zidane 2.0, tra le probabili eccellenti cessioni e un ricambio generazionale che una squadra vincente come il Real Madrid necessita.
Francesco Mascali
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