Il 2020 sarà ricordato da molti come un anno da dimenticare, principalmente a causa della pandemia di coronavirus. Eppure, non sono pochi coloro che ricorderanno positivamente quest’anno: tra questi, spicca Erling Braut Haaland, che nel 2020 si è definitivamente affermato come una delle stelle più luminose del firmamento calcistico internazionale, mettendo in mostra il meglio del suo sconfinato repertorio tecnico e conquistando praticamente tutti gli appassionati con i suoi gol di pregevole fattura e il sorriso sempre stampato sul volto.
Nato il 21 luglio 2000 a Leeds, in Inghilterra, città della squadra in cui suo padre Alf-Inge militò dal 1997 al 2000, il centravanti norvegese ha mosso i suoi primi passi nel mondo del calcio con la maglia del Bryne, stessa squadra in cui suo padre debuttò da professionista nel sedici anni prima di lui, nel 1990. Dopo un’esperienza più che positiva con la maglia del Molde, in cui al primo anno è allenato dalla leggenda del calcio norvegese Ole Gunnar Solskjær, attualmente alla guida del Manchester United, Haaland sfiora l’approdo alla Juventus, che segue a lungo il giocatore, salvo poi tirarsi indietro a causa di questioni economiche, e al Bayer Leverkusen, per poi firmare col Salisburgo.
In Austria, il ragazzone norvegese si fa conoscere definitivamente al mondo, stupendo tutti per il senso del gol fuori dal comune abbinato a un’incredibile velocità e a un tiro potentissimo. Nella prima parte della stagione 2019-2020, Haaland è il principale volto di una squadra giovane e interessante e non esita a farsi valere anche sul palcoscenico della Champions League, in cui mette a segno ben 8 reti in 6 gare (tripletta all’esordio assoluto nella competizione al Genk, cui segnerà anche al ritorno, due gol in tre partite al Napoli e rete ad Anfield coi campioni in carica del Liverpool).
Nel corso della sessione di mercato invernale, numerosi top club sono sulle sue tracce, ma a spuntarla è il Borussia Dortmund, che se lo assicura pagando la clausola rescissoria da 20 milioni di euro. In men che non si dica, Haaland non solo conferma quanto di buono fatto vedere in Austria anche in terra tedesca, ma addirittura sale di livello, risultando il perfetto terminale offensivo per la squadra giallonera con 16 reti in 18 apparizioni stagionali, di cui una doppietta al Paris Saint-Germain nell’andata degli ottavi di finale di Champions League.
La sua stagione, tra Salisburgo e Borussia Dortmund, si chiude dunque con la bellezza di 44 gol in 40 partite giocate tra campionato e coppe. Numeri stratosferici, ma che non bastano a garantirgli i primi successi: in Germania, infatti, è il Bayern Monaco a conquistare la Bundesliga, con Robert Lewandowski che si aggiudica sia la classifica marcatori (34 reti) che la Scarpa d’oro.
Quest’anno, però, il Dortmund ha intenzione di mettere i bastoni tra le ruote ai campioni d’Europa in carica e, in questo senso, il loro inizio di stagione appare piuttosto incoraggiante. Al contempo, Haaland – che ha acquisito sempre più esperienza e feeling col campionato tedesco – continua a segnare a raffica e non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi.
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Con le quattro reti in poco più di mezz’ora di gioco nel match vinto per 5-2 sul campo dell’Hertha Berlino, infatti, il centravanti norvegese si è portato a quota 15 gol in 12 presenze stagionali, festeggiando nel migliore dei modi un grandissimo traguardo. Prima della gara valevole per l’ottava giornata di Bundesliga, infatti, Haaland è stato premiato col Golden Boy Award, il premio che dal 2003 il quotidiano torinese Tuttosport assegna al miglior under-21 d’Europa militante in massima serie: lo riceverà a Torino il prossimo 14 dicembre.
Il numero 9 del Borussia Dortmund ha conquistato ben 302 punti, vincendo la sfida a distanza con la rivelazione del Barcellona Ansu Fati (239) e il fulmine del Bayern Monaco Alphonso Davies (226). Decisamente più staccati, invece, il suo compagno di squadra Jadon Sancho (80), il 18enne centrocampista del Rennes Eduardo Camavinga (50), lo svedese della Juventus, nonché ex Parma, Dejan Kulusevski (41) e il centrocampista del Manchester City Phil Foden (36).
Haaland raccoglie l’eredità della stella dell’Atlético Madrid João Félix, insignito del premio lo scorso anno, e si appresta a chiudere nel migliore dei modi un’annata da incorniciare. Dopo aver già conquistato la Scarpa d’oro al Mondiale Under-20 tenutosi lo scorso anno in Polonia, segnando 9 reti con la sua Norvegia, il figlio d’arte è sempre più pronto per spiccare il volo. Sulle sue tracce, inevitabilmente, ci sono praticamente tutti i top club europei e mondiali, pronti a contendersi uno degli attaccanti più promettenti di oggi e domani.
Il Borussia Dortmund, dal canto suo, se lo tiene stretto e non ha alcuna intenzione di lasciarsi scappare un talento del genere, peraltro arrivato in Germania nemmeno un anno fa. In attesa di conoscere il suo futuro, Haaland si gode il presente, festeggiando nella miglior modo possibile l’ennesimo traguardo di una carriera già da incorniciare. È nata una stella e la sua luce è destinata a brillare ancora a lungo.
Dennis Izzo
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