Giunge al termine anche la sedicesima giornata di Serie A, conclusasi con il posticipo del lunedì sera che ha visto l’Inter travolgere la Lazio all’Olimpico. Partita che rappresenta il manifesto della forza dei campioni d’Italia in carica che si impongono nettamente con il punteggio tennistico di 0-6. Dopo una buona prima mezz’ora, i biancocelesti si sciolgono come neve al sole per via dell’uno-due nerazzurro allo scadere del primo tempo. Nella ripresa, invece, si vede una sola squadra in campo. La Beneamata domina, prende il largo e manda un chiaro segnale a tutte le concorrenti per lo Scudetto: la squadra da battere è ancora quella di Simone Inzaghi.
Restando nelle zone alte della classifica, l’Atalanta non molla il primo posto e vince ancora, questa volta in trasferta a Cagliari, grazie a una rete di Nicolò Zaniolo. Per la Dea si tratta del decimo successo consecutivo nel nostro campionato. Dieci vittorie nelle ultime dieci partite di Serie A. Una striscia davvero pazzesca, lunga due mesi, che sta facendo sognare a occhi aperti una città intera. I ragazzi di mister Gasperini non nominano “quella famosa parola“, ma forse allo Scudetto ci stanno facendo un pensierino. Guai, però, a dirlo.
Vittoria in trasferta anche per il Napoli che passa sul campo dell’Udinese con il punteggio di 1-3. Dopo l’ultima sconfitta in casa contro la Lazio – non smaltita nel primo tempo di Udine con i bianconeri che vanno all’intervallo in vantaggio – la formazione di Antonio Conte riprende il proprio cammino e si mette in scia alla Dea. I partenopei, però, dovranno fare a meno di Buongiorno per circa un mese, dopo l’infortunio alle vertebre rimediato nell’allenamento del lunedì.
Non riesce a prendere il volo, invece, la Juventus di Thiago Motta che, in casa contro il Venezia, non va oltre l’ennesimo pareggio (2-2), racimolato in pieno recupero grazie a un rigore trasformato da Dusan Vlahovic. Dopo la roboante vittoria in Champions League, contro il pur malato Manchester City, ci si aspettava una continuità di risultato che non si è manifestata. I bianconeri escono dal campo tra i fischi dello Stadium che, ovviamente, chiede di più.
Stesso epilogo anche per il Milan che, pareggiando in casa 0-0 contro il Genoa, rovina la festa dei 125 anni di storia del club. Al netto degli indisponibili e delle scelte tecniche di Paulo Fonseca – che manda in campo dal primo minuto due giovanissimi come Jimenez (al posto di un Théo escluso) e Liberali – il Diavolo non va oltre un pari che lascia l’amaro in bocca dopo le celebrazioni nel pre-partita. Al termine dell’incontro, fischi per giocatori e dirigenza e cori contro la società. Ma, di preciso, qual è il ruolo di Ibrahimovic? L’interrogativo che si pongono i tifosi rossoneri, e non solo.
Sconfitta esterna per la Fiorentina che esce acciaccata dalla trasferta di Bologna. Mister Vincenzo Italiano fa lo sgambetto alla sua ex squadra, con i rossoblù che portano a casa i tre punti grazie alla rete decisiva di Odgaard. L’esultanza incontrollata dello stesso tecnico italiano, al termine dell’incontro, fa infuriare il ds viola Pradè, ma la formazione romagnola porta a casa una vittoria pesante. Allo stesso punto della stagione, il Bologna ha gli stessi punti dell’anno scorso ma con Calafiori e Zirkzee in meno. Passo falso pesante, invece, per la Viola che perde contatto dalla testa della classifica.
Prestazione insufficiente anche per la Roma che, dopo la convincente vittoria in Europa League, cade sul campo del Como. Partita bloccata che la Lupa non riesce mai a controllare, specialmente nel secondo tempo dove fatica e non poco. Davanti a un parterre tipicamente hollywoodiano (ormai un abitudine allo stadio Sinigallia) – con le presenze negli spalti, questa volta, di Keira Knightley, Michael Fassbender e Adrian Brody – il premio Oscar come miglior giocatore protagonista va ad Alessandro Gabrielloni.
L’attaccante italiano, simbolo della squadra lombarda, sempre presente nella cavalcata dalla serie D alla serie A, segna la sua prima pesantissima rete nel massimo campionato italiano, regalando tre punti importantissimi alla squadra di Cesc Fabregas. Sempre nel recupero, sempre Gabrielloni, mette a referto anche l’assist per il definitivo 2-0 siglato Nico Paz.
La lotta per la salvezza comincia a farsi sempre più serrata. Tuttavia, almeno per adesso, due formazioni sembrerebbero essere le più staccate. Il Venezia, che però ha pareggiato allo Stadium contro la Juventus, e il Monza che, invece, continua nel suo periodo di grande difficoltà. Entrambe, però, sono in fondo alla classifica con “soli” dieci punti e distanti quattro/cinque punti dalla vera bagarre per non retrocedere.
La formazione brianzola, infatti, esce sconfitta anche dall’importante scontro diretto giocato a Lecce contro la formazione pugliese. I ragazzi di Alessandro Nesta – che continua a godere della fiducia incondizionata di Adriano Galliani – cadono sotto i colpi di Tete Morente e Krstovic che regalano un successo fondamentale a mister Giampaolo.
Cruciale colpo esterno anche per il Verona che, grazie alla pesante vittoria sul campo del Parma, esce dalla zona retrocessione e salva la panchina di Paolo Zanetti. Partita, quella del Tardini, molto divertente che gli scaligeri riescono a conquistare grazie al 2-3 finale che rilancia le proprie speranze di salvezza. Si complica la vita, invece, la formazione ducale che perde un altro scontro diretto. Bene con le big, molto meno con le pari livello.
Infine, nell’anticipo del venerdì sera, il Torino passa di misura sul campo dell’Empoli, grazie alla formidabile rete di Che Adams che segna, addirittura, da centrocampo. Un colpo tanto preciso quanto geniale, già premeditato, almeno secondo quanto dichiarato al termine del match, avendo visto dalla panchina che il portiere avversario stava spesso e volentieri lontano dai pali.
Fonte Foto in Evidenza: Lega Serie A (X)
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali) ma, fin da piccolo, è appassionato di sport e giornalismo. Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando ancora bambino si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi“.
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