È ufficiale. Porte chiuse allo stadio “Angelo Massimino”, dove martedì 2 aprile si disputerà Catania-Padova, la finale di ritorno della Coppa Italia di Serie C. Questa la decisione del Giudice Sportivo, appoggiata anche dal Catania Football Club, che ha deciso di non presentare ricorso. Una decisione che, in un comunicato, è stata definita “una scelta etica“: vediamo perché.
In seguito agli scontri allo stadio Euganeo durante il match di andata, il Giudice Sportivo ha deciso: Catania-Padova si giocherà a porte chiuse.
In un comunicato, i responsabili del Catania Football Club affermano di accettare la sanzione comminata dal Giudice Sportivo e di non aver alcuna intenzione di presentare ricorso. Oltre alla sanzione (una maxi-ammenda di 10mila euro), accettano anche il provvedimento che prevede la chiusura delle porte dello stadio “Angelo Massimino” in occasione della gara Catania-Padova, in programma martedì 2 aprile, disposta proprio in modo tale da evitare ulteriori disordini.
“Noi vogliamo ispirare la comunità di Catania e consentirle di essere orgogliosa dei valori del club, che in questo caso incidono profondamente sulla nostra scelta” – aggiungono, motivando così i valori alla base della loro scelta come team – “Il primo di questi valori è il rispetto che nutriamo per le istituzioni, per le forze dell’ordine che generosamente si prodigano affinché tutti possano partecipare alla festa dello sport, per tutte le persone offese dal teppismo e per i tifosi rossazzurri amareggiati, per le famiglie che vogliono vivere lo stadio con gioia e spensieratezza, per le regole e per il calcio”
“Oggi, pur nell’assoluta certezza di aver fatto tutto ciò che può essere richiesto a una società sotto l’aspetto comportamentale e organizzativo, rinunciamo a un nostro diritto per condannare concretamente la violenza, per offrire l’esempio con un segnale forte e chiaro, per dare un motivo d’orgoglio a chi vorrà apprezzare questa scelta etica: con coraggio, andiamo incontro alle conseguenze sportive ed economiche della responsabilità oggettiva configurata dal Giudice Sportivo“.
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.