Il nuovo tecnico del Milan avrà due proprità: la prima è migliorare la rosa, la seconda è la Champions League. Solo con una vera squadra sarà possibile arrivare almeno quarti. Sarà Giampaolo la soluzione alla crisi dei rossoneri?
Nessun dirigente, che sia questo Maldini o compagnia, può negare ai tifosi il sogno della Champions League. Diventa così banale ripetersi e dire che il Milan voglia la Champions League, perché il Milan deve essere in Europa insieme alle grandi. Non è possibile farlo ancora in breve tempo, bisogna ancora aspettare e questo i tifosi lo sanno. Mettere Giampaolo come allenatore significa voler puntare, prima ancora dell’Europa, a riorganizzare la squadra.
Lo stesso progetto lo avevano anche Mirabelli e Fassone, che con un mercato di undici acquisti hanno riformato le basi della squadra, tuttavia non è stato sufficiente. La gestione da parte di Gattuso ha permesso al Milan di tornare a competere per i primi posti del campionato, rientrando sempre tra i primi cinque della Serie A e sfiorando più di una volta i primi tre posti. Ora serve cambiare: da prima i giocatori. Quali confermare? Chi vendere? Chi ha deluso? Domande che dai tifosi alla dirigenza tutti si pongono. Eppure il Milan ha dimostrato di essere una società che fa crescere bene i suoi giovani.
Donnarumma è maturato e ora in porta è sempre di più una garanzia, Plizzari sta crescendo e con la nazionale lo ha dimostrato. Romagnoli sa tenere sul braccio il peso della fascia, è serio e un fantastico difensore che, in questa stagione, ha concesso pochissimi errori. Tuttavia queste note positive non valgono per altri giocatori. Molti hanno deluso: Hakan Calhanoglu, Patrick Cutrone e Davide Calabria non sono riusciti a fare più della stagione passata, loro che si sa quanto possano essere pericolosi se in forma. Seguono poi le incognite, giocatori che a causa di infortuni hanno dimostrato poco e nulla: Giacomo Bonaventura, la cui assenza ha pesato molto alla squadra, Ivan Strinic, Mattia Caldara e Lucas Biglia. Quest’ultimo, sostituito a metà della prima parte di campionato da Bakayoko, che molto sicuro non sarà riscattato.
Non saranno le coppe europee il pensiero unico dell’allenatore. Le sue idee sono chiare, la sua passione è forte, il suo interesse è uno solo per il momento: creare una squadra di diavoli con un gioco costante. Dopo le esperienze positive avute con Empoli e Sampdoria, il tecnico del Milan è deciso a dare il meglio di sé in questa dura prova.
Riuscire a dare ai rossoneri un gioco costante e un atteggiamento forte, evitando che calino mentalmente e fisicamente a metà stagione (successo con Gattuso e Montella) sarà già un vero successo. In questo contesto avrà un ruolo delicato anche la società, che è impegnata a fare un mercato giusto e mirato, così come dichiarato più volte da Maldini. Dunque tappare i buchi della rosa, trovare giocatori con esperienza, giocatori da far crescere e molto altro.
Il Milan non corre pericoli, anche se dovesse essere privato dell’Europa League per quest’anno. La nuova squadra di Giampaolo, nel caso dovesse partecipare solo al campionato di Serie A e alla Coppa Italia, si troverebbe in una botte di ferro: una rosa nuova e formata che si dovrà concentrare solo in 39 (massimo 43) partite. Pochi incontri che permetterebbero di concentrarsi solo sul campionato, mirando direttamente ai primi posti da subito. Perché ad impedire al Milan di arrivare addirittura terza è stata la prima metà del campionato: Higuain poco incisivo, squadra piena di infortuni, Bakayoko che doveva ancora esprimere le sue capacità. Ora però la stagione non può iniziare male, perché Piatek è il bomber che il Milan cercava, Donnarumma e Romagnoli i suoi pilastri della difesa. Potrebbe questo essere un segnale di concentrare il mercato a centrocampo?
Davide Zaino Pasqualone
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