Le partite di questa settimana portano alla conclusione i gironi della Champions League. Mentre la Juventus era già qualificata dalla giornata precedente, le altre italiane avevano ancora in mano le rispettive qualificazioni. Inter e Atalanta alla ricerca dell’impresa contro Barcellona e Shaktar Donetsk, con la meno blasonata con i colori nerazzurri a spuntarla. Al Napoli bastava un pareggio per continuare la propria esperienza in Champions League, ma nonostante il bel match dei partenopei la situazione societaria resta poco chiara, con il povero Ancelotti esonerato dopo la bella partita vinta contro il Genk.
Alla squadra di Ancelotti bastava un punto contro la modesta formazione del Genk per passare il turno a gironi della Champions League. Nonostante l’ambiente al San Paolo non sia dei migliori (complice il cattivo momento in campionato dei partenopei), il Napoli inizia subito benissimo e Koulibaly, al 2’ minuto, centra in pieno la traversa. Nella stessa azione, mentre gli ospiti provano ad uscire dal pressing azzurro, il “portierino” 2002 Vandevoordt commette un grave errore e regala un assist a Milik, che, da solo, segna agevolmente il gol del vantaggio. Al 16’ si vedono in avanti gli avversari con Onuachu, ben servito da Paintisil, il quale tira fuori da posizione agevole.
Pochi minuti dopo, una grande azione dei padroni di casa: Allan lancia sulla fascia Di Lorenzo che serve un cross rasoterra per Milik: il polacco, anche questa volta senza fatica, sigla la sua personale doppietta. Al 36’ il centrocampista brasiliano lancia in campo aperto Callejon che viene travolto dal giovane portiere belga. Rigore per il Napoli: a spiazzare il numero uno e trasformare il penalty è ancora il numero 99 azzurro. Risultato fissato sul 3 a 0 e tripletta personale per il polacco. Prima della conclusione del primo tempo, i neroazzurri provano ad attaccare con Onuachu che, analogamente a quanto fatto prima, calcia fuori la palla del possibile 3 a 1.
I secondi 45 minuti vedono Zielinsky e compagni gestire tranquillamente la partita. L’unica azione degna di rilievo al 74’, quando Callejon procura un altro calcio di rigore. Questa volta a presentarsi davanti gli undici metri e a segnare con il cucchiaio è Mertens. Il match finisce e il Napoli conquista per la terza volta nella sua storia gli ottavi di finale della Champions League. Alla grande festa, però, si aggiungono presto le cattive notizie del dopo partita: Ancelotti è esonerato. All’allenatore italiano viene rimproverata una cattiva gestione dello spogliatoio reo oltretutto di aver lasciato un’altra volta fuori dal campo il capitano Lorenzo Insigne. Il sostituo di Ancelotti è niente poco di meno che Gennaro Gattuso, suo giocatore negli anni d’oro del Milan.
La squadra di Conte affrontava un Barcellona già qualificato da primo in classifica. Il destino dei nerazzurri era anche legato alla partita tra Borussia Dortmund e Slavia Praga (Anche se in caso di successo dei tedeschi contemporaneo a quello dei nerazzurri, l’Inter avrebbe comunque continuato la propria avventura in Champions League grazie agli scontri diretti). Per questa partita giocata in un San Siro da record (primato d’incassi per il calcio italiano) Valverde non convoca Messi, Piquè e Ter Stegen. L’allenatore basco schiera a specchio un 3-5-2 composto da un mix di molti giovani e uomini d’esperienza, tra i quali Rakitic e Vidal.
Al 8’ si vede in avanti la squadra di Valverde con Carlos Perez servito da un passaggio illuminante di Carlos Alena; il tiro dello spagnolo trova la pronta respinta di Handanovic. Pochi minuti dopo, grande occasione per l’Inter con Lukaku, il belga salta un uomo e tira addosso a Lenglet, con grande rammarico per i tifosi del gremito San Siro.
Al 19’ ancora bella azione dell’ex Manchester United, il quale serve Biraghi che tira sulle mani di Neto. Al 23’ il Barcellona sblocca inaspettatamente la gara con Carlos Perez, che, al debutto in Champions League, trasforma in rete un bel filtrante di Griezzman in area. Nella circostanza Godin non appare esente da colpe. Al 33’ Lenglet ha l’occasione per raddoppiare, ma, incredibilmente, il francese tira a lato del palo difeso da Handanovic. Nell’azione dopo arriva la risposta dei padroni di casa con una giocata monstre di Lautaro: l’argentino fa uno stop al volo e sfodera un gran tiro dal limite d’area che però Neto para. L’Inter aumenta i giri nel motore e riesce a pareggiare con una botta da fuori di Lukaku, deviata dallo sfortunato Umtiti, dopo una sponda del numero 10 nerazzurro.
Al rientro dagli spogliatoi gli uomini di Conte perdono intensità e lasciano spazio al tiki taka blaugrana, che, al 56’ si concretizza con un tiro pericoloso di Griezzman.
Al 60’ l’occasione più importante dell’Inter per raddoppiare: Lukaku solo davanti al portiere tira ma colpisce in pieno il portiere brasiliano del Barcellona. Gli spagnoli, nonostante il primato raggiunto, non vogliono lasciare niente agli avversari e sostituiscono a metà secondo tempo Griezzman, Rakitic e Carlos Perez per Suarez, De Jong e Ansu Fati. Il Barcellona aumenta il pressing e proprio il centrocampista olandese ex Ajax inizia un’azione che si conclude con tiro di Vidal da fuori. I nerazzurri fanno fatica a rispondere, se non con giocate individuali. Ci riprova Lautaro con un altro sombrero su Lenglet e una bella conclusione che esce fuori di poco. Al minuto 85 la doccia fredda per l’Inter: il Barcellona, infatti, torna avanti con il gol di Ansu Fati dai 15 metri. Il canterano blaugrana diventa il più giovane marcatore nella storia della Champions League. L’Inter perde e, a causa della vittoria del Borussia Dortmund ai danni dello Slavia Praga, retrocede in Europa League. Come lo scorso anno, i nerazzurri erano padroni del proprio destino e ancora una volta non sono riusciti a qualificarsi al turno successivo. Il girone non era particolarmente agevole, ma visto l’andazzo dello stesso, tra il secondo tempo di Dortmund e l’esordio casalingo più di qualche rammarico si presenterà nella testa di Antonio Conte.
L’Atalanta alla fine del girone d’andata, pur con tanta sfortuna, non aveva ottenuto nemmeno un punto, ma tra le partite giocate durante il ritorno e un mix di risultati utili dagli altri campi ha tenuto a galla la squadra di Bergamo fino all’ultima gara: già questo, dopo il mese di ottobre, pareva essere un risultato utopico. Gli uomini di Gasperini affrontano il difficile Shaktar Donetsk in un campo storicamente rognoso per le squadra italiane. I nerazzurri per passare il girone avrebbero dovuto vincere obbligatoriamente, combinato con un risultato positivo del Manchester City contro la Dinamo Zagabria.
Al 5’ Ismaily regala la palla a Gomez che serve Muriel, il colombiano quindi passa la palla a Pasalic, che da un’ottima posizione sbaglia il primo stop e non riesce a segnare. Al 14’ Muriel approfitta di un altro regalo della difesa ucraina e scatta sulla fascia servendo Gomez; il giocatore argentino però centra in pieno un difensore avversario. Al 37’ diventa protagonista anche Gollini: il portiere italiano, su colpo di testa di Junior Morales, sfodera una parata miracolosa.
Ad inizio secondo tempo l’Atalanta aumenta il ritmo e parte forte con una bella punizione di Muriel, parata da Pyatov. Al 66’ la svolta della partita: Muriel serve Gomez che riesce a raggiungere con un passaggio filtrante Castagne; il calciatore nerazzurro segna il gol del vantaggio. L’arbitro inizialmente annulla la rete per fuorigioco, ma poi, grazie al var, convalida l’uno a zero bergamasco. Dopo il vantaggio i toni della partita si alzano e lo si vede al 76’, quando Dodo stende con una manata Freuler. Anche in questo caso il Var risulterà decisivo per espellere il giocatore ucraino.
A dieci minuti della fine Malinovsky calcia una punizione angolatissima e trova il decisivo tocco di Pasalic. Male ancora la difesa dello Shaktar Donetsk, inspiegabilmente ferma e alta. La reazione degli ucraini, nonostante l’uomo in meno, arriva con Ismaily, che al minuto 86’ becca la traversa con una bomba da fuori aerea. Nell’ultimo minuto di gioco Stepanenko commette l’ennesimo errore di disimpegno dei padroni di casa e regala il pallone a Gosens, che in acrobazia anticipa Pyatov e realizza il 3 a 0.
Con la vittoria del Manchester City in Croazia, l’Atalanta raggiunge per la prima volta nella sua storia la qualificazione agli ottavi in Champions League.
Gasperini e i suoi calciatori taggiungono un obiettivo che a inizio stagione sembrava impossibile. I complimenti vanno anche a Percassi in grado di portare la società bergamasca ad alti livelli e in maniera costante.
In Germania si disputava l’ultima partita del girone f. I tedeschi avevano ancora la possibilità di qualificarsi agli ottavi di Champions League, mentre la Juventus atterrava a Leverkusen già qualificata al primo posto.
Al 10’ Danilo trova un grande passaggio per Higuain, il quale pecca di altruismo preferendo passare male la palla a Ronaldo piuttosto che tirare da posizione invitante. Poco dopo ci prova Diaby dalla distanza e Buffon viene salvato dal palo. Al 21’ si vede Cristiano Ronaldo: il portoghese con la solita azione personale condita da doppio passo tira un diagonale che finisce di poco fuori. Successivamente all’azione del portoghese, Bellarabi ci prova da dentro area, ma bravo Buffon a rispondere. Il primo tempo si conclude con una palla persa da Rabiot e un salvataggio miracoloso di Demiral su Havertz. Se il difensore turco ha giocato bene la chance data dall’allenatore bianconero, il francese non riesce a rendere al meglio e gioca male anche questa partita.
Nel secondo tempo il match resta combattuto, anche se la partita cambia al 66’ quando Bernardeschi esce per far posto a Dybala. Al 75’ si sblocca la partita: Pjanic lancia il numero 10 sull’esterno e proprio l’argentino regala un grande assist a Ronaldo che segna dopo un periodo particolare e poco brillante. Il portoghese segna la rete del vantaggio bianconero e il suo personale centoventottesimo gol in Champions League. Roba da alieni. Il Bayer Leverkusen nei minuti finali cerca di riacchiappare la partita e un’azione molto confusa porta al tiro Aranguiz, il quale riesce a sbagliare da pochi centimetri. Al 91’ chiude il match Higuain concludendo all’angolino e battendo un incolpevole Hradecky.
La Juventus conclude il girone con 16 punti su 18 a disposizione. I tedeschi, anche in caso di vittoria contro i bianconeri, sarebbero retrocessi in Europa League per la vittoria dell’Atletico Madrid ai danni della Lokomotiv Mosca.
Tre qualificate su quattro sono un gran successo per il nostro campionato, che però avrà qualche rimpianto per il mancato poker. In pochissimi avrebbero scommesso sull’Atalanta, mentre in tanti, durante il match tra Inter e Borussia a Dortmund avrebbero buttato qualche decina di euro sulla squadra di Antonio Conte. Vuoi per l’assenza di panchinari adatti, vuoi per disattenzioni ingiustificabili in partite cruciali (a Milano contro lo Slavia e in Germania) anche quest’anno l’Inter non ha centrato l’obiettivo ottavi. Un risultato che manca addirittura dalla stagione 2011/2012.
Toti Pulvirenti
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Salvatore Pulvirenti, chiamato da amici, parenti e animale domestico più semplicemente “Toti” nasce a Catania il 17/05/97. Passa l’infanzia a rincorrere un pallone e tra un’interrogazione e l’altra continua a farlo anche al Liceo Scientifico Boggio Lera di Catania, dove si diplomerà nel 2016. Lo stesso anno inizia l’avventura universitaria presso la facoltà di Scienze Politiche a Catania. Oggi, a oltre 20 anni, Continua a vivere tra un esame e quel pallone che non abbandonerà mai.