Dopo la clamorosa eliminazione della Juventus nella settimana precedente dalla Champions League, ora è il turno di Atalanta e Lazio. Se i biancocelesti, in virtù della sconfitta per 4-1 all’andata, avevano poche chances di passare il turno, i bergamaschi potevano provare l’impresa con un Real Madrid apparso molto incostante durante questa stagione.
All’Alfredo Di Stefano si gioca una delle partite più importanti e interessanti di questi ottavi della Champions League. Obiettivo comune per entrambe le compagini: proseguire il percorso europeo. Zidane recupera il suo capitano Sergio Ramos e schiera la formazione ideale, mentre la squadra di Gasperini sceglie Muriel e Malinovsky come titolari, lasciando in panchina Zapata e Ilicic.
Al 2′ proprio l’attaccante colombiano va sul fondo e crossa per Gosens, il quale non riesce ad impattare bene la palla che si perde
tra le braccia di Courtois. Nella prima mezz’ora di gara le due squadre si studiano senza farsi del male, ma, al 34′, un errato rinvio di Sportiello regala la palla a Modric, l’ex pallone d’oro confeziona l’assist per il gol di Karim Benzema. A tre minuti dallo scadere l‘Atalanta prova a rispondere al colpo subito: Malinovsky tenta una botta da fuori area che finisce al lato del palo destro del portiere belga.
All’inizio del secondo tempo mister Gasperini decide di far entrare Zapata al posto di Pasalic, il centrocampista croato non ha giocato una prima frazione indimenticabile. Da questo momento in poi era lecito attendersi una squadra ospite a trazione offensiva, invece l’Atalanta sarà costretta a difendersi da uno scatenato Vinicius. L’ex Flamengo, difatti, al 52′ salta tutta la difesa avversaria e calcia incredibilmente fuori. Lo stesso Vinicius, appena cinque minuti dopo, riparte in contropiede e viene falciato dal connazionale Toloi. Per questo fallo il direttore di gara, tra le proteste delle maglie nerazzurre, decreta il calcio di rigore. In realtà, il difensore brasiliano commette l’intervento dentro l’area di rigore, dando così ragione all’arbitro Makkelie. Dal dischetto si presenta Sergio Ramos che segna il raddoppio per il Real Madrid. Sono 18 i gol in Champions League per il difensore spagnolo.
La situazione per L’Atalanta si complica, in quanto dovrebbe segnare addirittura tre gol per passare il turno. Al 67′ Malinovsky serve un grande pallone per Zapata, che centra in pieno Courtois. Dalla stessa azione parte il contropiede della squadra di casa guidato magistralmente dai piedi di Modric e finalizzato dal colpo di testa Benzema. Bravo, questa volta, Sportiello a parare il tiro ravvicinato.
A un quarto d’ora dalla fine si ripete la stessa trama vista in precedenza: ancora il centrocampista ucraino serve l’attaccante ex Napoli che fa partire un bel tiro, neutralizzato, però, da un intervento “mostruoso” del numero uno belga.
All’83’ Muriel, con un super gol di punizione, accorcia le distanze e rende frizzanti gli ultimi minuti di gara. Ma, a cinque minuti dalla fine dell’incontro, Lucas Vazquez si fa venti metri di campo con la palla al piede e serve Asensio, il calciatore spagnolo firma il tabellino dei marcatori chiudendo definitivamente la partita. Anche in questa occasione Sportiello non è risultato impeccabile.
L’Atalanta esce, come da previsioni, dalla Champions League a vantaggio di un Real Madrid dimostratosi più forte tecnicamente e tatticamente. Inoltre, i blancos hanno dimostrato, ancora una volta, un’affinità innata con questa competizione, non a caso si tratta della squadra con più coppe dei campioni.
All’Allianz Arena si gioca una partita con un destino praticamente segnato. Simone Inzaghi, per questo motivo, decide di schierare delle riserve come Muriqui e Escalante al posto dei titolarissimi Immobile e Lucas Leiva. Anche il Bayern Monaco di Flick, tra infortuni e scelte tecniche, fa a meno di calciatori come Neuer, Coman e Davies.
Al 13′ i bavaresi si portano in avanti, Sanè dalla sua classica mattonella prova il tiro a giro che esce al lato del palo davvero per
poco. La squadra ospite, nell’azione successiva, risponde con un bel lancio di Luis Alberto per Milinkovic Savic, che, tuffandosi, colpisce di testa, ma senza dare grandi pensieri al giovane portiere Nubel. In realtà, dal replay si noterà una deviazione di Lucas Hernandez fondamentale per ridurre la forza del tiro del centrocampista serbo.
Al 33′ Muriqui nella propria area di rigore trattiene ingenuamente Goretza e commette un fallo da rigore. Dagli undici metri si presenta e segna il solito Robert Lewandowski. La Lazio, dunque, si ritrova in svantaggio dopo aver giocato una buona mezz’ora contro gli attuali campioni d’Europa.
All’inizio della seconda frazione di gioco, Milinkovic Savic sbaglia e regala il possesso al bomber polacco, che, questa volta, centra in pieno Pepe Reina. Al 67′ Gnabry serve ancora Lewandosky, il quale, con una conclusione potente, colpisce in pieno il palo della porta difesa dall’ex Milan.
A venti minuti dalla fine, Alaba trova un bel passaggio filtrante per Choupo-Moting che realizza il secondo gol per la sua squadra.
Al 82′ il subentrato Pereira mette in mezzo per Parolo, che, di testa, si toglie la soddisfazione di segnare in uno stadio iconico in tutto il mondo.
In centottanta minuti, nonostante il largo vantaggio conseguito nel match di andata, il Bayern Monaco non si è mai fermato e ha sempre cercato di portare avanti il proprio gioco. Questa mentalità la rende, anche per quest’anno, una delle favorite per la vittoria finale della Champions League. La Lazio, invece, termina il proprio cammino europeo senza particolari rimpianti, nella consapevolezza di essere stati alquanto sfortunati nei sorteggi di Nyon.
Il cammino delle italiane in questa Champions League termina così. Inutile negare che il nostro campionato ne esce ridimensionato, non tanto per le sconfitte di Atalanta e Lazio, le quali hanno avuto la cattiva sorte di incontrare squadre sulla carta nettamente più forti, quanto per il percorso di Juventus e Inter, che era lecito immaginarsi molto diverso. Entrambi i club sono stati eliminati, seppure in turni diversi, da avversari certamente alla loro portata. Diviene, a questo punto, legittima una domanda: quando rivedremo una squadra italiana dominare il mondo?
Toti Pulvirenti
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