24 giugno 2010, eliminazione alla fase a gironi del Mondiale in Sudafrica. 24 giugno 2014, eliminazione alla fase a gironi del Mondiale in Brasile. 24 giugno 2024, aspettando la classifica delle terze classificate di tutti i gironi, la rete di Luka Modric metteva l’Italia in una posizione scomoda. Tuttavia, quando il c.t. Luciano Spalletti aveva provato tutte le mosse. Quando la Croazia si chiudeva nel proprio fortino e pregava a mani giunte. Quando i minuti da giocare erano diventati secondi, Mattia Zaccagni si inventa un’euro gol che spedisce gli Azzurri dritti agli ottavi di finale e spezza la “maledizione” del 24 giugno.
Quando il purgatorio dell’eventuale “ripescaggio” tra le terze classificate si faceva sempre più ingombrante, la fantastica rete dell’attaccante esterno della Lazio manda l’Italia (e tutti gli italiani) in paradiso. Un destro a giro che, in parte, ricorda quello di Alex Del Piero nella semifinale del Mondiale 2006, con la nazionale italiana che ritorna a Berlino. Non per giocarsi una finale, come nell’estate di diciotto anni fa, ma per disputare un ottavo contro l’insidiosa e ben organizzata Svizzera.
L’auspicio che il gol in extremis di Zaccagni possa far svoltare questa edizione di Euro 2024 che per l’Italia, fino ad adesso, si è dimostrata particolarmente complicata. Di reazione, con tanto cuore e (poca) qualità, si avanza alla fase a eliminazione diretta. Con sofferenza ma anche orgoglio, l’Italia c’è.
La posta in palio è alta. Per la Croazia, non vincere significherebbe eliminazione. Per l’Italia, perdere equivale a sperare nel ripescaggio. Nel primo tempo, infatti, le due squadre pensano più a non concedere che ad attaccare. Da segnalare, tra le poche occasioni, il colpo di testa da ottima posizione di Alessandro Bastoni, perfettamente imbeccato da Barella, che viene miracolosamente respinto in angolo da Livakovic. Si va così all’intervallo sul punteggio di 0-0.
Nella ripresa, sin da subito, la nazionale croata cambia atteggiamento con il c.t. Dalic che fa entrare Budimir (attaccante) al posto del centrocampista dell’Atalanta, Mario Pasalic. Nell’Italia, invece, fuori Lorenzo Pellegrini e dentro Davide Frattesi. Quest’ultimo, però, entra in partita come peggio non potrebbe causando un calcio di rigore per la Croazia per evidente e scomposto fallo di mano. Dal dischetto si presenta Luka Modric che, però, si fa ipnotizzare da uno straordinario Donnarumma che respinge il tiro dagli undici metri.
Tuttavia, per gli Azzurri, giusto il tempo di esultare per la parata del proprio portiere che, nell’azione successiva al rigore sbagliato, la Croazia passa in vantaggio. Dalla fascia destra parte un cross che trova in area di rigore il subentrato Ante Budimir. Il tiro dell’attaccante croato viene respinto ancora da Gigio Donnarumma ma, il portiere del PSG, non può nulla sulla deviazione vincente di Modric. L’idolo dei croati si fa così perdonare l’errore dal dischetto e porta in vantaggio la sua nazionale.
Con poco più di mezz’ora da giocare, la risposta dell’Italia arriva subito. Quantomeno, dal punto di vista emotivo e territoriale. La nazionale di Luciano Spalletti, infatti, grazie anche ai subentrati, tra cui Federico Chiesa, costringe la nazionale croata ad abbassarsi nell’ultimo quarto di campo. Anche se, le occasioni pericolose non sono poi così tante. Tra tutte: un cross rasoterra in area dello stesso Chiesa che non trova per questione di centimetri l’altro subentrato Scamacca e un colpo di testa ancora di Bastoni finito alto di un soffio.
Le speranze italiane diminuiscono con il passare dei minuti. Neanche gli otto minuti di recupero concessi dall’arbitro olandese Makkelie sembrano poter aiutare gli Azzurri. Eppure, trenta secondi prima del fischio finale, con la sua folta chioma, Riccardo Calafiori si lancia in avanti con coraggio, palla ai piedi, evitando qualsiasi intervento croato. Lo stesso difensore del Bologna, riesce a servire a lato il compagno Mattia Zaccagni che lascia partire un destro a giro meraviglioso che va a insaccarsi all’angolino alto.
Esplode così di gioia la panchina della nazionale italiana che, all’ultima azione, riesce a pareggiare la partita (1-1) e strappare il pass per gli ottavi di finale come seconda del girone. Per Luka Modric e compagni, invece, rimane solamente la beffa di essere andati a un passo dalla qualificazione. Che quello del 24 giugno 2024 sia stato l’ultimo ballo insieme della generazione d’oro? La Croazia intera e tutti gli appassionati di calcio sperano di no, ma il tempo passa inesorabilmente per tutti. E, questa volta, il tempo (di recupero) ha favorito l’Italia!
In contemporanea alla sfida degli Azzurri, sempre alle ore 21, si è disputato anche l’incontro tra la Spagna (già qualificata come prima) e l’Albania che, invece, spera in una vittoria per accedere agli ottavi come ripescata. Nonostante un turnover totale, con il c.t. spagnolo De La Fuente che ha cambiato tutti gli undici titolari, dopo un discreto avvio albanese, le Furie Rosse prendono il controllo della gara e passano in vantaggio con Ferran Torres.
Nella ripresa, con la nazionale spagnola che aspetta solamente il triplice fischio finale, l’Albania prova a rientrare in partita rendendosi pericolosa per due volte. In entrambi i casi, però, la nazionale allenata da Sylvinho non trova la via del gol. In primis, con il subentrato Rey Manaj il cui tentativo da distanza ravvicinata viene efficacemente respinto da Raya. In secondo, nel finale, con Arber Hoxha che non sfrutta una ghiotta occasione. Si arriva così al fischio finale con la Spagna che si impone per 0-1 centrando la terza vittoria su tre gare.
Il girone B di Euro 2024, dunque, si chiude con la nazionale spagnola nettamente prima a punteggio pieno con nove punti. Seconda e anch’essa agli ottavi di finale, l’Italia con quattro punti. Fuori, invece, Croazia (due punti) e Albania (un punto).
Fonte Foto in Evidenza: Azzurri (X)
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali) ma, fin da piccolo, è appassionato di sport e giornalismo. Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando ancora bambino si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi“.
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