Un pallone rivisitato, una nuova mascotte e 12 Paesi diversi per dar vita allo spettacolo di Euro 2020. Proprio così, il Covid posticipa il torneo tra nazioni a livello continentale, ma non ne cambia la sostanza e l’identità. Si comincerà il prossimo 11 giugno, con l’esordio dell’Italia e del Gruppo A. Poi, un susseguirsi di partite e (si spera) di grandi emozioni.
Livello delle squadre alto, in alcuni casi altissimo, ma con tante possibili sorprese legate alle condizioni dei calciatori. Quest’ultima stagione è stata molto dispendiosa, molti atleti arriveranno stanchi, altri dovrannno o hanno lasciato per infortunio, altri ancora vivranno il rebus legato alla pandemia e al rischio di contagio, vero handicap del torneo.
Un sessantesimo anniversario (il primo fu disputato in Francia nel 1960) che, per onorare l’avvenimento, farà un viaggio itinerante tra le capitali e i Paesi del Vecchio Continente: Italia (Roma), Danimarca (Copenaghen), Romania (Bucarest), Olanda (Amsterdam), Irlanda (Dublino), Spagna (Bilbao), Ungheria (Budapest), Scozia (Glasgow), Azerbaigian (Baku), Germania (Monaco di Baviera), Inghilterra (Londra) e Russia (San Pietrobirgo). Evidente, dunque, come voli e temperature diverse possano giocare un ruolo chiave nel corso della competizione.
Un tratto distintivo e riconoscibile di Euro 2020, ma simbolo di unione, è sicuramente il pallone (non meno protagonista dei giocatori e delle squadre): Uniforia prende il nome da “unità” ed “euforia”, tratti unici degli Europei. Sul tipico colore bianco della sfera risaltano agli occhi le linee nere a pennellate, che rappresentano la sfocatura dei confini. Insieme a queste, di rilievo anche i diversi tratti segnati da colori luminosi, rappresentazione della diversità e delle culture diverse che si incontrano (e non scontrano, se non sportivamente parlando). Andando più a fondo, inoltre, si possono leggere i nomi incisi delle città ospitanti.
Simpatico compagno di viaggio sarà Skillzy, la mascotte di quest’anno di Euro 2020. È legata al mondo del freestyle, vero collante calcistico a livello europeo e mondiale. Ovviamente, la sua grande capacità risiede nei numeri di giocoleria con il pallone.
Per il resto, a farla da padrone saranno senz’altro i numeri e i paradossi legati al ranking dell’Uefa, che tiene conto anche delle presenze in nazionale. Così, un giocatore di talento come Paul Pogba (Francia) si trova relegato in 426esima posizione, mentre in testa c’è Memphis Depay (Olanda). Il primo degli italiani è Marco Verratti (31). Insomma, solo numeri e classifiche: a parlare sarà il campo, l’agonismo e quel pizzico di fortuna che, in fin dei conti, nel calcio non manca mai.
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Andrea Lo Giudice
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Sin da piccolo con la passione dello sport e con un occhio incantato e innamorato per il calcio. Il fisico e la tecnica non hanno garantito un grande successo sportivo e i videogiochi hanno “rovinato” la mia esistenza facendo nascere la vena e passione giornalistica. Da lì, anni a sognare e a lottare per raggiungere un obiettivo, raggiunto solo in parte. Ma, mai fermarsi. Tante le esperienze: televisive, radiofoniche e web. Non si sa mai dove si arriverà, ma bisogna sempre crederci. Capendo che il giornalismo non è solo ciò che piace e che, a volte, si possono trovare anche altri argomenti e stimoli interessanti.
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