LONDRA (dal nostro inviato all’Emirates) – Il Ludogorets dura mezzo tempo, poi Wenger sfodera…l’arsenale. Potrebbe essere questo il riassunto della gara dell’Emirates, con i bulgari che, contro ogni aspettativa, rimangono in partita per gran parte della prima frazione, creando più di un grattacapo dalle parti di Ospina – che ieri sera ha sostituito Cech. Wenger predica umiltà nel pre-gara, ma i suoi non sembrano fare tesoro delle sue parole, almeno all’inizio.
Un Arsenal poco convinto in fase di impostazione, con un Özil troppo lezioso, Bellerín poco ficcante e un centrocampo che, con l’assenza di Xhaka, lasciato in panchina, è apparso alquanto friabile. Ci vogliono le invenzioni dei solisti a mettere la gara sul binario giusto: prima Sánchez, con un cucchiaio dal vertice sinistro dell’aria di rigore, poi Walcott, con una botta al volo che non lascia scampo al povero Stoyanov che, più di una volta, aveva tolto ai suoi le castagne dal fuoco.
La formazione di Dermendzhiev, fino a quel a momento, era riuscita a contenere l’Arsenal. Marcelinho e compagni, del resto, hanno ormai una certa esperienza in campo europeo e sanno come parcheggiare l’autobus – come si dice in Inghilterra – davanti la difesa, per poi provare la sorte in contropiede. Per il Ludogorets, infatti, si tratta della quinta qualificazione consecutiva in Europa, con il rifinitore verdeoro recordman di presenze, a quota 39.
A proposito di brasiliani, l’unica punta schierata dai campioni di Bulgaria è Cafu, che nasce come ala e non ha nel gol la sua arma principale, ma riesce a creare qualche grattacapo dalle parti di Koscielny e Mustafi. Senza, però, trovare il pertugio vincente. Nell’intervallo, Wenger striglia i suoi, che rispondono subito segnando in sequela altre due reti, chiudendo virtualmente l’incontro con due colpi di Oxlade-Chamberlaine e Özil, che finalmente lascia l’oblio per ergersi protagonista.
Il tecnico francese, anche in vista del match di sabato contro il Middlesbrough, decide di regalare la meritata standing ovation a Walcott, mattatore dell’incontro, e Sánchez. Özil, intanto, prima segna il punto del 5-0 e, poi, allo scoccare del 90′ infila il Ludogorets con un sinistro al volo che vale la sesta rete. Insomma, ancora una volta, tutto facile per l’Arsenal, che si avvicina all’ennesima qualificazione al turno a eliminazione diretta di Champions League. Ma fin dove riusciranno ad arrivare gli inglesi? Difficile dirlo perché, se con quei due davanti Wenger sembra aver trovato la quadratura del cerchio, in fase di ripiegamento c’è più di un aspetto da porre sotto la lente di ingrandimento.
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Nell’albo dei pubblicisti dal 2013, ha scritto un eBook sui reporter di guerra e conseguito due lauree. A Catania si è innamorato del giornalismo sportivo; a Londra si è tolto la soddisfazione di collaborare per il Guardian e il Daily Mail. Esperto di digital marketing e amante dei social media, nel 2017 ha deciso di tornare a collaborare con VdC di cui era già stato volto e firma nel 2012-2013.