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NBA, Thunder campioni e Shai MVP: serata nefasta per i Pacers
23 Giugno 2025
Basket

NBA, Thunder campioni e Shai MVP: serata nefasta per i Pacers

Home » Voci di Sport » Basket » NBA, Thunder campioni e Shai MVP: serata nefasta per i Pacers

Gli Oklahoma City Thunder sono campioni NBA per la prima volta nella storia. Un traguardo straordinario per OKC, che si aggiudica gara-7 contro gli Indiana Pacers, imponendosi per 103-91 davanti ai propri tifosi. Dopo un primo tempo molto equilibrato e combattuto, con i Pacers avanti di un punto alla pausa lunga (48-47), i Thunder piazzano il parziale decisivo nel terzo quarto, chiuso sull’81-68. Serata da dimenticare per Indiana, che perde Tyrese Haliburton per infortunio (rottura del tendine d’Achille per il due volte All-Star).

NBA

La grande gioia degli Oklahoma City Thunder, che festeggiano la vittoria del titolo NBA al Paycom Center. (Fonte: OKC Thunder).

NBA, OKC nella storia. Annata d’oro per SGA

Agli uomini di Rick Carlisle non bastano un ottimo Bennedict Mathurin, autore di una doppia doppia da 24 punti e 13 rimbalzi in uscita dalla panchina, i 16 punti a testa di Pascal Siakam e T.J. McConnell e i 15 di Andrew Nembhard. Gli ospiti resistono un tempo, per poi soccombere sotto i colpi degli ispiratissimi Thunder. Questi ultimi mettono in vetrina l’MVP Shai Gilgeous-Alexander, che vive una serata tutt’altro che semplice (8/27 al tiro e 2/12 da tre) ma mette comunque a referto 29 punti, 5 rimbalzi, 12 assist, un recupero e 2 stoppate.

Un’annata da incorniciare per SGA, che dopo l’MVP della regular season da miglior realizzatore stagionale conquista anche l’MVP delle Finals (medie di 30.3 punti, 4.6 rimbalzi, 5.6 assist, 1.9 recuperi e 1.6 stoppate col 44% dal campo) e il titolo NBA. Un’impresa riuscita soltanto a nomi del calibro di Kareem Abdul-Jabbar, Michael Jordan e Shaquille O’Neal. Partita simile per Jalen Williams, che non entra del tutto in ritmo, tirando con appena il 35% dal campo (7/20) e il 29% da dietro l’arco (2/7), ma trova comunque il modo di far registrare 20 punti, 4 rimbalzi, altrettanti assist e 2 palle rubate.

Degna di nota la prova di Chet Holmgren (18 punti, 8 rimbalzi, un recupero e 5 stoppate con 6/8 al tiro), mentre Alex Caruso e Cason Wallace aggiungono 10 punti e 3 palle recuperate in uscita dalla panchina e Lu Dort e Isaiah Hartenstein garantiscono il solito contributo indispensabile alla causa. Gli Oklahoma City Thunder completano l’opera, arrivando in vetta al termine di una scalata lunghissima ed emozionante.

Shai Gilgeous-Alexander in posa con il premio di MVP delle Finals e il titolo NBA. (Fonte: OKC Thunder).

Missione compiuta per i Thunder

Dal 2019, anno degli addii di Russell Westbrook e Paul George e degli arrivi di Shai Gilgeous-Alexander e Lu Dort, oltre che di coach Mark Daigneault (inizialmente come assistant coach nello staff di Billy Donovan), i Thunder hanno dato vita a un nuovo, entusiasmante ciclo che li ha portati a dominare la Western Conference per due anni di fila (primo posto con un record di 57-25 lo scorso anno e col miglior record della lega, 68-14, nella stagione da poco conclusasi).

Dopo il primo turno vinto agevolmente contro i Memphis Grizzlies (4-0), molti addetti ai lavori avevano ancora dubbi sulle possibilità di OKC di lottare fino in fondo per la vittoria dell’anello. Ciò soprattutto in virtù delle difficoltà dimostrate nelle prime tre gare della serie del secondo turno contro i Denver Nuggets, con questi ultimi capaci di portarsi in vantaggio per 2-1. Il valore di Oklahoma City è fuori discussione, ma in molti ritengono che ai Thunder manchi ancora qualcosa per puntare realmente a vincere.

OKC fa cambiare idea a critici e detrattori con due vittorie da squadra esperta e navigata nelle due partite successive (92-87 in gara-4 e 112-105 in gara-5), per poi chiudere la serie con una netta affermazione in gara-7. Dopo aver liquidato i Minnesota Timberwolves in Finale di Conference (4-1), i Thunder hanno vissuto sulla propria pelle ciò che era già toccato a Milwaukee Bucks, Cleveland Cavaliers e New York Knicks nelle settimane precedenti.

NBA

Tripla a bersaglio per Cason Wallace, autore di 10 punti in uscita dalla panchina in gara-7. (Fonte: OKC Thunder).

Thunder-Pacers, una serie ricca di emozioni

In gara-1 delle Finals, infatti, OKC appare in controllo per gran parte del match (+15 a inizio quarto quarto), salvo poi subire l’insperata rimonta degli Indiana Pacers, che piazzano un parziale di 32-16 negli ultimi 10’ di gara e si impongono di misura grazie a un canestro clutch di Tyrese Haliburton che vale il definitivo 111-110 in favore degli ospiti a un decimo di secondo dal termine.

La risposta non si fa attendere, con i padroni di casa che rimettono le cose a posto in gara-2 (123-107, con 34 punti, 5 rimbalzi, 8 assist e 4 recuperi per Gilgeous-Alexander, 19 punti, 5 rimbalzi e altrettanti assist per Jalen Williams e 20 punti in uscita dalla panchina per Caruso). I Thunder hanno dunque la possibilità di riprendersi il fattore campo in gara-3, ma Indiana non ci sta a perdere davanti al proprio pubblico e riesce a vincere 116-107 (27 punti per Mathurin, 22 punti, 9 rimbalzi e 11 assist per Haliburton e 21 punti per Siakam).

Come già avvenuto nella serie del secondo turno contro i Nuggets, OKC riesce a trovare la forza di reagire proprio nel momento in cui si ritrova con le spalle al muro. Una sconfitta in gara-4 metterebbe la squadra di Daigneault in una posizione molto scomoda, ma Shai (35 punti) e compagni non si lasciano sfuggire l’occasione di pareggiare la serie, assicurandosi la vittoria per 111-104 e ripetendosi in gara-5 (120-109, con 40 punti di un ispiratissimo Jalen Williams e doppia doppia da 31 punti e 10 rimbalzi per Gilgeous-Alexander).

Il grave infortunio occorso a Tyrese Haliburton nel corso di gara-7 delle NBA Finals tra Thunder e Pacers. (Fonte: The Sporting News).

Serata no per Haliburton e i Pacers

In gara-6, i Pacers gettano il cuore oltre l’ostacolo. Con una grande prova di forza, i padroni di casa si impongono con un netto 108-91 e forzano gara-7. Si tratta della ventesima gara-7 nella storia delle NBA Finals, nonché della prima da Cavs-Warriors del 2016. Un’impresa che ha un significato speciale per una squadra che in molti, tra appassionati e addetti ai lavori, ritenevano inferiore alle altre contender e non ancora in grado di puntare al titolo.

La sconfitta all’ultimo atto, resa ancor più beffarda dal grave infortunio di Haliburton, non macchia lo splendido percorso dei Pacers, tra le poche squadre capaci di mettere in seria difficoltà gli Oklahoma City Thunder in questi playoff. Per questi ultimi è tempo di festeggiare un traguardo a dir poco memorabile. OKC diventa la settima vincitrice dell’anello diversa negli ultimi sette anni, nonché la ventiduesima franchigia capace di mettere le mani sul Larry O’Brien Trophy, sebbene i Seattle SuperSonics, la squadra di cui i Thunder hanno preso il posto nel 2008, avessero già vinto un titolo nel 1979.

I giovani Thunder, seconda squadra più giovane di sempre a vincere l’anello dopo i Portland Trail Blazers nel 1976-1977, riescono nell’impresa che tredici anni fa Kevin Durant, Russell Westbrook, James Harden e Serge Ibaka avevano soltanto sfiorato. Nel 2011-2012, infatti, Oklahoma City arrivò alle Finals con gli scalpi di Dallas Mavericks, Los Angeles Lakers e San Antonio Spurs, arrendendosi soltanto al cospetto dei Miami Heat di LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh.

NBA

I giocatori dei Thunder festeggiano la vittoria del primo titolo NBA nella storia della franchigia. (Fonte: OKC Thunder).

I Thunder riscattano il ko alle NBA Finals 2012

Quattro anni dopo, senza Harden – passato agli Houston Rockets nel 2012 – ma con il duo Durant-Westbrook e i lunghi Ibaka e Adams, OKC ha la grande chance per ripetersi, ma si fa rimontare dai Golden State Warriors alle Finali di Conference (da 3-1 per i Thunder a 4-3 per i Dubs). Poche settimane dopo, Durant firma proprio coi Warriors e Westbrook e compagni non andranno più oltre il primo turno dei playoff. Una “maledizione” cui i Thunder hanno saputo porre rimedio negli anni successivi con grande visione e tenacia, marchi di fabbrica assoluti del general manager Sam Presti.

Fonte foto in evidenza: OKC Thunder

Dennis Izzo

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Dennis Izzo

About Dennis Izzo

Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.

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