I Minnesota Timberwolves sono la prima squadra di Ovest a raggiungere le Finali di Conference, traguardo già centrato lo scorso anno. I Lupi eliminano in cinque gare i Golden State Warriors al secondo turno dei playoff NBA, imponendosi per 121-110 in gara-5 davanti ai propri tifosi. Prova d’autore per i padroni di casa, che mandano in doppia cifra sei degli otto giocatori impiegati.
Spiccano le prestazioni di Anthony Edwards (22 punti, 7 rimbalzi, 12 assist e 3 stoppate) e Julius Randle (29 punti, 8 rimbalzi e 5 assist con 13/18 dal campo). Ottimo anche l’apporto dei veterani Rudy Gobert e Mike Conley, che mettono a referto, rispettivamente, 17 punti e 8 rimbalzi con 8/9 al tiro e 16 punti, 6 rimbalzi e 8 assist con 4/6 da dietro l’arco. Completano l’opera Jaden McDaniels (14 punti) e Donte DiVincenzo (13 punti e 6 assist), che fanno anche registrare ben 4 palle recuperate a testa.
Steph Curry e Anthony Edwards si salutano al termine di gara-5, vinta 121-110 da Minnesota. (Fonte: Minnesota Timberwolves).
Dopo un avvio equilibrato, Minnesota si porta all’intervallo sopra di 15 punti (62-47) dopo un parziale di 9-0 per chiudere il primo tempo. I Timberwolves toccano anche il +25 nel finale del terzo quarto, archiviando di fatto la pratica. Non basta la reazione dei Warriors, che in avvio di quarto quarto piazzano un parziale di 13-4 che dimezza lo svantaggio. Tra le file degli ospiti, si segnalano i 28 punti con 11/19 dal campo e 4/6 dalla lunga distanza di Brandin Podziemski e i 26 punti con 11/23 al tiro di Jonathan Kuminga.
Delude, invece, il grande ex di turno di Jimmy Butler, che non va oltre quota 17 punti con 4/11 dal campo. In assenza di Stephen Curry, out da gara-1 – vinta 99-88 da Golden State a Minneapolis – per un infortunio al bicipite femorale della coscia sinistra, ci si aspettava la versione migliore di Playoff Jimmy. Quest’ultimo ha lasciato e non poco a desiderare (20.2 punti, 7.4 rimbalzi e 5.6 assist col 43% al tiro e il 30% da tre nella serie). L’unica prova degna di nota è quella da 33 punti, 7 rimbalzi e altrettanti assist in gara-3, persa 102-97 a San Francisco.
Buddy Hield, invece, non riesce a dare continuità all’ottima gara-7 del primo turno contro gli Houston Rockets. Per lui 14.8 punti di media col 36% dal campo, seppur con un notevole 43% da oltre l’arco. Tra le poche note liete di un secondo turno da dimenticare, Jonathan Kuminga ha sfruttato nel migliore dei modi le chances concessegli da Steve Kerr. Per il classe 2002 20.8 punti di media col 54% al tiro e il 42% da tre in 27.4 minuti a partita, poco più di 10’ in più rispetto alla serie del primo turno vinta 4-3 con i Rockets. Il 22enne potrà battere cassa tra qualche settimana, essendo in scadenza di contratto.
L’esultanza di Julius Randle, tra i principali protagonisti delle vittorie di Minnesota con Lakers e Warriors. (Fonte: Minnesota Timberwolves).
Minnesota, dal canto suo, miete un’altra vittima illustre. Dopo il 4-1 al primo turno con i Los Angeles Lakers, cadono sotto i colpi dei Timberwolves anche i Warriors, travolti da un Anthony Edwards sempre più a suo agio nei confronti con le stelle NBA. Ant-Man si prende la scena con medie di 26.2 punti, 7.6 rimbalzi, 5.6 assist, 1.8 recuperi e 1.2 stoppate col 48% dal campo e il 44% da dietro l’arco in cinque partite. Per lui, anche due prestazioni da almeno 30 punti nelle trasferte in gara-3 (36) e gara-4 (30) vinte 102-97 e 117-110 in trasferta
Non è affatto da meno Julius Randle, che si scrolla di dosso l’etichetta di giocatore discontinuo, per nulla funzionale e addirittura dannoso. Dopo aver ben figurato contro i Lakers, il classe ‘94 si ripete contro i Warriors, chiudendo la serie con 25.2 punti, 6.6 rimbalzi e 7.4 assist col 53% al tiro. L’ex Knicks si rivela molto utile alla causa con scelte intelligenti, mettendo in mostra il meglio del proprio repertorio. La spalla perfetta per Edwards.
I Timberwolves riescono così ad approdare in Finale di Conference per la terza volta nella storia della franchigia, nonché la seconda consecutiva. L’obiettivo dei Lupi sarà riscattare le sconfitte subite contro i Los Angeles Lakers nel 2004 e contro i Dallas Mavericks lo scorso anno. Per riuscire nell’intento, la squadra di Chris Finch dovrà superare una tra Oklahoma City Thunder e Denver Nuggets (OKC è attualmente avanti 3-2 nella serie).
Fonte foto in evidenza: NBA.com
Dennis Izzo
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