Il Martin Luther King Day, celebrato ogni anno il terzo lunedì di gennaio, onora la vita e il lascito del Dr. Martin Luther King Jr., leader del movimento per i diritti civili e simbolo della lotta contro la discriminazione razziale negli Stati Uniti. Questa giornata, proclamata festa nazionale nel 1983, è un’occasione per riflettere sui valori di uguaglianza, giustizia e inclusione che il Dr. King ha promosso durante la sua vita.
Per l’NBA, il MLK Day non è solo una data commemorativa, ma anche un’opportunità per sottolineare il suo impegno storico e continuo verso questi ideali. Dal 1986, la lega celebra questa giornata con una serie di partite speciali, coinvolgendo squadre e città direttamente legate alla storia e ai messaggi del Dr. King. Le partite non sono solo eventi sportivi, ma veri e propri momenti di educazione e sensibilizzazione.
L’NBA, del resto, è sempre stata in prima linea nelle battaglie per i diritti civili. Negli anni ’60, giocatori come Bill Russell, leggendario centro dei Boston Celtics, e Oscar Robertson, hanno portato avanti lotte per l’uguaglianza, ispirati dal lavoro di Martin Luther King Jr. Questo spirito si riflette ancora oggi nella lega, che promuove messaggi di giustizia sociale attraverso campagne e iniziative.
Ogni anno, durante il MLK Day, i parquet NBA vengono decorati con loghi e messaggi speciali, mentre i giocatori indossano divise commemorative. Le partite diventano così non solo un’esibizione di talento, ma anche una piattaforma per sensibilizzare milioni di fan su temi cruciali come l’uguaglianza razziale. Anche quest’anno, come di consueto, l’NBA offre agli appassionati un programma ricco di match di alto livello e significato simbolico.
23 punti, 7 rimbalzi e 9 assist con 5/10 da dietro l’arco per LaMelo Ball nella sfida tra Hornets e Mavericks. (Fonte: Charlotte Hornets).
A dare il via alle danze è la sfida tra Charlotte Hornets e Dallas Mavericks, che si affrontano allo Spectrum Center alle ore 18:00 italiane. Terza vittoria consecutiva per i padroni di casa, che nel quarto quarto piazzano un parziale di 28-22 che risulta decisivo. Dopo un primo tempo equilibrato (55-55) e un terzo quarto chiuso sull’83-82 in favore dei Mavs, a metà dell’ultimo periodo Dallas sembra in controllo (100-94 dopo un parziale di 10-0), ma gli Hornets cambiano marcia e nel finale lasciano soltanto le briciole agli ospiti, che segnano appena 5 punti negli ultimi 6’.
Sugli scudi LaMelo Ball e Miles Bridges, autori di 23 punti a testa, mentre a Dallas – priva di Dončić – non bastano i 33 punti di Kyrie Irving e, soprattutto, la doppia doppia da 31 punti, 15 rimbalzi e 7 stoppate con l’80% dal campo (12/15) di un sensazionale Daniel Gafford. Il 110-105 con cui gli Hornets si impongono sui Mavericks rappresenta il terzo ko nelle ultime quattro partite per i texani.
Con la vittoria sul campo dei Rockets, i Pistons cominciano nel migliore dei modi la road trip. (Fonte: Detroit Pistons).
La gara tra Pistons e Rockets parte all’insegna dell’equilibrio, ma nella seconda parte del primo quarto Detroit piazza un parziale di 13-0 e si porta in doppia cifra di vantaggio. Nel secondo quarto, Houston risponde a tono e a poco a poco ricuce lo svantaggio con un parziale di 16-0 che porta i padroni di casa sul +1. Le due squadre vanno alla pausa lunga sul 57-57. Al termine del terzo quarto, gli ospiti tornano in doppia cifra di vantaggio (90-80) e non si fanno più riacciuffare, imponendosi per 107-96.
Spicca la prova di Cade Cunningham, che mette a referto 32 punti, 9 rimbalzi e 7 assist col 55% dal campo (12/22) e il 60% da dietro l’arco (3/5). Non sono da meno gli ottimi apporti di Jalen Duren (doppia doppia da 16 punti, 14 rimbalzi, 4 recuperi e 2 stoppate con 8/8 al tiro) e Malik Beasley (17 punti e 2 palle recuperate in uscita dalla panchina). Tra le file dei Rockets, tocca quota 20 punti il solo VanVleet (per lui anche 6 recuperi).
Jaren Jackson Jr. e Ja Morant, tra i protagonisti della vittoria in rimonta dei Grizzlies contro i Timberwolves. (Fonte: Memphis Grizzlies).
Successo importante anche per i Grizzlies, che superano i Minnesota Timberwolves a Memphis, laddove Martin Luther King venne assassinato il 4 aprile 1968. Gli ospiti partono bene e all’intervallo sono avanti di undici punti (54-43). Il copione cambia totalmente nella ripresa, con Jaren Jackson Jr. che segna ben 15 dei suoi 24 punti totali nel quarto quarto, in cui i Grizzlies piazzano un parziale di 11-0 portandosi dal -5 (100-95) al +6 (106-100) a poco più di 2’ dal termine. Bene anche Desmond Bane (22 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e 2 recuperi), mentre Ja Morant aggiunge 19 punti e 7 assist.
Allo scadere, Anthony Edwards (32 punti per lui) ha la possibilità di ribaltare il punteggio, ma la sua tripla della disperazione non va a bersaglio e Memphis vince 108-106. Tra le file dei Timberwolves, si segnala la gran prova di Naz Reid, autore di 29 punti e 8 rimbalzi col 50% dalla lunga distanza (5/10) in uscita dalla panchina.
I New York Knicks onorano la memoria di Martin Luther King prima della sfida contro gli Atlanta Hawks. (Fonte: NEW YORK KNICKS).
Visto il periodo molto complicato (record di 3-6 nelle ultime nove gare), i New York Knicks erano chiamati a ritrovare la vittoria contro gli Atlanta Hawks al Madison Square Garden. Gli ospiti partono col piede ben piantato sull’acceleratore, ma i Knicks non ci stanno e reagiscono immediatamente, portandosi a -1 al termine del primo quarto. Nel finale del primo tempo, la tripla di Trae Young e i canestri di Jalen Johnson e Okongwu firmano il parziale con cui Atlanta va in vantaggio 62-54 alla pausa lunga.
A risultare decisivo è il terzo quarto, in cui New York si impone 40-27 (14-4 nella fase iniziale). Negli ultimi 12’, i Knicks gestiscono il vantaggio e si assicurano la vittoria per 119-110. Cinque giocatori in doppia cifra per la franchigia della Grande Mela, tra cui, a prendersi la scena, sono soprattutto Jalen Brunson (34 punti e 6 assist col 67% dal campo e il 60% da dietro l’arco) e Mikal Bridges (26 punti e 4 assist col 71% al tiro. Gli Hawks, dal canto loro, mandano in doppia cifra ben sette dei nove giocatori impiegati (27 punti, 6 assist e 3 recuperi con 6/12 da tre per Trae Young e 22 punti in uscita dalla panchina per De’Andre Hunter).
Un super Donovan Mitchell trascina i Cavaliers nella netta vittoria contro i Phoenix Suns. (Fonte: Cleveland Cavaliers).
Tutto facile per i Cleveland Cavaliers, che travolgono i Phoenix Suns tra le mura amiche senza particolari patemi d’animo. Gli ospiti durano appena un quarto, poi si scatenano i padroni di casa, che nel secondo quarto segnano ben 32 punti (a fronte dei soli 19 subiti) e nel terzo rincarano la dose con 34, toccando anche il +30 nel corso della gara e chiudendo il match sul 118-92.
Il migliore in campo è Donovan Mitchell, che fa registrare 33 punti, 5 rimbalzi e altrettanti assist. Bene anche Darius Garland (16 punti, 7 assist e 3 recuperi) e Jarrett Allen (doppia doppia da 12 punti e 11 rimbalzi). A Phoenix non sono sufficienti i 23 punti (con 7 rimbalzi) di Kevin Durant, con Devin Booker e Bradley Beal che combinano per appena 20 punti (15 per il primo, 5 in uscita dalla panchina per il secondo).
Jayson Tatum e i Boston Celtics superano senza problemi i Golden State Warriors a San Francisco. (Fonte: Boston Celtics).
Serata da incorniciare anche per i Boston Celtics, che espugnano senza difficoltà il Chase Center di San Francisco, regolando i Golden State Warriors. Gara a senso unico sin dall’inizio, con i campioni in carica che concedono appena 39 punti in un tempo ai padroni di casa. Il pesantissimo parziale di 43-24 in favore degli ospiti nel terzo quarto, di fatto, rappresenta la pietra tombale sulle già residue speranze dei Warriors, mai capaci di entrare in partita.
I Dubs subiscono un passivo di ben 40 punti (125-85) e manda in doppia cifra appena due giocatori su dodici: 18 punti per Stephen Curry, 13 per Moses Moody. Tra le file di Boston, invece, 22 punti, 9 rimbalzi e 7 assist per Jayson Tatum, 18 punti e 7 rimbalzi per Kristaps Porziņģis, 17 per Jaylen Brown e 10 per Jrue Holiday. Ai tre titolari si aggiungono, dalla panchina, Payton Pritchard (14 punti e 9 assist) e Sam Hauser (11 punti).
C.J. McCollum guida i Pelicans alla rimonta contro i Jazz con 45 punti, di cui 24 tra quarto quarto e overtime. (Fonte: New Orleans Pelicans).
A far calare il sipario sull’NBA MLK Day 2025 sono le due gare giocate notte, che vedono le vittorie di New Orleans Pelicans e Chicago Bulls. I primi sconfiggono gli Utah Jazz 123-119 all’overtime, ribaltando una gara iniziata nel peggiore dei modi. Gli ospiti, infatti, partono a razzo (14-0) e nel corso del primo quarto toccano anche il +25 (37-15). I Pels riaprono la sfida nel terzo quarto, chiuso sul +13, fino a imporsi 13-9 al supplementare.
L’eroe della serata è C.J. McCollum, che manda a referto la sua seconda miglior prestazione stagionale. Per lui 45 punti, 8 rimbalzi e 4 assist col 58% al tiro (18/31) e il 42% da dietro l’arco (5/12). Di vitale importanza anche i contributi offerti da Trey Murphy (24 punti e 7 rimbalzi), Dejounte Murray (26 punti, 9 rimbalzi e 11 assist) e Jordan Hawkins (18 punti con 3/3 da tre dalla panchina). Sette giocatori con almeno 10+ punti (23 punti, 4 rimbalzi e 7 assist per Keyonte George, 20 punti e 11 assist per Isaiah Collier) non bastano ai Jazz per evitare la sesta sconfitta nelle ultime sette partite e il conseguente ultimo posto in classifica a Ovest.
I Bulls, dal canto loro, battono i Los Angeles Clippers 112-99 all’Intuit Dome, ponendo fine alla striscia positiva dei californiani, imbattuti da quasi un mese e mezzo in casa (sei successi consecutivi davanti ai propri tifosi). A trascinare gli ospiti sono i 35 punti di Zach LaVine, che rendono vani i 27 di Normann Powell e permettono ai suoi di tornare a vincere dopo cinque sconfitte di fila.
Fonte foto in evidenza: NBA.com
Dennis Izzo
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