Vanno in archivio anche gli altri due quarti di finale dell’NBA Cup, con gli Atlanta Hawks e gli Houston Rockets che raggiungono i Milwaukee Bucks e gli Oklahoma City Thunder nelle Final Four che si disputeranno a Las Vegas dal 14 al 17 dicembre.
Iniziamo con il primo, in ordine cronologico, dei due incontri della nottata italiana che ha visto gli Atlanta Hawks, guidati da Trae Young, espugnare il Madison Square Garden. Nel palazzetto più famoso al mondo, i padroni di casa dei New York Knicks partono meglio e si portano, senza troppi affanni, avanti nel punteggio nei primi due quarti. Tantoché, si va all’intervallo lungo con il team della Grande Mela avanti di sette lunghezze.
Tuttavia, nella seconda parte, l’inerzia della gara cambia totalmente e Atlanta comincia a salire di livello, guidata dal suo giocatore rappresentativo: Trae Young (22 pti e 11 ast al termine della gara per lui). A far da spalla al playmaker degli Hawks ci pensano Hunter (miglior marcatore di serata con 24 punti) e Jalen Johnson (autore di una doppia doppia da 21 pti e 15 rim). Con questi tre protagonisti, la formazione ospite mette a referto un parziale di 18-34 nel terzo quarto che consente loro di arrivare agli ultimi dodici minuti con un vantaggio di nove punti.

Trae Young, Atlanta Hawks – Foto: Hawks (X)
Nell’ultimo quarto, i Knicks provano a rientrare in partita ma i loro tentativi sono vani. Tra i padroni di casa, delude la prestazione di Jalen Brunson che chiude con “soli” 14 punti e un 5/15 al tiro. Sicuramente più incisivo, Karl-Anthony Towns con una doppia doppia da 19 punti e 19 rimbalzi, anche se uguale e meglio di lui fanno Bridges (19 pti) e Josh Hart (21 pti e miglior marcatore di serata per New York). Numeri che, però, non servono a molto, perché gli Atlanta Hawks amministrano il vantaggio e si impongono con il punteggio di 100-108.
Tanto equilibrio, ma anche diversi colpi di scena, nell’ultimo quarto di finale dell’NBA Cup che ha messo di fronte gli Houston Rockets e i Golden State Warriors. Partita dal punteggio basso e tirata fino all’ultimo che ha visto trionfare i padroni di casa che erano a un passo (se non di più) dal baratro.
Ma andiamo per ordine e cominciamo col dire che, nel primo tempo, si fanno leggermente preferire i padroni di casa di Houston che, specialmente nel secondo quarto, cercano di scavare un piccolo vantaggio che consente loro di andare al riposo lungo in vantaggio di sette lunghezze. Assoluto trascinatore dei Rockets, un dominante Alphen Sengun (miglior marcatore di serata e autore di una doppia doppia da 26 punti e 11 rimbalzi).
Come succedeva, però, ai Golden State Warriors di un tempo, quelli degli Splash Brothers per intenderci, il terzo quarto è tutto di marca californiana con Steph Curry (19 punti) e compagni che salgono di livello e chiudono il terzo quarto avanti di un punto grazie al parziale di 24-32. Tra i volti positivi del team di coach Steve Kerr, sicuramente un ispirato Kuminga (20 punti) ma anche Buddy Hield (con 15 pti e un 6/12 al tiro).

Alperen Sengun, Houston Rockets – Foto: Rockets (X)
Bene anche Steph Curry che, però, sbaglia la tripla che, a quindici secondi dal termine, poteva chiudere definitivamente i conti con Golden State avanti per 89-90. Da quel tiro sbagliato ne viene fuori una lotta confusionaria a rimbalzo, con la palla che passa da una mano all’altra dei giocatori che si tuffano per terra sperando di controllarne il possesso.
Al termine del caos più totale, gli arbitri decidono per un fallo ai danni di Jalen Green che, così facendo, a tre secondi e mezzo dal termine, si conquista i due tiri liberi decisivi. Il giocatore dei Rockets non trema e firma il sorpasso Houston sul 91-90. L’ultima preghiera di Golden State è nelle mani di Podzmieski che, però, non trova il canestro con la tripla dell’eventuale controsorpasso. Col brivido e di misura, gli Houston Rockets avanzano alle Final Four dell’NBA Cup e raggiungono a Las Vegas Milwaukee, OKC e Atlanta.
Fonte Foto in Evidenza: Atlanta Hawks/Houston Rockets (X)
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