Era il 1985 e l’Alfa Romeo chiudeva i battenti in Formula 1 35 anni dopo l’esordio. Un altro trentennio più tardi il biscione è pronto a tornare nella classe regina, grazie ad una partnership con il Team Sauber a livello strategico, commerciale e tecnologico. Alfa Romeo Sauber F1 Team: sarà questo il nome ufficiale della nuova squadra, pronta a ricominciare in una categoria che ha sempre visto nel quadrifoglio verde un punto fisso della sua storia.
Tradizione e prestigio tornano nel circus della Formula 1. Prima Nino Farina, poi Juan Manuel Fangio. I primi due campionati piloti – 1950 e 1951 – portano la gloriosa firma dell’Alfa Romeo, con i migliori piloti di quella storica decade. Poi il 1979, l’anno del ritorno come costruttore: un’esperienza durata solo 7 stagioni e culminata con un non proprio esaltante sesto posto in classifica nel 1983. Nel 1985 il ritiro e oggi, a distanza di 32 anni (che saranno 33 all’inizio della nuova stagione) il secondo ritorno, fortemente voluto da Marchionne, presidente Ferrari e AD di FCA.
«L’accordo con Sauber F1 Team – spiega lo stesso Marchionne – è un passo significativo nella ricostruzione del brand Alfa Romeo che, tornando in Formula 1 dopo un’assenza dalle corse di oltre 30 anni, restituisce al campionato uno dei marchi che hanno fatto la storia di questo sport. Il brand stesso, inoltre, potrà beneficiare dello scambio tecnico e strategico con un partner di esperienza indiscussa come Sauber e gli ingegneri e i tecnici dell’Alfa Romeo potranno ulteriormente ampliare la loro esperienza portando competenze tecniche di assoluta avanguardia. Contemporaneamente, tutti gli appassionati di Alfa Romeo potranno di nuovo tifare per un costruttore di automobili che è determinato a scrivere un nuovo capitolo della sua unica e leggendaria storia sportiva»
Parole d’effetto, con la speranza che siano di buon auspicio per la prossima stagione. Spuntano anche le prime indiscrezioni sull’estetica (e non solo) della nuova vettura. Livrea in pieno stile Alfa, con il marchio del brand nostrano a farla da padrona essendo il Title Sponsor. Le power unit, invece, saranno fornite da Ferrari, in nome di una partnership – quello tra Sauber e la scuderia di Maranello – pronta a consolidarsi ora che Alfa Romeo è tornata ad essere protagonista.
Ancora nessuna ufficialità per quanto riguarda i piloti della nuova scuderia. Pochi dubbi, comunque, sull’impiego del gioiellino di casa Ferrari: Charles Leclerc. L’amico di Jules Bianchi, con cui è cresciuto nella Ferrari Driver Academy ha dato prova di sé nelle categorie inferiori, trionfando in GP3 series nel 2016 e Formula 2 nel 2017. 7 successi e 282 punti: tanto basta dalla cadetteria per passare (finalmente) tra i grandi e guidare con il nuovo sodalizio italo-elvetico.
Il futuro del monegasco sembra ampiamente scritto, specie se si guarda più in là, con Marchionne che spinge (e non poco) per un suo approdo in Ferrari come seconda guida al fianco di Vettel. Più di un dubbio, invece, sorge per il secondo sedile. Ericsson o Giovinazzi? Lo svedese sembra in vantaggio, sia per lo sponsor che ha garantito alla Sauber la sopravvivenza negli ultimi due anni, sia per la maggior esperienza in categoria. Ma una porta e qualcosa di più sembra essere aperta per la terza guida dell’ormai Alfa Romeo-Sauber. D’altronde non si vedeva un italiano in formula 1 dai tempi di Trulli e Liuzzi e dopo i gp di Cina e Australia dell’anno appena trascorso, il nostro Giovanazzi potrebbe essere pronto per il posto fisso. E quale miglior ritorno, se non a bordo dell’Alfa Romeo?
Francesco Mascali
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